martedì 3 luglio 2012

Amici miei...in Brianza (anni '90)

(la piazza centrale della cittadina Brinazola)

Amici miei...

Ci sono fortunatamente stati momenti spensierati della mia vita in cui era piacevole indulgere agli scherzi con gli amici.
Un periodo abbastanza favorevole furono gli anni a cavallo di fine millenio, quando abitavamo in un residence dell'alta Brianza collinare, dove avevamo contribuito a formare un gruppo abbastanza affiatato, per cui ci si frequentava in piscina, si giocava insieme a tennis, si ricambiava l'ospitalità a cena, si facevano insieme gite e scampagnate.
Un fulcro notevole di socializzazione era il campo da tennis, dove spesso una decina di noi si divertiva alternandosi in partite di doppio.
Il campo era tuttavia fatiscente, realizzato in una sorta di "tartan"prima maniera almeno 25 anni prima, consumato dall'uso e dalle intemperie, era ormai assai "ruvido", pieno di buche ed asperità, causa di sanguinanti abrasioni in caso di cadute.
Più volte avevamo richiesto all'amministrazione di provvederne il rinnovo, ma inutilmente: sia l'amministratore che la proprietà facevano orecchie da mercante.


(a lato: il campo da tennis)

Così infine io mi risolsi a promuovere una petizione, argomentata e circostanziata, che formalmente denunciava la carenza di quella struttura, parte integrante del godimento generale dei locatari e che concorreva a giustificare l'entità del canone stabilito.
Tutti infatti in quel residence eravamo in affitto, la proprietà facendo capo ad un mobiliere Brianzolo che aveva trasferito al Sud il suo commercio di arredi.
Il residence consisteva in tre grandi ville e sei palazzine per un totale di altri tredici grandi appartamenti, il tutto ubicato in tre o quattro ettari di collina recintata.
Si diceva che l’insieme fosse stato realizzato dal "Commendatore" proprietario con i fondi per la cassa del mezzogiorno, finanziamenti da lui ottenuti nel mezzogiorno… grazie alle solite "amicizie politiche"...

La petizione venne firmata da quasi tutti i locatari e poi inoltrata all'amministratore, che la girasse alla proprietà cui era indirizzata.

Il "Commendatore" era allora un signore ormai vicino ai novantanni, carente di salute, che aveva da tempo lasciato ai figli le redini per la gestione del patrimonio, tranne avere episodicamente qualche ritorno di fiamma, qualche impennata.
Era infatti un personaggio particolare, come altri ne ho conosciuti.
Molto self-made-man, ambizioso ed un pò megalomane, pieno di sussiego per la propria costante autocelebrazione di businessman di successo, di arricchito e di "potente" conclamato.
Il suo atteggiamento nei confronti di chiunque, sicuramente anche verso i locatari suoi clienti del residence, tendeva sempre ad essere quello del "padrone delle ferriere", del "ras", del principe del maniero e ciò era spesso evidente anche in molte sue disposizioni ed imposizioni che tendevano a trascendere la logica e perfino la legalità dei regolamenti adottabili.
Disposizioni che spesso restavano lettera morta, perlopiù disattese dalla stessa amministrazione che avrebbe dovuto farle rispettare e circa le quali noi inquilini ci trovavamo spesso a scherzare.

Anche perchè il "Commenda" che quelle norme ispirava era presente solo episodicamente, vivendo altrimenti di fatto al Sud, dove c'era gran parte della sua struttura ed organizzazione imprenditoriale.
Solo nei brevi periodi in cui "Lui"risaliva la "guardia" veniva vagamente alzata ed il rispetto dei regolamenti richiamato dall'amministrazione, il cui esercizio era invece normalmente compreso tra l'ignavia ed il "vivi e lascia vivere"...
I figli del "Commenda", che progressivamente a lui subentrarono nell'esercizio della proprietà"autoritaria", chi più chi meno erano della sua stessa pasta, ma fortunatamente con altre istanze ed orientamenti ed ancora meno presenti in zona.

La nostra istanza per la sistemazione del campo da tennis rimase come previsto senza riscontro alcuno, nonostante le indicazioni specifiche per i pericoli che comportava l'uso di una struttura così fatiscente e le possibili implicazioni di responsabilità per la proprietà.

Passarono alcuni mesi e poi accadde che il "Commenda", pressochè novantenne, lasciasse questa valle di lacrime.
Come da utlime volontà la salma fù traslata a Nord, al paese di origine, la cittadina Brianzola nel cui Comune si trovava il residence dove noi abitavamo.
I funerali furono i più solenni possibili, rischiando di sconfinare nel ridicolo quando in estremis fù per fortuna evitato di far girare il carro funebre anche all'interno dei viali del residence, prima di avviarlo al cimitero, dove avvenne la tumulazione in una sorta di piramide barocca, immagine imponente ed imperitura dell'importanza di tanto personaggio.

(a lato: immagine d'epoca della piazza del centro brianzolo,
capitale del mobile d'arte e del pizzo)

Nei giorni successivi si sprecarono le nostre scherzose illazioni in merito, e quando il fatto stava ormai perdendo di attualità io ebbi la classica ispirazione
per celiarvi tuttavia, alla maniera degli "amici miei"di Monicelli per Germi.
Mi venne la mattina presto nel dormiveglia come spesso mi capita, ricollegando il funebre evento con l'ormai datata mancanza di alcuna risposta alla petizione da me promossa.

Era Sabato e dopo colazione mi dedicai subito ad organizzare lo scherzo, che avrebbe avuto il suo happening la sera stessa, quando in otto del residence ci saremmo ritrovati a cena in casa di comuni amici.
Accuratamente fabbricai un falso "doc": una lettera circolare ai Signori Locatari, redatta e firmata dall'Amministrazione del Residence.
Sostanzialmente la circolare diceva che la nostra petizione per il rinnovo del campo da tennis non era attuabile, anche perchè nel frattempo erano intervenute le ultime volontà del "Comendatore" testè mancato, che prevedevano la realizzazione di un Tempietto Votivo a lui dedicato, sito all'interno del residence e precisamente sul luogo ed al posto del campo da tennis, che perciò avrebbe cessato di essistere...
Per conto degli eredi proprietari l'amministratore si diceva certo che i locatari avrebbero sicuramente colto l'opportunità di soddisfare senzaltro queste volontà superiori, senza porre eccezioni.
Al punto che sarebbero stati anzi certamente disponibili a concorrere ai costi della nuova realizzazione, ciascuno in ragione dei millesimi di competenza per la superfice locata...
Circa gli importi relativi si sarebbe provveduto a precisarli non appena inpossesso del preventivo di spesa, che avrebbe seguito la realizzazione del progetto costruttivo, di cui un modellino plastico in scala sarebbe stato visibile
presso gli uffici dell'Amministrazione.


(a lato: esempio del "Tempietto Votivo" preconizzato...)

Non mancava nulla per dare ogni credibilità all'assurdo documento !
Lo stile in cui la lettera era concepita, la fraseologia, la stessa incredibile presunzione del dovuto apparteneva al noto, ricorrente manifestarsi del locatore, anche se ora spinto all'estremo dell'immaginabile...
Era una cosa che sembrava possibile in misura della sua incredibile, delirante assurdità, considerato da chi proveniva, per quanto manifestazione estrema.
Curai attentamente anche i caratteri di stampa, reperendoli nel programma word del mio computer identici a quelli usati dall'amministratore. Così la carta, le buste, indirizzate non a tutti, ma a coloro che sapevo essere in contatto tra di loro.
Incaricai infine mia moglie perchè nella tarda mattinata le imbucasse direttamente nelle caselle postali di ciascuno, come sempre faceva il portinaio su incarico dell'amministratore, avendo attenzione che nessuno la notasse, mentre faceva mostra di ritirare la nostra posta.

(a lato: sentiero tipico dei miei itinerari di footing)


Io me ne andai a fare il solito footing, in giro per i boschi adiacenti il residence e ritornai all'ora di pranzo, trovando mia moglie ormai provata per lo sforzo di non mettersi a ridere e risultare altrimenti credibile alle varie telefonate che già le erano giunte da amici e conoscenti del residence, tutti scatenati a confrontarsi sull'argomento, che gli sembrava impossibile si potesse giungere a tanto !
Qualche telefonata poi la ricevetti anch’io, nell’ora di pranzo, ma mi barcamenai facilmente esternando a mia volta sdegno e riprovazione per quella circolare che anche noi avevamo ovviamente ricevuta, concludendo comunque che ne avremmo parlato la sera stessa, con gli amici insieme ai quali era previsto dovessimo vederci a cena.

(a lato: la tanto discussa "piramide", sede incompiuta e mai utilizzata del nuovo palazzetto dello sport nella cittadina brianzola, infine recentemente distrutta dopo 20 anni di polemiche, che avrebbe potuto essere adeguato "sepolcro monumentale" per il Faraone Comendatore...)

Quando vi arivammo, verso le 19 e 30, trovammo volti cupi ed atmosfera pesante: quella cosa era veramente troppo, anche se inquadrata negli estrosi ed atipici comportamenti, risaputi come tali, del “Comendatore” testè defunto e dei suoi eredi !
Soltanto uno degli amici era abbastanza sereno, perché aveva avuto modo di parlarne direttamente con mia moglie e dal comportamento di lei aveva più o meno intuito, conoscendomi, che probabilmente il tutto poteva non essere che una mia “boutade”.
Però un dubbio di realtà in fondo lo aveva anche lui.
Ma gli altri evevano passato la giornata incavolatissimi, a rimuginare la pesantezza incredibilmente sproporzionata della facenda, concludendo che mai l’avrebbero accettata, arrivando al punto di andarsene ad abitare altrove !
Subito l’argomento fù affrontato per le corna, con tutte le più pesanti esternazioni che meritava, razzionalizzando poi che avremmo comunque potuto far lega in un’azione comune sul piano legale…
Dopo una buona mezz’ora di discussione collegiale qualcuno si accorse che mia moglie piangeva e gli sembrò perciò che la situazione fosse decisamente trascesa.
Fù a quel punto che io mi risolsi a svelare la burla, anche per non rovinare la cena che stava per iniziare, chiarendo che effettivamente stava piangendo, mia moglie, ma per lo sforzo che faceva per non mettersi a ridere…
Ci fù allora un lungo momento d’incredulità, poi subito vidi dell’odio nei primi sguardi degli amici, per le tante ore della giornata che gli avevo rovinato inducendoli a cattivissimi pensieri.
Ma infine tutti si sciolsero in una progressiva, grande risata liberatoria, cominciando a cogliere tutto l’umorismo che effttivamente c’era in quello scherzo.
E se è vero che il riso fa buon sangue, quella sera cenando ne facemmo tutti un bel pieno. Verso mezzanotte, quando infine ci lasciammo, ancora tutti stavamo ridendo, ma continuammo ancora nei giorni successivi, in lieve calando.

Incredibile ma vero per la successiva estate venne anche rifatto ex novo, ancorchè il tempio votivo dedicato al “Comandatore”, il campo da tennis !
Nuovo di zecca, in erba sintetica e con il giusto sottofondo: un lavoro proprio come si deve e probabilmente, senza neppure beneficiare degli aiuti per la cassa del mezzogiorno…
Purtroppo non ne godemmo tantissimo, perchè nel giro di pochi anni il nostro bel gruppo si sfaldò, chi si trasferì da una parte, chi dall’altra…Anche noi venimmo via di là, ma io nel frattempo avevo già smesso di giocare: essendo la cartilagine delle mie ginocchia ormai giunta al limite riversai il mio tempo libero sul nuoto, la bicicletta e tante lunghe, tranquille passeggiate.

Approfitto comunque di questa occasione per salutare quei vecchi “amici miei”, nel caso che qualcuno di loro abbia voglia di leggermi su questo blog.

The lonely dolphin.



































































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