martedì 3 luglio 2012
STEVE JOBS
"Siate affamati, siate folli...!"
(messaggio di S.J.agli studenti, in occasione della sua ultima conferenza alla Standford University, poco prima di morire)
Molti in Italia, sopratutto gli over'60, ignorano chi sia stato Steve Jobs e l'importanza che i prodotti e le Aziende da lui fondate e/o rilanciate (Apple, Pixar...) hanno avuto nella tecnologia elettronica digitale e continueranno ad avere in futuro, anche sugli oggetti apparentemente più semplici e di comune uso quotidiano, come il telefono cellulare ed il televisore !
Il grande merito di Jobs è stato quello di "immaginare" strumenti sempre più "belli" ed evoluti, poi realizzandoli e rendendoli "facili”, intuitivi per chi li doveva utilizzare.
(a destra: S.Jobs presenta l' iPad)
Basti pensare ad un esempio, di facile comprensione per tutti: poco prima di morire Jobs stava lavorando ad un nuovo tipo di Televisore, completamente "integrato", che contenesse cioè tutte le funzioni accessorie: decoder digitali e satellitari, videoregistratore multimediale, riproduttore musicale Hifi, banca dati di ogni tipo di file (video, film, musica, foto, libri, documenti, ecc...) ed altro ancora, il tutto "senza dover usare 5-6 telecomandi", senza grovigli di fili, jek, prese scart ed USB, collegato wireless al computer di casa…il TV stesso avendo anche funzioni di "computer", sicuramente in grado di gestire direttamente Internet, google, la posta elettronica…
Tutto con la più estrema semplicità e facilità d'uso !
E’auspicabile e fondamentale che, ora che Jobs non c’è più, Apple sappia continuare questo ed altri suoi progetti, perchè questo è senza dubbio il futuro !
Quello così bene immaginato ed avviato da Jobs.
Ma perchè tanti di noi, sopratutto i più datati, sono prevenuti o perfino odiano
il "computer"?
(a destra :un...antico "Cervello Elettronico" IBM degli anni '40)
Ricordo un paio di anni fà il cardiologo mio coetaneo, durante un controllo di routine in ospedale, andare su tutte le furie quando, stampandomi il referto della visita il computer andò in tilt e non riusciva a venirne fuori, neppure con l'aiuto delle infermiere che cercavano di calmarlo.
Chiamò telefonicamente l'assistenza senza che nessuno dei 5 numeri in dotazione rispondesse ! Fuori di se mi chiamò testimone: "immagini lei, in questa situazione se dovessi affrontare una crisi per un ammalato grave!"
Riuscii a chetarlo porgendogli un foglio che tenevo sempre in una tasca della mia agenda, che metteva alla berlina il complicato, saccente, involuto metodo di programmazione (softwear) della cibernetica, cioè dei computer, personal inclusi.
Lui lo lesse e tornò a sorridere e rilassarsi, sentendosi meno solo ed inadeguato di fronte a quell'impasse.
Subito fece fare una fotocopia di quel foglio e mi salutò con una stretta di mano particolarmente calorosa.
Il mio referto riuscii a ritirarlo solo nei giorni successivi.
Quel foglio, che riproduco qui di seguito, riguarda nota polemica scoppiata tra la General Motors e Bill Gates, saccente e presuntuoso concorrente di Jobs, con lui spesso in contrasto e polemica sulla filosofia aziendale in termini di progettazione e produzione di strumenti informatici.
Bill Gates è l'altro grande genio del Business dei Computer, anche lui ragazzo prodigio, fondatore di Microsoft, l'uomo più ricco del mondo, almeno secondo le recenti classifiche di alcune agenzie accreditate.
(a destra: Bill Gates di Microsoft e Steve Jobs)
Ad un recente convegno a Las Vegas Bill Gates (Microsoft) ha paragonato l’industria dei Computers con quella dell’Automobile, affermando.
“Se la General Motors avesse fatto gli stessi progressi di Microsoft, ora guideremmo auto da 25 dollari che farebbero 400 km. con un litro di carburante !”
In risposta alla sparata di Gates la General Motors ha diramato questo comunicato stampa: “Se la GM avesse sviluppato la sua tecnologia come ha fatto Microsoft, ora guideremmo auto con queste caratteristiche:
La vostra auto si bloccherebbe 2 volte al giorno senza alcun motivo.
Ogni volte che venissero ridipinte le strisce sulle strade dovreste acquistare una nuova automobile.
Occasionalmente il motore della vostra auto “morirebbe” in autostrada senza alcuna ragione comprensibile e voi dovreste ogni volta togliere la chiave d’avviamento e riavviarlo per poter ripartire.
A volte, facendo una manovra tipo “svoltare a sinistra” l’auto si spegnerebbe, rifiutandosi di partire ed a voi non resterebbe altro che reinstallare il motore.
Solo una persona alla volta potrebbe usare la vostra auto, a meno che non compriate “Car95” o “CarNT”, ma in quel caso dovreste acquistare anche nuovi sedili.
(a destra: un giovane Jobs con il simbolo "Apple")
Macintosh costruirebbe un’auto affidabile ad energia solare, 5 volte più veloce e molto facile da guidare, ma che potrebbe circolare solo sul 5% delle strade.
Le spie di “carburante”, “acqua” ed “olio” sarebbero sostituite da un’unica spia: “general car default”(malfunzionamento generale dell’auto).
Occasionalmente la vostra auto chiuderebbe da sola le portiere rifiutandosi di farvi entrare, a meno che voi, simultaneamente, non alzaste la maniglia della portiera, giraste la chiave e afferaste saldamente l’antenna della radio.
La GM obbligherebbe i suoi clienti ad acquistare, insieme all’auto, un set di cartine del Touring Club: tentare di cancellare questa opzione provocherebbe un calo delle prestazioni dell’auto del 50%.
Ogno volta che GM introducesse un nuovo modello d’auto gli acquirenti sarebbero costretti ad imparare d’accapo a guidare, perché nessun comando si comporterebbe nella stessa maniera della vecchia auto.
Per spegnere il motore dovreste premere il pulsante “Start”…
La costruzione di nuovi sedili costringerebbe tutti ad avere il sedere della stessa unica dimensione.
Il sitema di protezione “Air bag” chiederebbe ogni volta ”sei sicuro” prima di attivarsi…
Ma chi era Steve Jobs ?
Sicuramente un tipo notevolissimo, un folle genio disadattato, figlio di un meccanico d’auto, con la vocazione per l’elettronica, l’informatica, il mondo dei computers, le musiche di Bob Dylan e dei Beattles, un hyppie “figlio dei fiori”dedito a spinelli ed affini, assai refrattario all’igene personale.
Un ribelle egocentrico, spesso molto incazzoso e sgarbato, con il dono della visione estetica spinta al massimo per l’industrial designe, un perfezionista totale, maniaco al top della pignoleria.
Un accentratore pazzo con una elevatissimo intuito commerciale, vegano (vegetariano ortodosso) per quasi tutta la vita, dedito alla meditazione Indiana (in India si recò giovanissimo, alla ricerca del suo “Karma”…), il cui difficilissimo carattere fù probabilmente in parte determinato dall’esperienza della’abbandono (il padre meccanico gli era in effetti tale per adozione e quando, ormai adulto, seppe chi era il suo genitore naturale, di origine Siriana, non volle mai conoscerlo, tranne poi lui stesso abbandonare la prima figlia, avuta in giovane età…).
Steve Jobs fù anche un genio del “marketing”, del business, della pubblibità, del merchandising, dell’industrial designe, così come un campione di maleducazione, di sgarberia, di incazzosità comportamentale spinta agli estremi… ma, con gli anni capace di abili mosse diplomatiche, soprattutto finalizzate al successo della sua folosofia aziendale, assai prima ancora che non al business.
Tendenzialmente come lui ho conosciuto e frequentato, nella mia lunga e variegata esperienza di vita e di lavoro due o tre personaggi, capitani d’industria a lui tendenzialmente assimilabili, che esercitavano analoghe prerogative di genio, di follia, di spinta e d’indisponibilità caratteriale (v. la serie “business&administration-dilettanti allo sbaraglio” su questo stesso blog).
Questi personaggi, chi più, chi meno, possedevano grandi capacità ed erano caratterizzati da un pessimo carattere di base.
E da qello che, nel caso di Steve Jobs, chi meglio lo conosceva aveva definito il “campo di distorsione della realtà”, cioè l’ostinata, fortissima determinazione subconscia di pretendere, sempre e comunque, di avere ragione, anche contro ogni palese evidenza !
(a destra: Jobs nel 1984 presenta il mitico cubo PC "Macintosh", novità assoluta anche per il designe)
Steve Jobs iniziò la sua attività…clandestina, ancora adolescente, nel garage paterno
con l’amico Steve Wozniak, suo socio fondatore di Apple, dotatissimo “tecnico” informatico, che poi nel tempo riuscì a risolvere diversi problemi di Hardware, fra i tantissimi che Jobs prospettava nella sua parossistica progettazione di computers, “macchine” esteticamente perfette, eleganti, assolutamente accattivanti, capaci di attrarre acquirenti disposti a pagarle il doppio dei valori correnti di mercato.
Macchine che però dovevano anche espletare nuove funzioni, avanzatissime, spesso ricercate, ma consentendo all’utente di farlo nella massima semplicità possibile.
Jobs (o la Apple per lui) accumulò centinaia di brevetti finalizzati a questi target.
Il suo perfezionismo estetico arrivava al punto che non sopportava che ci fossero sui suoi bellissimi computer (v. tra i primi il Macintosh epocale) viti di assemblaggio visibili esternamente, nemmeno le più microscopiche, ma neppure tastiere o perfino penne ottiche…(in effetti Apple fù di gran lunga la prima ad adottare il touch screen,
la gestione con le dita sullo schermo, i quadri sovrapponibili e spostabili ed un infinità di altri dispositivi tecnici che hanno determinato l’evoluzione di PC ed affini negli ultimi 30 anni).
Il suo perfezionismo estetico si manifestava anche a livello personale, in maniera patologica ed ossessiva: le sue case, grandi ed importanti, furono quasi sempre in gran parte prive di arredamento, perché lui non trovava mai mobili e complementi che gli piacessero veramente ! Ma il top lo raggiunse quando, nel corso di uno dei tanti interventi subiti, finalizzati a risolvere il cancro al pancreas che alla fine lo uccise,
dolorante e mezzo stordito dalla morfina preliminare rifiutò la mascherina dell’anestesia perché era…”brutta”: dovettero portargliene sei tra cui scegliere, ma finì con lo strappare al chirurgo quella che indossava, secondo lui esteticamente una “merda” (sua tipica e ricorrente espressione per tutto ciò che non gli piaceva, cioè la gran parte delle cose e delle persone) !
(una delle ultime apparizioni di Jobs, ormai consumato dalla malattia)
Ai tempi del garage, ancora adolescente, per acchiappare qualche dollaro, si adattò a lavorare in un’industria informatica della Silicon Valley, dove presto lo
spostarono ad un solitario turno di notte: puzzava che nessuno poteva stargli vicino
(lui non si lavava quasi mai, sostenendo che l’essere vegetariano lo esentava dall’emettere cattivi odori…) ed era comunque già allora tendenzialmente incazzoso.
Ciònondimeno la sua genialità fu presto palese a diversi importanti e collaudati tecnici, managers ed imprenditori del settore informatico, che gli diedero lavoro e fiducia, con lui si associarono e/o collaborarono. E non furono pochi !
Solo qualcuno, soprattutto agli inizi, non riuscì a capirlo ed apprezzarlo.
Tra questi spicca Bill Gates che, forse anche per invidia tese sempre a sminure il suo concorrente, arrivando ad affermare che “Jobs non è un “tecnico”, di computer non capisce nulla…”.
Sicuramente la Microsoft di Gates arrivò ad essere azienda leader nel settore dell’informatica, superando il colosso IBM, staticamente ancorato al suo glorioso passato, incapace di aggiornarsi verso il parossisticamente crescente mercato dei PC, che tese sempre a snobbare.
(a destra: tipica sala del "Cervello Elettronico" IBM negli anni 50)
Gates divenne l’imprenditore più ricco del mondo e Microsoft l’Azienda di maggior fatturato, ma la Apple divenne quella che realizzava di gran lunga più “utili” e Steve Jobs il più grande innovatore del settore, capace di immaginare, creare, fabbricare articoli assolutamente “nuovi”, perlopiù bellissimi (anche se assai costosi), estremamente evoluti nelle funzioni, facili da usare e mediamente di enorme successo commerciale.
Anche nel campo del Marketing Jobs fù innovativo, abilissimo nel definire le strategie di distribuzione dei suoi prodotti, nel presentarli e lanciarli attraverso importanti, accurate, originale e sofisticate campagne pubblicitarie, che quasi sempre volle curare nei minimi particolari.
Apple fù la prima azienda informatica ad avere i suoi Negozi Diretti sul mercato, costosissimi, bellissimi ed importanti, di fronte ai quali, al lancio di nuovi prodotti, frotte di utenti passavano la notte facendo la coda per accappararsi l’ultima novità !
(a destra: Jobs presenta l' iPhone, il suo più strepitoso successo commerciale)
Jobs fù sempre fautore del “Ciclo di produzione integrale”, la Apple, la Pixar (cioè anche W. Disney) e le altre del suo gruppo dovevano produrre “tutto”o quasi degli articoli che avrebbero posto in vendita: arrivò ad incorporare anche piccole aziende che producevano componenti o lavorazioni marginali, pur di assicurarsi l’esclusiva delle loro tecnologie.
Alla stessa stergua era anche molto “chiuso” verso ogni possibile interferenza e “compatibilità”con i prodotti ed i programmi di altre aziende concorrenti.
Ciò che in effetti costituì spesso un handycap per la Apple, più che non un punto di forza, così che qualche volta fù costretto a fare marcia indietro ed acconsentire ad aperture ed alleanze.
A porposito di Pixar, lui fù il grande promotore delle nuove tecniche digitali per la produzione di lungometraggi animati, riportando ad importanti record di fatturato la Disney, incorporata da Pixar quando era ormai caduta in crisi profonda.
(a destra: locandina di TOY STORY,
uno dei "cartoons"digitali che ha incassato di più nella storia del cinema)
Le sue salienti, formidabili prerogative furono: innovazione estetica (Industrial Designe); innovazione funzionale di macchine (hardware) e di programmi (software);
ricerca di semplicità e qualità totali, spinta al massimo livello della pignoleria maniacale (talora arrivò a ritardare di mesi un programma per fisime inerenti un particolare marginale, di fatto irrilevante); immaginazione creativa spinta al massimo grado per realizzare oggetti e funzioni ai limiti del futuribile.
Solo alcuni esempi, i più eclatanti ed appariscenti del suo successo in divenire:
il PC Macintosh, l’iPod, l’iPhone, l’iPad.
Mediamente equivalenti a centinaia di milioni di pezzi esitati nel mondo. Ma il successo è parametrabile più nella “qualità ed innovazione” che nella“quantità”.
Steve Jobs ebbe importanti contatti in diversi ambiti, tra cui anche Finanza e Politica. In particolare ebbe un durevole rapporto diretto con il Presidente Obama, che riuscì a coinvolgere in un programma di maggiore cura ed efficienza per la formazione di Tecnici qualificati: “in America non ne abbiamo abbastanza ! La Apple in Cina ha 700.000 lavoratori, a supporto dei quali occorrono almeno trentamila tecnici: se lo stato riuscisse a formarli potremmo arrivare a spostare i nostri impianti di produzione dalla Cina agli Usa…”
Ma poi arrivò ad affermare, in altro contesto: “Obama mi ha deluso, ha problemi di leadership perché ha paura di urtare la gente e difarla incazzare…”, sostenendo che
l’eccessivo garantismo statalista della politica del Presidente era in contrasto con la giusta ed opportuna evoluzione dell’economia “liberal”, tipicamente Americana e finiva indirettamente con il soffocare le forze migliori del Paese.
Come infine disse ai giovani della Standford University:
“Siate affamati, siate folli…!”
The lonely dolphin.
Nota finale:
A Natale mi hanno regalato un ponderoso volume di oltre 600 pagine: la biografia di Steve Jobs, scritta da un grande giornalista, Walter Isaacson che qui sopra ho più o meno recensito.
Non credo che una biografia così accurata e completa sia mai stata pubblicata tanto rapidamente dopo la morte del personaggio cui è dedicata !
Anche perché l’autore fù incaricato di scriverla da Jobs, con la sua collaborazione, ben due anni prima che lui morisse, sapendo tuttavia che presto gli sarbbe toccato.
Non è un "instant book", ma un'opera "totale", ampiamente corredata di tutti gli elementi necessari per comprendere e valutare, nel bene e nel male, il soggetto raccontato e coglierne l'enorme importanza che lui ha avuto nella evoluzione tecnica e stilistica della nostra civiltà teconoligica avanzata, ma anche in molti aspetti attinenti il "marketing" in senso lato, parte sempre più predominante del mondo attuale.
Fui molto perplesso per quel ponderoso dono Natalizio: mi sembrò un bel mattone per cui trovare una collocazione nella mia già stipatissima biblioteca, tra diversi volumi iniziati e abbandonati...Conoscevo poco Steve Jobs e quel che sapevo di lui non mi ispirava grande interesse, nè tantomeno simpatia.
Ringrazio perciò mia sorella Elisabetta, che mi ha regalato il libro ed anche Michele, mio paziente "maestro" di computer, che mi ha sopportato e...sopportato negli ultimi quattro anni, aiutandomi a superare la mia notevole, prevenuta ritrosia verso il mondo di computer ed affini, per cui sono stato in grado di leggere il volume riuscendo a cogliere anche gran parte delle implicazioni tecniche narrate.
Superata la ritrosia iniziale fui presto catturato dallo stile chiaro e rigoroso di Isaacson, l'autore del libro, come dei fatti che racconta: vita ed opere di Steve Jobs.
(Steve Jobs di Walter Isaacson, ed. Mondadori), lettura che mi è risultata infine piacevole e molto interessante.
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La prego di verificare e correggere l'ortografia perche' ci sono alcuni errori ripetitivi e disturbanti nelle sue narrazioni.
RispondiEliminaA riguardo di Steve Jobs, si nota che non ha vissuto in prima persona i due mondi Microsoft ed Apple e, di conseguenza, ha ripetuto una parte della storia riferita da altri.
Alla fine degli anni '90, Steve Jobs ha deciso di abbandonare i microprocessori RISC della Apple-oriented Motorola e passare ai microprocessori CISC della Microsoft-oriented Intel : in quel modo Apple ha contraddetto l'esistenza di una filosofia Apple (quella del ciclo chiuso) e rivelato al mondo che l'unica differenza tra Apple e Microsoft e' rappresentato da due modi diversi di arricchirsi, carpendo l'ingenuita' della clientela.
Se poi constatiamo che la popolazione preferisce comprare un cellulare da oltre 500 euro invece di preoccuparsi, ad esempio, della propria alimentazione, allora anche Apple e' una stronzata pazzesca come tutte le altre.
"Perche' lo hai comprato?" Dexter rispose "Perche' sono vuoto dentro . . . ".