lunedì 28 luglio 2014

I CASINO' DI SAN MARINO E DI CAMPIONE D'ITALIA



Breve storia di un Casinò mai realizzato e del suo contraltare, l'enclave di Campione d'Italia.

In seguito a precisa richiesta vado a riesumare la lontana memoria di un tentativo, abortito sul nascere, di far partire un'importante Casa per il Gioco d'azzardo su territorio "straniero", non gestita dallo Stato Italiano.
Questa la premessa fondamentale per comprendere bene la faccenda: il Gioco d'Azzardo in Italia è totalmente soggetto a Monopolio di Stato !
Ciò è sopratutto vero per i Casinò, le grandi, importanti Case da Gioco che lucrano ogni anno svariati milioni sulla pelle dei tantissimi che hanno il vizietto di farsi spennare alla roulette, allo chemin de ferre ecc...
San Remo, Campione d'Italia, Venezia...stop ! Tutti al nord del Paese, in posizioni d'eccelenza turistica, paesaggistica, culturale.
Al centro ed al sud solo Sale da Gioco...clandestine, spesso tipo "mordi e fuggi", perlopiù gestite da Mafia, Cammorra, Ndrangheta.

Ma nell'illusione libertaria del dopoguerra, sulla crescente onda di una rinascita economica che già si palesava propizia e doviziosa, sulla spinta ottimistica di svariati imprenditori, finanzieri ed appassionati del gioco, crebbe l'idea di posizionare nella Repubblica di San Marino, immediatamente fuori dalla giurisdizione dello Stato Italiano, un Nuovo Casinò.
L'ubicazione era decisamente favorevole, prossima ad importanti città e sopratutto alla Riviera Romagnola, meta tradizionale di vacanze marine per svariati milioni di Italiani e stranieri, ancora dai primi decenni del'900 (v. in particolare il film "Amarcord" di Fellini). Zona allora famosa anche per aver dato i natali, in quel di Predapio, al fatidico "duce", Benito Mussolini.
Zona ancor oggi forse la più importante per il turismo estivo, prima in Italia per il numero di presenze di villeggianti registrate.
Senza contare la prossimità con l'autodromo di Imola e le attrattive storico-culturali di Ravenna, Ferrara, Rimini, Forlì ecc...Bologna e Firenze appena oltre.
Facciata del Grand'Hotel Kursal di Sanmarino
Così all'inizio degli anni'50, presso lo storico, maestoso Hotel Kursaal fù organizzato il nuovo "Casinò di SanMarino", in aperta sfida con lo Stato Italiano ed in diretta concorrenza con gli altri casinò da lui direttamente gestiti.
L'iniziativa si basava economicamente sull'apporto di una Societa per Azioni, che in accordo con il governo sanmarinese l'avrebbe gestita distrubuendo agli azionisti i dividendi relativi agli utili realizzati, utili che si prevedevano sicuramente cospiqui, data l'importanza dell'eclatante iniziativa.
Le azioni messe per tempo in vendita andarono a ruba !
Tra gli acquirenti c'era purtroppo anche mio padre, fortemente sbilanciato in quell'investimento, già abile affarista ed incallito giocatore d'azzardo, nonostante avesse poco più di 30 anni !
Egli aveva convinto e cooptato amici e parenti per partecipare all'iniziativa, sicuro dell'innevitabile successo. Dopo aver già allora perso tanto denaro negli svariati casinò d'Europa (e moltissimo altro lo perse poi anche dopo, nel resto della sua vita*), ora aveva finalmente la possibilità di rifarsi, di guadagnare con il suo amato gioco d'azzardo senza più perdere, almeno fintanto che si fosse limitato a stare "dalla parte del banco", cioè ad esserne azionista.
Sanmarino: il castello arroccato sul monte Titano, sullo sfondo la pianura romagnola.
L'innaugurazione del nuovo importante Casinò avvenne in pompa magna dalle parti del 1950. Grande afflusso di "bella gente" da ogni dove, a partire dai numerosissimi azionisti.
I miei genitori partirono in auto per il lungo weekend di viaggio in compagnia di numerosi amici coinvolti nell'investimento. La meta allora era assai lontana, in assenza totale di autostrade, fatta eccezione per il breve tratto della "camionabile" Genova-Seravalle.
Arrivati alla falde del monte Titano, su cui si arrocca la minima Repubblica Sanmarinese trovarono la sgradevolissima sorpresa: il blocco stradale imposto per la prima d'allora inesistente "dogana di stato".

Il ministro degli interni  Italiano Mario Scelba, politico democristiano molto discusso, il cui nome è storicamente collegato alla così detta "legge truffa", relativa al sistema elettorale, ma sopratutto alla Strage di Portella della Ginestra, in quanto sospettato tra i mandanti della banda di Salvatore Giuliano che il 1° Maggio 1947 fece strage in Sicilia di contadini organizzati in una manifestazione di sciopero.
Scelba aveva disposto un"blocco doganale" sul confine, che consisteva in una accurata, meticolosa perquisizione di qualsivoglia veicolo avviato a San Marino !
Perquisizione assolutamente speciosa, avente unicamente lo scopo di boicottare l'accesso al Nuovo Casinò che stava aprendo i suoi battenti: con lentezza esasperante i pochissimi adetti della Guardia di finanza, arrivavano alla perquisizione personale, facendo svestire molti degli avventori alla manifestazione e smontandone parte delle auto, alla ricerca di un contrabbando tanto improbabile quanto risaputamente inesistente !
Il ministro Scelba

I miei genitori inpiegarono 6 ore per superare il "valico", altri tutta la notte, molti desistettero del tutto !
Fu così subito chiarissimo che l'iniziativa era inevitabilmente destinata al fallimento: bastava che ogni giorno successivo, come di fatto poi avenne, ci fosse lo stesso blocco "doganale" per dissuadere la gente dalla possibile frequentazione della nuova struttura, doviziosamente e costosamente realizzata al Kursaal.
Nel giro di due settimane il Casinò chiuse di fatto, poco più oltre la Società per Azioni relativa fallì...e chi quelle azioni aveva acquistato poteva pulirsici...
Come accadde a mio padre, che tante ne aveva comprate e fatte comprare...
Diverse delle sue probabilmente con denaro preso in prestito che ora avrebbe dovuto restituire...
Ricordo quando tornarono da quel viaggio, stanchi, scornati ed arrabbiati.
Io avevo una decina d'anni ma ricordo ancora bene le loro recriminazioni, sopratutto quelle di mia madre, che descriveva il vergognoso boicottaggio cui erano stati sottoposti, l'attesa infinita delle auto in coda, il peso dello smacco subito, l'enorme danno riportato...
Il nuovo orribile Kursaal, in cui si continua inutilmente ad ipotizzare l'apertura di un Casinò.

Il 29 aprile 1953 viene stipulato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino un Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon vicinato già in essere dal 1939, che prevedeva l’impegno sammarinese “a non permettere sul proprio territorio l’impianto o l’esercizio di case da gioco o di altri centri del genere”. A compensazione di tale rinuncia avrebbe ricevuto dalla Repubblica Italiana la somma di 90 milioni di Lire annue, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 1946 e il 30 giugno 1952, e 150 milioni di Lire annue dal 1° luglio 1952 in poi, in esenzione di qualsiasi imposta o tassa.
Cifre enormi per quei tempi !
Cifre enormi per quei tempi !

Era la solita soluzione all'Italiana, sterile ed unicamente punitiva per i propri contribuenti  ! 
 Non sarebbe stato assai più remunerativo agire al contrario, combinando un accordo che permettesse comunque l'attività del nuovo Casinò, con una adeguata partecipazione agli utili per la Repubblica Italiana ?
Non era meglio ricevere anzichè dare ?
Sicuramente la partita sarebbe risultata vincente, anche calcolando quella parte di clientela che SanMarino avrebbe forse sottratto agli altri Casinò italiani.
Ma il senso "pubblico" per gli affari dei nostri politici è sempre stato carente, miope e bigotto, improntato ad una sorta di puritanesimo cattomarxista, alieno da prospettive mercantili !
Gli unici affari in cui i nostri politici sono sembre stati solerti, capaci, perfino creativi, sono le continue nuove tasse che per decenni ci hanno caricato addosso, sino alla morte !
Mio padre.

Mio padre, fu uomo definito da più parti genio degli affari*, ma che per tutta la vita fù succube di quella brutta malattia, il vizio del gioco, aveva calcolato che con la sua partecipazione azionaria al casinò di Sanmarino avrebbe almeno recuperato una parte di tutto quanto era solito perdere al gioco. Gli andò male, e fù una delle poche volte che  sbagliò, almeno negli affari: non aveva calcolato che in quel caso dalla parte del "banco" non c'era la RSM, ma lo stato Italiano, in grado di boicottare con tutta facilità la nuova iniziativa.

CAMPIONE D'ITALIA
Rappresenta un caso molto simile a quello di San Marino, ma alla rovescia: Campione è un "enclave", una piccola parte di territorio italiano posto all'interno di un altro stato, la Svizzera Ticinese. Vicinissimo al confine comasco di Chiasso, posizionato prima ancora di Lugano, sull'omonimo lago, Campione d'Italia è una sorta di porto franco del gioco d'azzardo in provincia di Como. 
L'enclave di Campione d'Italia

La sua storia è curiosa e come quella di San Marino risale alla notte dei tempi: nel 777, in pieno medioevo, un signore Longobardo donò quel territorio alla Basilica Milanese di Sant'Ambrogio, che ne mantenne la proprietà per oltre mille anni, nonostante fosse più volte rivendicata dagli Elvetici. Quando poi nel 1.800 Napoleone abolì le Confederazioni Religiose Campione fù incorporato dal territorio di Como, mentre gli Svizzeri tentavano ancora inutilmente di riappropiarsene.
A Campione d'Italia le auto dei residenti hanno la targa svizzera, le forze di polizia sono Italiane, i salari sono pagati in franchi svizzeri, la posta utilizza francobolli italiani...
Cosa notevolissima è che salari e stipendi siano non solo pagati in franchi svizzeri, ma anche adeguati ai parametri della Confederazione...!
Ciò fà si che sia estremamente ambita e ricercata la possibilità di lavorare a Campione, possibilmente abitando in Italia, dove i costi sono sempre stati decisamente inferiori, cioè facendo i "frontalieri", come tanti comaschi da sempre cercano di fare, e non solo con Campione. Uno spostamento di pochi chilometri, andare e tornare, che vale una fortuna ! 
Il Casinò di Campione

Un poliziotto o guardia di finanza che riesca a farsi assegnare il servizio a Campione d'Italia arriva fra una cosa e l'altra a guadagnare anche 4 o 5 volte di più che non per lo stesso ruolo in Italia.
Poi ci sono i "pensionati" italiani, che per il fatto di risiedere a Campione, ricevono la pensione moltiplicata per 3 - 4 volte, in franchi svizzeri !
Provate a pensare quanta gente ha sempre cercato di avere la "residenza legale" a Campione d'Italia per questo motivo...e ad immaginare quanto possano valere gli immobili colà ubicati...
Per decenni la popolazione "residente" a Campione incrementò a dismisura, anche se ad abitarci di fatto erano moltissimi di meno !
Capitava ci fossero dei monolocali in ciascuno dei quali risultavano residenti (pagando tutti il relativo affitto) decine di pensionati...!
Immaginate quindi quanto poteva rendere al proprietario ciascuno di quei monolocali...
Il lungo lago di Campione d'Italia

Un mio conoscente, impresario immobiliare, un 15-20 anni fà tentò anche lui quel grosso business: acquisto un terreno a Campione su cui calcolava di realizzare un bel condominio di monolocali da vendere a peso d'oro, tipo30mila franchi il mq., 30 mq. un milione !
Ma gli andò male, non ebbe mai i permessi, anche perchè nel frattempo scoppio lo scandalo per la gabola che prevedeva una tale situazione e furono drasticamente cambiate le regole del gioco.
Una sala giochi del casinò.

Non quello d'azzardo del Casinò, che continua imperterrito dal 1936 e che si definisce il più grande d'europa, dotato di ogni divertissement ed occasione di spettacolo, meta da sempre dei Milanesi gaudenti, che in un'oretta di autostrada, ma anche meno da Milano a Mendrisio, la sera possono evadere, per tentare l'incontro con la dea bendata, ballare, assistere a spettacoli e festival vari. 


* v. su questo stesso blog: "Pericle, l'uomo che visse due volte", cenni biografici in sette post.


Nota: personalmente NON SONO MAI ENTRATO IN UN CASINO',
l'ho evitato in linea di principio, in memoria di tutte le sofferenze che il gioco d'azzardo ha comportato per la mia famiglia d'origine.