martedì 3 luglio 2012

MARIO AZZONI: incontro ravvicinato del 4° tipo.


Incontro ravvicinato del quarto tipo con il sensitivo Azzoni.
Cronistoria di una brevissima ma eccezionale esperienza extrasensoriale.
(v. anche su questo blog recente post dedicato a "Gustavo Rol":

MarioAzzoni 
è un sensitivo, riceve a Milano ed a Como, a circa 200 metri dalla rotonda nevralgica di Camerlata, dove lo incontrai circa dieci anni fà, previo appuntamento telefonico a sei mesi.
Oggi mi dicono che l’attesa prevista sia di due o tre anni.

Decisi con riluttanza e molto scetticismo di andare da lui dopo essere stato operato di un melanoma alla spalla destra, un tipico neo maligno, evidenziato alla prima visita dermatologica della mia vita.
Avevo 60 anni e da qualche tempo avevo notato quel neo, ma sopratutto diversi altri, per me più brutti ed irregolari, che poi invece risultarono essere solo dei basaliomi o delle innoque cheratosi.
Erano ormai un pò di anni che mi dava fastidio il sole, al quale invece mi ero esposto, senza protezione alcuna, per tutta la mia vita, anche per le molte attività sportive fatte all'aria aperta, in tutte le stagioni, disdegnando creme solari e "fattori" prottetivi vari.

Erano sei mesi che tenevo in tasca l'impegnativa medica, senza trovare il tempo per andare dal dermatologo e mi decisi quando capitò il disastro di mio cognato, il marito di mia sorella. Aveva la mia stessa età, molto ben portata, sportivissimo, igenista e salutista ad oltranza, mai fumatore nè bevitore, l'immagine e la mentalità dello sport's man in forma, giocatore di tennis ad ottimi livelli, classificato e vincitore di tornei.
Aveva una cura maniacale della sua ancora folta e scura capigliatura, che lavava e spazzolava quotidianamente con cura.
Finchè avvertì sul cuoio capelluto, nel folto dei capelli, una fastidiosa escrescenza, che poi, probabilmente grattata divenne crosticina.
La fece vedere en passant ad un amico medico con cui giocava al tennis club, il quale, en pessent, sottovalutò la cosa.
Aumentato poi progressivamente il fastidio con qualche sanguinamento, andò finalmente a farsi vedere in ospedale: esame istologico e radiografie palesarono subito il peggio, era un melanoma già "partito", diffusosi nel cervello ed arrivato sino alle ghiandole linfatiche, intorno alla gola.
Immediatamente operato e...massacrato d'urgenza, la "pulizia" per cui tentarono invano di bloccare la metastasi lo distrusse, la chemioterapia lo annientò poi definitivamente.
Morì entro un anno, dopo grandi sofferenze fisiche e morali, di cui forse la peggiore fù forse verificare il proprio drastico decadimento, la rovina della sua bella immagine, la caduta dei capelli, il disfacimento dei suoi abituali, elevati parametri di autostima, la perdita infine dell'autosufficienza.
Per non parlare del rammarico di non poter seguire i due figli ancora giovanissimi, vederli crescere e maturare.
La massima sfortuna fù il luogo, pressochè invisibile, in cui si era verificato il problema “melanoma”: nel folto dei capelli.
Anche lui aveva preso sempre tanto sole, sopratutto giocando a tennis, sui campi all'aperto della Liguria dove il clima consente di farlo tutto l'anno ed esponendosi ai raggi solari senza protezioni al mare, in montagna, ovunque.
Ricordo di averlo visto sempre abbronzatissimo, come del resto ero stato sempre anch’io, quasi come lui.

La sua grande disgrazia forse mi evitò un'analoga sorte, perchè infine, dopo aver constatato quello che a lui era capitato, finalmemnte decisi di farmi visitare, ancora in tempo per salvarmi: il mio melanoma era appena all'inizio, confinato agli strati superficiali della pelle, di cui mi tolsero un'abbondante sezione, lavorando per sicurezza anche in profondità. Dopo, per cinque anni fui sottoposto a verifiche semestrali, cioè approfondite visite dermatologiche, radiografie ed ecografie di controllo, nonchè una TAC.
Dal sesto anno controlli dermatologici annuali che continuo a fare sempre. Ogni tanto mi tolgono dalla schiena qualche basalioma o carcinomi superficiali, che risultano sempre innoqui alla verifica istologica.
Ma che bisogna togliere sempre, prima che diventino maligni, rischio blando ma reale. Ho anche la prescrizione, vita natural durante, di un fattore di protezione 50, d’indossare la maglietta e stare sotto l’ombrellone, preferibilmente…in cantina…, cioè sole ZERO !

Subito dopo il banale intervento per cui mi asportarono il melanoma (avevo su ancora i 12 punti di sutura), ero chiaramente preoccupato.
L’indicazione della prognosi era favorevole, ma con i melanomi non si sa mai e ciò era palese anche nell’attenzione, nella preoccupazione e nelle raccomandazioni degli specialisti che mi seguivano.
Un amico mi suggerì: “perché non vai a farti vedere da Azzoni ?”.
??? Della sua esperienza con Azzoni lui mi aveva già raccontato, ma io proprio non ricordavo. “Azzoni ?”
Così lui mi ripetè il racconto, di questo non medico che aveva la capacità, solo guardandoti, di farti una diagnosi completa del tuo essere, magagne incluse, sia sul piano fisico che psicologico caratteriale. Un vero “sensitivo” con grandi capacità extrasensoriali… L’amico mi raccontò di essere uscito scioccato dal suo brevissimo incontro con lui, che lo aveva radiografato nel e nell’anima !
Io, che sono scettico ipercritico per educazione, ateo ed agnostico per natura, illumonista e razionalista per formazione, prevenuto in linea di principio e per esperienza, lo ridemensionai subito: “ Tu sei un ingenuo credulone suggestionabile, ci sarà sicuramente un trucco: è probabile che questo Azzoni riesca ad entrare in possesso, in qualche modo, probabilmente pagando, delle cartelle cliniche” di tutti quelli che riceve; il tempo per farlo non gli manca, data la lunga attesa che gli appuntamenti prevedono”.
L’amico, che mi conosceva sin troppo bene, non tentò più di tanto di replicare, limitandosi a ribadire:”tu prova a vederlo comunque, male non ti può fare, ti costerà forse non più di 100 euro (è quello che pagavano più o meno tutti, alla segretaria uscendo dall’incontro, volontariamente, senza essere espressamente richiesto), e vedrai che sarà stata comunque un’esperienza impagabile !”.
Mi convinse e mi fece avere il numero di telefono, così riuscii a fissare l’incontro per un giorno di Giugno del 2001, sei mesi dopo.

Nell’attesa ebbi poi ampiamente modo di rinfrancarmi sul mio stato di salute, così come di meditare su quali trucchi potessero supportare l’attività di quel sensitivo.
Immaginai contatti prezzolati con un punto debole, chiave di volta del collegamento multimediale (internet?) d’informazione tra le varie strutture sanitarie ospedaliere nazionali…Ma il carattere ? Come poteva recuperarne informazioni e dove ?
Non guardandoti e basta, senza un lungo ed articolato colloquio mirato, avrebbe potuto…Ma forse ricorreva alla mera suggestione, tipo quella degli Oroscopi, per cui quello che ti raccontano è in definitiva generico e casuale e và bene per tutti.
Provate ! Io l’ho fatto: leggete a 3 – 4 persone l’oroscopo con il loro segno zodiacale appositamente invertito (alla Bilancia quello dei Pesci, ai Pesci quello dello Scorpione, a questo quello del Cancro ecc…), vedrete che ognuno accetterà quell’oroscopo come il suo supinamente, senza reclamare dagli altri quello che dovrebbe invece appartenergli !
Ma il fatto più disarmante per il mio scetticismo era che alla telefonata per l’appuntamento mi era stato chiesto solo nome e cognome e numero di telefono.

Ed io avevo dato quello del cellulare…Assai poco per identificarmi esattamente e fare approfondite indagini sulla mia identità e procurarsi la mia cartella clinica…
Perciò sarebbe stato assai più utile e comodo chiedermi anche indirizzo e data di nascita…, ma non me li domandarono.
Senza contare che io di indirizzi, nella mia lunga e travagliata storia residenziale e “clinica”, ne aveva cambiati qualcosa come …25 !!!
Ciò e molto altro ebbi modo di rimuginare nei sei mesi d’attesa per l’incontro.

A fine Maggio, ormai prossimo alla data d’appuntamento, proposi a mio cognato di andare lui al mio posto, dentro di me pensando all’impossibile accadimento di un inverosimile “miracolo”…Dopo diversi interventi alla testa ed al collo stava sempre peggio, ormai chiaramente in metastasi. Ma lui declinò l’offerta e dopo tre mesi
morì, cessando così, come si dice, di soffrire nel corpo e nella mente.

A Giugno incontrai infine MarioAzzoni.
Era una tiepida mattina di prima estate ed arrivai puntuale presso i locali a piano terra di un palazzo di via Varesina in uscita da Como, poco oltre la rotonda di Camerlata, quella con la fontana con i grandi anelli di cemento.
C’era già diversa gente, divisa in varie salette, stanze dell’appartamento.
Registrai la mia presenza e mi accomodai in attesa, temendo che con tutta quella folla sarebbe stata oltremodo lunga.
Imparai poi che la gran parte era li senza appuntamento, come di prassi, in attesa della fase successiva alle “visite”, cioè quella della “pranoterapia”.
Azzoni infatti, alla fine di ogni incontro a tutti o quasi, che avessero un unghia incarnata piùtosto che il cancro, diceva: “Io non faccio miracoli, però posso aiutarla con l’imposizione delle mani. Se vuole provare può venire di Mercoledì mattina, senza appuntamento, ed attendere liberamente il suo turno.”.

Di ciò il mio amico mi aveva già per altro raccontato: lui era poi stato alcune volte a farsi imporre le mani (aveva problemi cronici alla gola), ricevendone forse qualche beneficio. Una cosa di pochi secondi, i pazienti entravano ed uscivano, uno via l’altro, il tempo di ricevere la breve pranoterapia gratuita (tranne fare piccole donazioni volontarie non richieste, probabilmente destinate alla manutenzione dei locali).
Seduto dove mi trovavo, vicino allo “studio” di Azzoni, sentivo quella che doveva essere la sua voce, ma senza comprendere ciò che si diceva, tranne qualche parola sconnessa dalle alle altre. Per inciso guardai attentamente in giro se poteva esservi qualche telecamera nascosta nella saletta, per spiare e monitorare il mio comportamento durante l’attesa. Ma oltre a non vederne realizzai che Azzoni non avrebbe potuto comunque “studiarmi” e contemporaneamente “visitare” i vari soggetti che si alternavano nel suo studio, per i pochi minuti che durava ogni “visita”.
Dopo una mezz’ora fù la mia volta. Entrando trovai un signore di mezza età, in giacca e cravatta, seduto ad una normale scrivania, in un normale ambiente non meglio definito. Il look generale era quello di un funzionario di banca che riceve in uffico un cliente per discutere la concessione di un mutuo.
“Buon giorno dottore”, dissi entrando.
“Non sono dottore, si accomodi” mi rispose indicando la sedia davanti alla scrivania. Poi, di seguito, senza pause, guardandomi come se già mi avesse visto e rivisto, prima ancora che mi sedessi aveva già detto: “Prima le parlerò del suo carattere, della sua personalità e poi le dirò del suo corpo, delle sue caratteristiche fisiche. Mi interrompa solo se mi sbaglio o se comunque non è d’accordo con quello che le dico”.

E immediatamente iniziò a raccontarmi di me, senza fermarsi, né io ebbi mai la necessità d’interromperlo.
Fece un ritratto caratteriale di me stesso , come meglio non sarebbe riuscito uno psicologo che mi avesse frequentato da almeno trent’anni, entrando in aspetti assolutamente specifici e particolari affatto comuni. Arrivò tra l’altro a ripetere quasi le stesse parole che io avevo usato solo qualche giorno prima con mia moglie per ribadirle un aspetto significativo di me stesso, inerente la mia tendenza ad essere iperattivo, sembre bisognoso di muovermi e di fare, capace di soffrire altrimenti l’inattività forzata, sin quasi ad avvertire un languore depressivo…

Completato il mio ritratto caratteriale passò ad esaminare il mio corpo.
Non mi fece spogliare, né mi visitò, limitandosi a continuare a guardarmi, io sempre rivolto verso di lui e completamente vestito. Ma già sicuramente mi aveva fatto una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), assolutamente dettagliata e completa di tutto il corpo appena ero entrato, così al volo, solo gettandomi un’occhiata.
Mi elencò tutte le mie magagne passate ed attuali, ogni intervento che avevo subito (al bronco sinistro nel 1953, peritonite nel 1966, tonsille nel 1969, riduzione della prostata nel 1997, asportazione di melanoma epidermico sei mesi prima) ed ogni patologia avuta e/o tutt’ora in corso (Bradicardia acuta con extrasistoli, colite cronica, iperplasia epatica, deviazione del setto nasale ecc…
Citando particolari che non erano scritti su nessuna cartella clinica, compresa la ciste che avevo (e continuo ad avere) dietro il collo, alla base del cranio, precisandomi prima che lo dicessi io: “si lo so, l’ha già tolta sei anni fa ed è ricresciuta di nuovo…Non la tolga più, tanto non le darà problemi”.
Ciste anche lei invisibile, soprattutto non essendomi io mai voltato da quando ero entrato in quello “studio”, cinque minuti prima.
Così concluse chiedendomi se dovevo chiedergli ancora qualcosa.
Io ero più o meno allibito da quell’incredibile esperienza, quasi senza parole.
Del resto lui aveva già detto tutto, in particolare rassicurandomi circa la mancanza di conseguenze per il melanoma che mi avevano recentemente scoperto e tolto.
Senza che io glielo chiedessi espressamente !
Così risposi che no, non avevo nulla da chiedergli.
Ma lui insistette: “è sicuro ?” Era, credo, come se lui avesse registrato la mia recondita intenzione per uno scambio di persona, quando avevo pensato di mandare al mio posto il mio povero cognato, utilizzando il mio nome.
Concluse invitandomi ad andare a trovarlo per la pranoterapia, che mi avrebbe in qualche misura giovato per i problemi fisici minori diagnosticati.

Non sono mai andato, non ne sentii la necessità e del resto mi era sicuramente bastata quell’esperienza.
Uscendo acquistai in segreteria, dove mi ero fermato a pagare la prestazione, il libro su Azzoni: “Ti parlerò di te”, scritto da un giornalista che era rimasto anche lui affascinato dall’esperienza come quella che anch’io avevo appena fatta.
Libro che lessi con attenzione e che mi confermò quello che già avevo capito:
Azzoni era un vero sensitivo, in grado di leggere l’ “aura” !
Era quella l’unica spiegazione che già mi ero data in alternativa ad una qualche forma di mistificazione, che l’esperienza testè vissuta mi portava ora ad escludere completamente.
Sapevo bene cos’è l’ “aura”, chi e come è in grado di vederla ed interpretarla.
Ancora adolescente mi ero interessato alla conoscenza della filosofia ed delle tecniche dello Yoga. La capacità di leggere l’aura, quando non è innata, come nel caso di Azzoni, appartiene ai massimi lvelli della pratica Yogi: la si ottiene dopo decenni di meditazione ed esercizi dedicati, con l’apertura del “terzo occhio”, un orifizio fisicamente praticato in mezzo alla fronte, in corrispondenza della ghiandola Ipifisi.
Atraverso la quale si acquista la capacità di vedere appunto l’ “aura”, cioè l’alone di energia che emana da ogni corpo degli esseri viventi, uomini ed animali.
I colori dell’aura variano a seconda della situazione e condizione di ogni corpo: dal rosso dell’ira, all’azzurro della quiete, dal giallo dell’energia attiva al nero della morte…
La maggior parte degli animali è in qualche misura dotata della capacità di vederla.
Solo alcune persone invece nascono già con quella dote.
Azzoni ci è nato e la possiede ai massimi livelli, essendo in grado di “leggere” l’aura di ogni singolo organo del corpo, così come quella della mente, interpretandone con precisione le caratteristche e lo stato di salute.
Non essendo medico la sua terminologia è a volte approssimativa, così come la sua conoscenza dell’anatomia più particolareggiata dei vari organi.
Tuttavia riesce benissimo a vedere e capire dove ci sono problemi e ad interpretare correttamente quali.
Nel suo libro Giovanni Benincasa racconta di molti medici che di nascosto ricorrono ad Azzoni per avere conferme di analisi altrimenti incerte e difficili. Racconta anche di casi diagnostici emblematici, particolarmente sorprendenti.

Ed anche di “miracolose” guarigioni…indotte dalla sua pranoterapia.
Argomento su cui personalmente resto scettico in linea di principio, propenso a credere invece che quei pochi casi, se di autentiche guarigioni si è trattato, fossero dovuti ad altri fattori, che comunque capitano in occasioni rare quanto straordinarie, la cui spiegazione razionale attiene una nuova, importantissima disciplina scientifica : la “neuropsicoendocrinologia” ( v. Senesi: “Il cervello anarchico”).

Dopo questa mia esperienza, che ha confermato in pieno quella analoga già vissuta dall’amico che ad Azzoni mi aveva indirizzato, ho avuto occasione di raccontarla a diverse persone e qualcuno ha voluto viverla anche lui.
E così è stato: in particolare una giovane copia, che è riuscita ad incontrare il sensitivo dotato del terzo occhio dopo oltre un anno di attesa per l’appuntamento.
Ne sono tornati anche loro sensibilmente toccati, il marito in particolare.
Anche lui come me riluttante, iper razionalista ed ultrascettico, ne è rimasto sconvolto.
Bisogna considerare che, tra l’infinità di trucchi, bufale, millantate forme di magia ecc. ci sono ancora infiniti spazi che la scienza ufficiale deve ancora approfondire, scoprire o perfino solo immaginare !
Quante scoperte scientifiche e/o invenzioni della tecnica furono o potevano in origine essere ricondotte alla magia, dalla circolazione del sangue all’interno dei corpi, alla elettricità, dalle onde radio alla scissione dell’atomo ?
E sono proprio i maggiori scienziati che da sempre ci ripetono: “più studiamo ed approfondiamo il nostro sapere, più ci rendiamo conto della nostra immensa ignoranza!”.
Un amico medico mi ha recentemente confessato: “Noi continuiamo a ribadire i grandi progressi della scienza medica, ma in fondo quello che noi ora sappiamo e riusciamo a fare è solo una minima parte del sapere globale, che ancora ci resta ignoto, comunque inspiegabile…”.
Ed Azzoni sicuramente rappresenta uno dei tanti “fenomeni paranormali” che la scienza ufficiale deve ancora spiegare razionalmente.*
Fenomeno che implica, come normalmente accade, due tipi di rischio: quello di essere mitizzato, ben oltre le sue reali capacità, dalla folla di “pellegrini” sempre assetati di “miracoli”; e quello di essere aprioristicamente denigrato e negletto dai razionalisti “dogmatici”, chiusi in linea di principio a qualsiasi possibilità di alternativa ai rigidi canoni della medicina allopatica ufficiale.

Concludo con un consiglio, per chi ha voglia di vivere un’esperienza unica ed ha la pazienza di attendere tutto il tempo oggi necessario per riuscire ad incontrarlo: andare a trovare Azzoni, bastano cinque minuti. Ma dopo due o tre anni d’attesa. Durante la quale si può leggere e rileggere libro di Giovanni Benincasa:

“Ti parlerò di te”, ed. Mondadori.


The lonely dolphin.

*Da spiegare razionalmente ci sono non pochi fenomeni di oggettivo, incredibile accadimento. Come quello relativo ai trapianti di cuore, per cui in molti casi è documentato il trasferimento di “informazioni” tra donatore e trapiantato.
Informazioni che implicano ad esempio sensibilità, abitudini e perfino conoscenze consepevoli che appartenevano al donatore, trasferite al beneficiario con il trapianto.
Come il caso di una signora di mezza età, aristocratica e dalle abitudini sofisticate, che dopo aver ricevuto il cuore di un giovane camionista incidentato, rude e “vilaine”dovette subirne i nuovi impulsi coatti a frequentare Burghj e McDonalds, per rimpinzarsi d’improbabili megasandwich ipercalorici annaffiati da grossi boccali di birra, ancorchè gli abituali pasticcini con il te.
Proprio come era stato, scoprì poi casualmente, nelle abitudini del suo donatore !

Sino a giungere all’incredibile caso, documentato da uno scenziato ricercatore USA,

per cui un assassino sarebbe stato scoperto grazie alla testimonianaza di un trapiantato che aveva ricevuto il cuore della vittima del delitto, il quale organo gli aveva trasferito anche la memoria cosciente del fatto criminale…

Ci sono infine sbalorditivi esperimenti scentifici per cui il sangue prelevato da una persona e portato a migliaia di chilometri reagisce a tale distanza agli stimoli indotti nel cuore di quella persona, nello stesso istante in cui sono provocati al suo cuore: le cellule del sangue reagiscono a distanza a stimoli specifici, esattamente come quelle che sono ancora presenti nel sistema circolatorio della persona trattata !!!
Sembrerebbe in definitivo che l'organo "cuore" non sia soltanto una
mera "pompa", come viene meccanicisticamente intesa dall'anatomia medica, ma abbia una sua autossuficienza e sensibilità perfino... cerebrale, sicuramente una sua "memoria".

Stregoneria ?Mistificazione ? Coincidenze ?

Personalmente non credo che medici, scienziati ricercatori, metterebbero a repentaglio la loro professionalità, ben consci di correre più l’alea dello sputtanamento che non di una fama rispettabile. Documentando per altro scoperte ed esperimenti nei rigidi canoni
della metodologia scientifica.

Su questo bòog vedi anche: 

BONIFACIO, AZZOLINA, DI BELLA 
racconto di un'altra esperienza personale nel mondo dell'altra medicina.
http://swimmingeorge.blogspot.it/
































































1 commento:

  1. è proprio un evento particolare ti parla di quello che hai vissuto di un intervento molto grave ma da me scoperto dopo quanto fosse grave ha usato queste parole <ti hanno tirato di qua oer i capelli< ed era vero fantastico

    RispondiElimina