giovedì 27 ottobre 2016

Momenti felici 8^ Parte

Momenti felici della memoria. Parte 8^

Come ho già raccontato altrove (*) i nodi sempre più intricati del mio ormai travagliato rapporto con la Fiorete di R.Z. giunsero al pettine. Messomi alla ricerca di alternative, nonostante avessi ormai superato i 50 anni, la mia buona notarietà ed ottima immagine professionale nel settore mi permisero di poter scegliere...
Optai per Leutenda, tessitura concorrente assai ben attrezzata, condotta da titolare gentiluomo di origini svizzere, situata a 4 km. dal confine elevetico, il cui valido direttore era una mia vecchia conoscenza dei primi tempi in Fiorete. Amico e notevolissimo partner di lavoro per i successivi 16 anni, durante i quali la nostra collaborazione permise all'Azienda di conseguire significativi incrementi di fatturato.
Immagini di Leutenda, al top dei tempi migliori.

Mi furono affidate le vendite per tutto il Nord Italia, con la responsabilità dei principali clienti del settore, qualche decina.
Il mio lavoro, più ancora che con Fiorete, non fu mai una mera routine di banale propositività commerciale: si trattava di dialogare con la clientela, perlopiù nella persona dei titolari, per trovare il miglior approccio in relazione alle tipologie di prodotti che noi eravamo in grado di fabbricare, per entrare a far parte delle collezioni di ogni cliente. Prodotti che richiedevano spesso fantasia creativa, tecnologie avanzate e spiccata sensibilità commerciale, essendo sempre molto attenti ed aggiornati sui cambiamenti del mercato e le iniziative della concorrenza. Un lavoro importante, molto coinvolgente e di forte soddisfazione, sia sul piano professionale che economico, nella misura dei successi che riuscivo a conseguire.
Leutenda: i telai in opera nella fabbrica.

Al di fuori del lavoro, i weekend, le vacanze, il tempo libero, continuando a buoni livelli il nostro stile di vita, fatto di sport, amicizie, escursioni, qualche viaggio, cene con gli amici ecc...
Avevamo alcuni buoni amici con cui da ormai svariati anni ci accompagnavamo, nonchè parenti, fratelli, sorelle, cugini, nipoti, purtroppo tutti lontani, distribuiti in parte a Padova, in parte a Genova. Con cui facevamo talora vacanze insieme, al mare, in montagna...Ma nel residence di Cantù in cui ci eravamo trasferiti realizzammo una discreta, piccola comunità di amici e conoscenti, con cui ci ritrovavamo nella piscina condominiale, giocavamo a tennis, organizzavamo cene e qualche volta perfino divertenti burle in stile"Amci miei". (**)
Alternavamo lunghe, piacevoli passeggiate nei boschi dell'alta Brianza, tra Como, Cantù ed Erba ad escursioni, talora anche impegnative, sui monti del Triangolo Lariano, gite in bicicletta ed in mountain bike, navigazioni sul bellissimo lago di Como, brevi viaggi nella vicina Svizzera Ticinese, arrivando perfino, quando la neve era tanta, ad esaltanti escursioni con gli sci di fondo nella boscosa brughiera imbiancata. Tutto praticamente appena fuori di casa o quasi ! 
Il promontorio diBellaggio, sullo sfondo le Grigne

In quel periodo vissi anche l'impagabile, esaltante esperienza dell'andare in barca a vela, sul lago ed al mare, sperimentando  ben 4 diverse derive, in particolare un Drascombe(°), un Ponent, un Vaurient, ed un piccolo-grande cabinato, un mitico Cat Boat(°).
Bellissima fu la breve crociera che facemmo in Agosto 1992 con mio fratello e le mogli nelle isole croate. Meno fortunata quella dell'anno successivo, sempre in quei luoghi, a causa del mare troppo agitato.
I figli ormai più che ventenni erano ancora con noi, ma facevano ovviamente la loro vita indipendente. Entrambi giunti a c.a metà degli esami universitari, insoddisfatti degli studi decisero di mettersi a lavorare. La ragazza si buttò all'avventura, andando a piazzare polizze assicurative porta a porta in giro per Milano, scuola di vendita e di vita eccezionale ! Fu poi assunta da Rank Xeros, ottenendo velocemente notevoli successi di vendita e passando poi ad altre ditte dell'informatica, con ruoli via via più specializzati e di soddisfazione, sia economica che professionale.
Verso la metà degli anni'90 andò a vivere a Milano, inzialmente da sola, quindi in compagnia di colui che sarebbe poi diventato suo marito. 
Drascombe in navigazione sul lago di Como.

Il maschio venne a lavorare con me, ad imparare il lavoro e dopo un paio d'anni decise saggiamente di provare a fare da solo. Iniziò come rappresentante di articoli cartotecnici, ottenendo buon esito e continuando un ottimo periodo di apprendistato, per poi essere fortunatamente assunto, con ruolo di responsabilità, presso la filiale milanese di Hitochu, multinazione giapponese operante in ambito tessile (tessuti e filati).

In quest'ambito generale, decisamente positivo, i "momenti felici" direi che abbondassero, purtroppo con un'unica grossa, importante eccezione, che fu occasione di molto stress e grande danno economico.
Nel periodo critico del mio cambiamento di lavoro, supportati dal convicente parere di amici, essendo mia moglie vogliosa di verifiche in ambito lavorativo, i figli ormai ben cresciuti ed avviati, decidemmo di aprire un negozio di abbigliamento per bambini-ragazzi (0-14 anni).
Lo facemmo nella via principale e pedonale di Cantù, dove rilevammo licenza ed avviamento di altro negozio. 
Data anche la relativa inesperienza di base, tramite la forte entratura di un amico che ci lavorava da una vita,  aderimmo in franchising a notevole Marchio del settore specifico, in grado di fornirci tutto l'occorrente, dalla merce all'arredamento del negozio, addestramento e completo know how.
Abbigliamento in Franchising: la nostra rovina...

Assunta una giovane apprendista commessa da affiancare a mia moglie, partimmo alla grande ad inizio Dicembre 1991.
Investiti circa 150 milioni di vecchie care lire !
Ad evitarmi ancorchè il ricordo di momenti felici quello di notevoli sofferenze, arrivo subito a dire che fu un disastroso bagno di sangue...Mettendo insieme all'investimento iniziale le perdite di esercizio di sei anni di attività arrivai a cacolare una perdita globale di circa 300 milioni !
Ma non fu solo un grosso, enorme danno economico. Fu anche una doloriosa esperienza di vita, da svariati punti di vista frustrante e devastante, che compromise non poco la pace familiare per svariati anni a seguire.
Sicuramente colpevole di non aver seguito quell'attività con tutta l'attenzione e fermezza che sarebbero state necessarie, mi sentii comunque tradito nella fiducia che avevo altrimenti accordata, per cui mi vennero nascosti fatti e situazioni, anche gravi e pesanti, al fine di non ammettere quanto, come e perchè andasse così male la gestione del negozio.

Sicuramente giocò anche la sfortuna: eravamo partiti quando ancora il mercato tirava alla grande, ignari del progressivo crollo che si sarebbe verificato, in tutti i sensi, negli anni successivi.
In effetti l'amico che ci aveva introdotto in quell'attività e intendeva aprire 15 negozi finì con avviarne 3 e chiuderne 2, sopravvivendo l'unico rimasto grazie ad una tirata gestione familiare. Il marchio Grant di riferimento franchising sparì dal mercato, così come fallì la ditta che lo deteneva...
Quando finalmente riuscii a cedere l'attività, nel 1996, faticai a realizzare quale buonuscita neppure la sesta parte dell'investimento iniziale !
Per fortuna il mio nuovo lavoro mi permise di sopportare la grave perdita economica e successivamente la vendita di un Maso della montagna trentina, giunto in eredità a mia moglie da suo nonno,
di sistemare un pò di debiti e creare una minima riserva di denaro. 
Quell'esperienza lasciò comunque un segno pesantemente negativo sul nostro futuro, incrinando i nostri buoni standard esistenziali, sopratutto l'atmosfera di tranquilla fiducia che aveva sempre caratterizzato il rapporto di copia.

Ed ancor oggi, se ci ripenso, cosa che evito sopratutto di fare, mi riesce quasi del tutto incomprensibile capirne e giustificarne i comportamenti, la caparbia, malcelata indifendibile difesa di un'attività palesemente avviata alla rovina..., considerate invece  le altre eccezionali, numerose qualità positive.

Amen e così sia. Cercando di dimenticare quella brutta esperienza tornammo a dedicarci alla nostra piacevole routine di vita, trovando in quella ampie occasioni di recupero e compensazione. Io fui come sempre molto aiutato dal forte impegno che il mio lavoro richiedeva, premiato in crescendo da gratificanti risultati professionali ed economici.
Mia moglie tornò a dedicarsi allo sport, divenendo tra l'altro provetta giocatrice di tennis e risanando l'orgoglio ferito nei tanti altri modi di cui era e resta ampiamente valida e capace.
La compagnia di parenti ed amici, quella dei nostri gatti adottati, 
piacevoli viaggi e vacanze, le immancabili escursioni fatte nei weekend, in montagna, sul lago, al mare, nei boschi collinari che per tanti anni circondarono i nostri siti di vita e che ancora formano la parte preponderante del nostro habitat, seppure trasferiti in zona assai diversa.
Parapendio sul lago di Como

Ma da tempo ci frullava nella testa l'dea di tornare ad avere una nostra casa di proprietà, una villetta tra il residenziale ed il "campagnolo", in cui ritornare a vivere e continuare il nostro percorso di vita. Il budget d'investimento base era molto ridotto (dopo la grande battosta del negozio...), ma i miei guadagni mi permettevano di affrontare il carico di un mutuo importante e di sostenere comunque via, via altre spese necessarie per acquistare o costruire exnovo. L'idea era infatti quella di realizzare un qualcosa tipo "agriturismo", che potesse costituire anche fonte di reddito accessorio quando ci fossimo ritirati in pensione.
L'occasione malandrina si presentò nel 1996-97, quando una copia di amici, nostri vicini di casa, decisero di ritirarsi a vivere sulla collina d'oltrepò, nel mulino ristrutturato in cui viveva ancora la madre di lei. Andando a trovarli verificammo la piacevolezza di quel contesto, assai più verde ed incontaminato, a tratti quasi selvaggio, estremamente meno affollato della nostra abituale Brianza, la regione extraurbana più affollata d'Italia.
La valle d'Oltrepò in cui ci saremmo trasferiti.
 

Vi trovammo un avvincente paesaggio, ricco di verde, di natura pressochè incontaminata; svariate specie animali (dal cinghiale al tasso, al capriolo, alla volpe, faine, furetti e perfino qualche lupo !). Inoltre molti siti di rilevanza storico-culturale (antichi castelli, monasteri, antichi borghi ecc...), ottimi vini ed un'interessante cucina tipica, influenzata dai limitrofi confini con ben 4 regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia.
Esternammo scherzosamente la possibile intenzione di trasferirci anche noi in quella zona e...fummo presi sul serio...
Scoprimmo così che i costi dei terreni erano estremamente più convenienti che non nella carissima Brianza, l'iter burocratico per ottenere i relativi permessi costruttivi poteva risultare più semplice, veloce e meno oneroso, così come i costi di edificazione.
Un conoscente dei nostri amici ci mostrò alcuni terreni in vendita e subito ci inamorammo di uno in particolare, sito in posizione ultrapanoramica, assolata e tranquilla, di comodo accesso, posizionato nella valle a media altezza, dominante il sottostante torrente e circondato a 360° dalla verde visione del panorama collinare. Un ettaro di terreno agricolo in cui, ci fu subito lampante dove e come avremmo potuto costruire la nostra...
Casa Colonica..., possibile futuro agriturismo, senza dover pagare oneri di urbanizzazione di sorta.
Un ettaro di terreno agricolo dove avremmo potuto costruire...

Per poterlo fare ovviamente si doveva seguire un iter ben preciso,
che prevedeva che mia moglie, usufruttuaria della proprietà, divenisse coltivatrice diretta residente in loco, ciò che richiedeva comunque l'espletamento di una certa prassi burocratica e tempi di maturazione.
Acquistammo il terreno, in totale c.a 4 ettari ed altri 3 li acquisimmo con locazione (pro forma) decennale, per conseguire un'entità coltivabile complessiva tale da giustificare l'attività agricola (pari a 157 giornate lavorative/anno).
Mia moglie prese la residenza presso gli amici colà ubicati, involontariamente colpevoli di questa nostra nuova avventura,
divenne "contadina", regolarmente iscritta alla Coldiretti, e presentammo il nostro progetto di "Casa Colonica", da me stesso realizzato, ma regolamentato da geometra locale, ben ammanicato nel municipio di competenza.
Mappa originale dell'ettaro in sedime attrezzato


Superato l'intoppo con l'incaricato delle Belle Arti, la cui approvazione era richiesta stante la natura del sito, che volle farci pesare il suo ruolo, nel giro di un paio d'anni arrivammo infine ad avere licenza edilizia e permessi d'inizio lavori.
Nel frattempo avevamo avuto preventivi di spesa, incaricato un'impresa edile ed ottenuto un mutuo adeguato.
Era la fine del del 1999.
Per seguire il tutto ci trovammo a dover essere assai frequentemente in zona, spesso sfruttando l'ospitalità dei nostri amici colà ubicati e trasferendo in questa nuova dimensione quasi tutto il nostro tempo libero.
A volte andava mia moglie da sola, altre da solo passavo io, approfittando degli itinerari di lavoro che mi portavano a transitare da quelle parti o quasi.
Nostra figlia abitava ormai stabilmente a Milano, il figlio era ancora con noi, ma trovava benissimo di che arrangiarsi e ci aiutava a gestire, in nostra assenza, i nostri piccoli amici felini.
Questa situazione ci portò purtroppo a trascurare il nostro consueto giro di amicizie comasco-brianzole, progressivamente allontanandoci da loro man mano che aumentava il tempo che dovevamo necessariamente trascorrere nell'oltrepò, per curare la nostra nuova avventura. Fu un processo di distacco lento ed ineluttabile, favorito per altro da alcune defezioni altrui: amici che per motivi diversi anticiparono a loro volta gli eventi trasferendosi altrove, "ça c'est la vie" o come si dice...
Uno scorcio "all nature" dell'alta valle Staffora

Stavamo dunque andando a concretizzare, con alacre entusiasmo, il nostro prossimo futuro di campagnoli, il mio lavoro stava sempre crescendo verso il massimo dei risultati e tutto sembrava funzionare dalle parti del meglio, quando il diavolo ci mise la sua coda. Nella persona di un vecchio maledetto pazzo, scorbutico, maniaco e perverso, indigeno malevolo, che, senz'altro motivo che la propria demente perfidia, decise che noi non avremmo dovuto costruire ! L'accesso alla nostra proprietà avveniva attraverso una tipica servitù di passaggio che attraversava un di lui terreno, transito che non poteva negarci in alcun modo, ma poteva invece formalmente opporsi alla posa di tubazioni e cavi di sorta (leggi: acqua, luce, gas, telefono...).
Formalmente in quanto il codice civile prevede che ciò debba essere comunque consentito, ma solo tramite causa legale che ne confermi in giudizio la validità. E così fu. 
Un vecchio malefico, maledetto pazzo e perverso

L'avvocato cui dovemmo rivolgerci conosceva già di lunga fama il vecchio bastardo, essendo la sua libido vitale quella di litigare con tutti, riuscendo ad avere più cause legali con quasi ogni abitante della zona !
La causa durò tre anni, ci costò circa 30 mila euro, a dedurre le sole spese di tribunale (seimila euro) che il maledetto fu condannato a rimborsarci, avendola noi vinta.
Classico esempio di come funziona la "giustizia" italiana: tu hai ragione in linea di principio, ma per poterla esercitare devi sobbarcarti un lungo, tortuoso e costoso iter giudiziario !
Ma nel frattempo noi la casa la costruimmo comunque, la finimmo e financo ci andammo a vivere ! Come ? Con alcuni noiosi ma efficaci escamotage: energia elettrica provvisoriamente trasportata attraverso un lungo giro che evitava il transito inibito; raccolta dell'acqua piovana in apposite cisterne (non ci venne mai a mancare, grazie anche ai 400 mq. di superfice del tetto che la convogliava), cisterne successivamente destinate
Cascata del torrente Staffora (pesca di trote)
all'irrigazione del giardino; installazione di bombolone interrato di GPL (Gas combustibile); costante utilizzo di telefoni cellulari.

Dell'individuo che ci costrinse a tutto questo (ma anche a molto altro...) potrei raccontare tanta ignominia, e prima o poi lo farò su questo stesso blog, ma ne dico ora una sola: è l'unica persona, in tutta la mia lunga vita, che potendolo fare sicuro di non doverne patire alcuna conseguenza giudiziale, avrei volentieri eliminato dalla faccia della terra, per sempre !
Morì comunque dopo qualche anno, del cancro che si era ampiamente meritato, ma sempre assolutamente troppo tardi !
Sicuramente colpevole di aver in gran parte inficiato in quel periodo i nostri momenti felici.
Ma la costruzione della nostra "Casa colonica" avenne comunque al meglio. Prima ancora di cominciarla avevo, grazie sempre al maledetto, dovuto cambiare impresa, avendo lui ripetutamente minacciato di rappresaglie il pavido impresario inizialmente incaricato, qualora avesse osato dare inizio ai lavori.
Poi si dice che la mafia sia solo in Sicilia !
E fu proprio ad un siculo...

E fu proprio ad un siciliano che affidai il successivo incarico, il quale fù subito in grado di ridimensionare drasticamente l'aggressività del pazzo, prospettandogli di affogarlo nel calcestruzzo di gettata delle fondazioni della nostra nuova casa, così come, gli intimò, avveniva dalle sue parti, in Sicilia, ad uso dei prepotenti adusi a rompere la minchia !
Fu una fortuna, perchè quella piccola impresa familiare, padre e figlio con qualche operaio, lavorarono al meglio solo per noi, per circa un anno, in costante armonia e simbiosi, sempre pronti a comprendere le nostre richieste ed a risolvere gli inevitabili problemi, con il concorso più che altro formale del geometra addetto al controllo lavori. Geometra per altro validissimo nell'affrontare e soluzionare i vari iter burocratico-normativi ed a ridimensionare le infinite azioni di rappresaglia che il malefico pazzo antagonista scatenato cercò in quegli anni, in tutti i modi possibili, di esercitare contro di noi, tramite speciose denuncie di ogni tipo, portate avanti ovunque: dai carabinieri alla forestale, agli uffici comunali ed a quelli provinciali...

Nella Primavera del 2003 la nostra bella e grande (troppo!) villa travestita da casa colonica era finita, la causa legale era vinta, l'abitabilità concessa. Ma prima di trasferirci definitivamente mandammo avanti alcune rifiniture, completammo i giusti allacciamenti attraverso la servitù di passaggio, sistemammo meglio la strada che la percorreva.
Il traslocco avvenne il 31 Settembre del 2003.
Ma quanta fatica prima di allora ! Ed anche dopo.
Fatica tanta, ma costruttiva, affrontata con entusiasmo e dedizione, così come quando si affronta una sfida, specie se destinata a realizzare un sogno.

E quella, per me sicuramente, era stata una vera sfida di vita !
La realizzazione di qualcosa di bello ed importante che durasse nel tempo e potesse significare qualcosa di noi.
Questo ed altro approfondirò nella prossima parte, quella conclusiva di tutta questa serie.

The lonely dolphin

* v. post: "Il fiore della rete" su questo Blog: http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/08/fiore-di-rete.html

** v. post "Amici miei in Brianza" su questo Blog: http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/10/amici-mieiin-brianza-anni-90.html

(°) v. post "Aglaja, storia di una barca" su questo Blog: http://swimmingeorge.blogspot.it/2012/03/aglaja-storia-di-una-barca-un-po.html  

lunedì 26 settembre 2016

Momenti felici...7^ Parte

Momenti felici della memoria. 7^ Parte: 1978 - 1992
Le Grigne a sinistra, i Corni di Canzo in 1° piano al centro, il Resegone a destra, visti da Orsenigo, alta Brianza (Como) dove allora vivevamo.
Così nel 1978 iniziai il mio nuovo lavoro come libero professionista. In definitiva mi trovai a fare poco di nuovo, sicuramente qualcosa di meno, essendo ora le mie responsabilità circoscritte unicamente alla mia persona, ed a quella di un giovane collaboratore che assunsi, addestrai ed avviai alle vendite in quel settore, il tessile, che io ormai già conoscevo,
almeno in parte.
Fiorete Zetadue era una gran bella ditta, ottimamente strutturata e condotta, i cui unici limiti verificai in taluni atteggiamenti anticommerciali del titolare, con cui direttamente collaboravo.
Persona geniale, di vasta cultura e preparazione specifica, molto curioso del mondo, gran viaggiatore per diletto, manager capace e spregiudicato, raffinato cultore della buona tavola, del buon vino (attrezzato di diploma di sommelier e corrispondente di Gault & Millaut) e delle belle donne, tuttavia talora condizionato da istanze maniacali, che lo portavano frequentemente a trascendere nell'imporre alcuni "must" operativi. 
La Sede di Fiorete a Fino Mornasco (Como)

Per meglio comprendere l'interessante contesto, sia economico industriale che culturale, significativo del meglio della media impresa di quegli anni, ma anche di personaggi degni di nota, consiglio vivamente la lettura, su questo stesso blog, del post:
"Il Fiore della Rete" = http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/08/fiore-di-rete.html.

Collaborai con Fiorete Z2 per 15 anni, un'enormità di tempo (le mie svariate precedenti esperienze registravano un massimo di 8 anni con Marathon-GulfOil).
Chi conosceva il mio carattere e quello di R.Z., il titolare di quella tessitura, scommetteva che il nostro rapporto sarebbe durato assai meno. Ma altrimenti durammo tanto, seppure con alterne fasi di "umori". Riassumendo direi che i primi 5 anni furono pressochè idilliaci, i successivi 5 di accettabile routine, gli utlimi 5 un faticoso crescendo conflittuale.
L'importante area e clientela di cui mi occupavo erano stati prima di me assai trascurati, per cui lavorando sodo, con capacità e determinazione, arrivai nel giro di 3-4 anni a quadruplicarne il fatturato.
Tipica Show Room di Arredamentyo Tessile.

Spesso Z. si divertiva a venire in giro con me, per verificare assai accortamente dal vivo le situazioni del "mercato", più volte aiutandomi con la sua sola presenza a spuntare ordini veramente ingenti, sopratutto a raccogliere informazioni e...campioni della concorrenza da replicare, inevitabilmente migliorandoli. Ma in altre non rare occasioni mi parse accompagnarmi più per svago che per business, facendomi talora fare deviazioni di anche 100 km dall'itinerario previsto per andare a mangiare nei migliori ristoranti, probabilmente anche per adempiere alla sua funzione di corrispondente di Gaull & Millaut, che consisteva nell'assegnare un voto al locale in cui andavamo a mangiare.
Ebbi così la fortuna in quegli anni di frequentare i migliori ristoranti, i più famosi in Lombardia degli anni '80: Aimo e Nadia, da Vittorio, la Cassinetta e molti altri che fatico a ricordare.
Ristorante alla Cassinetta di Lugagnano

In quei 15 anni la mia vita fu forse meno avventurosa, tuttavia meritevole di svariati piacevoli ricordi, esperienze, conquiste, cambiamenti, con i sempre inevitabili incidenti di percorso.
Il bilancio che la mia memoria realizza è comunque ampiamente positivo. Nel lavoro potei consolidare esperienza, professionalità, immagine e risultati economici apprezzabili, sviluppando abituali contatti diretti con i titolari delle principali aziende commerciali italiane del settore, partecipando alle fiere più importanti, in Italia ed all'estero, ed affinando nella specifica merceologia tessile le mie svariate precedenti nozioni di marketing, che avevano fatto parte del mio iniziale, lungo tirocinio lavorativo. 
Mio cliente tipo, grossista distributore a livello nazionale, fornitore di migliaia di negozi.

Al di fuori del lavoro riuscii finalmente a trovare spazi più ampi
e tempi adeguati per godere meglio e di più la fortuna della mia famiglia, con lunghi weekend e periodi di ferie prolungati talora sino ad un intero mese, ciò che in passato non mi era stato possibile, se non episodicamente.
Imparai a sciare quasi decentemente, a giocare a tennis ad un apprezzabile livello amatoriale, ad andare a vela...Ciò senza trascurare le svariate centinaia di km nuotati ogni anno e le migliaia corsi a piedi ed in bicicletta, le lunghe escursioni sulle vicine montagne del triangolo lariano (lago di Como e Svizzera), crocere a vela sui laghi ed al mare (Croazia, Liguria, laguna veneta*), rilassanti passeggiate nei boschi dell'alta Brianza, vacanze tour nei paesi europei, prima con i figli e poi senza, loro poi divenuti troppo grandi per...sopportarci...
Bellissimo itinerario lungo l'Adda, tra Brivio e Capriate (45 km a.r.). A sinistra la sponda bergamasca, sullo sfondo in alto il ponte ferroviario (h = 100mt.) del 1890.

Riuscii ad esempio a godere lunghi giri con gli sci di fondo, sopratutto in Svizzera e sull'Altipiano di Asiago** (sino ai 50 km della marcia bianca), ad affinare le mie capacità di velista alle Bocche di Bonifacio, tra Sardegna e Corsica, dove il vento è sempre teso e raramente perdona errori...Ma la vacanza più bella la facemmo con mia moglie nel 1990, in moto (Custom Guzzi Florida), in Corsica, girando quasi tutta la bellissima isola, le sue splendide cale, ma anche il selvaggio interno, con montagne a ridosso dei 2.000 mt., dove d'inverno si scia.
Guzzi Florida V35

I figli crescevano ottimamente, fra studio e sport, sopratutto nel nuoto, ben avviati all'agonismo. Gioel in particolare, essendo più disponibile, ligio e determinato negli allenamenti, ottenne importanti risultati anche a livello nazionale, conseguendo il terzo posto nei 50 delfino ai campionati italiani under 11 (Coppa Scarioni 1984). Passato poi alla pallanuoto con il Como, fu ripetutamente convocato ai collegiali per la nazionale allievi, raggiungendo il 4° posto nel Campionato di categoria, a 16 anni, nel 1991. La finale del torneo si teneva a Firenze, da dove tornò la sera tardi. La mattina dopo levataccia alle cinque, per essere all'aereporto di Linate in tempo per salire per la prima volta in aereo, diretto a Sidney, Australia, via Francoforte. 
Gioel con Wanda ad Orsenigo

Aveva 16 anni. In Australia visse per quasi un anno un'esperienza meravigliosa di vita, ospite presso famiglie locali, frequentando la scuola, vivendo la vita, facendo gli sport tipici di quel fantastico mondo, imparando ottimamente l'inglese e facendo un'esperienza di molto formativa. Ciò che fù possibile tramite l'organizzazione E.F. International.

La stessa tramite la quale già nel 1986 nostra figlia Valentina, 17 anni, aveva trascorso uguale periodo negli U.S.A., alla stessa maniera, con analoga soddisfazione, realizzando anche lei notevolissima esperienza e maturazione.
Noi siamo convinti che la formazione educativa e caratteriale dei nostri figli sia stata decisamente premiata, anche nell'età adulta, anche ai fini lavorativi, da quel tipo di esperienza.
Valentina in particolare era un'adolescente tendenzialmente introversa, apparentemente insicura nonostante fosse (parere generale di chiunque la conoscesse) ampiamente premiata da
notevoli doti di bellezza ed intelligenza.
Valentina in cammel tour in Marocco

L'esperienza americana ne trasformò il carattere, ritornò totalmente estroversa, allegra, comunicativa, intraprendente e determinata ! Parlando un inglese pressochè perfetto. 
Trasformazione che l'aiutò sicuramente moltissimo negli anni successivi, quando terminati gli studi decisa ad andare a vivere a Milano ed a verificarsi nel lavoro: dedita al commerciale (buon sangue non mente...) fece rapidamente una notevole carriera, arrivando a coprire incarichi relativamente importanti con società di primo livello nell' ambito del marketing informatico.
Gioel sulla sfondo della piscina, dietro la nostra casa.

Nel 1987, dopo 12 anni che l'abitavamo, sempre migliorandola, vendemmo la nostra villetta chalet di Orsenigo. Decisione difficile e sofferta, nella misura in cui ci avevamo dedicato l'anima ed in essa ci identificavamo totalmente come stile di vita.
Purtroppo ci portarono a farlo noiosi problemi di vicinato, con i quali giudicammo non valesse la pena di convivere.
Iniziò così un periodo di transizione, poi aggravato da miei problemi di lavoro, periodo che durò 3 - 4 anni, durante i quali ci trovammo a fare scelte abbastanza importanti  per il nostro futuro.
Venduta la nostra villetta ci trasferimmo provvisoriamente in un appartamento all'interno del residençe di Villa Odescalchi, nella vicinissima Alzate Brianza. Villa dotata di un meraviglioso, grande parco secolare, con grande piscina e due campi da tennis.
Vi trascorremmo un anno piacevolissimo, godendo appieno quel favoloso contesto, realizzandovi amicizie e compagnie con cui era bello trascorrere il nostro tempo.
Hotell Residence Villa Odescalchi

Contemporaneamente decidemmo di approfittare di una importante occasione, l'acquisto di un appartamento in Liguria, un attico di c.a 100 mq. con ampio terrazzo a Zoagli, tra Rapallo e Chiavari, di fronte a Portofino. Una posizione da favola: comodo con l'Aurelia, a 150 metri dal mare, cui si accedeva tramite apposito sentiero pedonale, in una caletta attrezzata con bar ristorante, spiaggetta, un piccolo molo e rimessaggio per le barche ! Ma la cosa più notevole era il panorama ! Di fronte a noi si apriva a 180° il Golfo del Tigullio, e la davanti a noi, a soli 4 km., la mitica Portofino !
Avrebbe potuto divenire in futuro il fantastico ritiro per la nostra vecchiaia in pensione e nel frattempo essere una grande opportunità di vacanze, soggiorni, weekend in ogni stagione, a circa 2 ore di auto dalla nostra residenza comasca.
Zoagli, cala degli ulivi dove eravamo ubicati, in alto Portofino, la punta del promontorio.

Ma putrtroppo non fù così ! Facemmo infatti l'imperdonabile errore di rivenderlo dopo neppure due anni, a conferma del saggio detto per cui "del senno di poi son piene le fosse".
Ma è anche vero che ci trovammo proprio in quel periodo ad affrontare pesanti problemi decisionali, sopratutto attinenti la mia opportunità (o necessità...) di cambiare lavoro, accettando una precisa offerta che prevedva necessariamento il nostro ritorno nel Veneto.
Ed in  considerazione di questa concreta prospettiva, allontanandoci di altri 200 km. diventava assai meno fruibile la nostra bella casa nel Golfo del Tigullio, avendo per altro l'opportunità di...monetizzare per l'aqcuisto di una nuova prima casa in zona Padova, Colli Euganei.
Tranne poi ripensarci, restando infine in quel di Como, favoriti da altra nuova, più interessante opportunità di lavoro in quella zona. 
Ritorno ai colli Euganei ? Occasione mancata.

Nella decisione giocò anche il fatto che proprio allora si rese disponibile un nuovo, bellissimo, grande appartamento attico, superpanoramico, nello stesso residence in cui avevamo già abitato appena giunti in Lombardia, prima d'improvvisare la nostra villeta chalet. Nel contesto di 3 ettari di verde collina circondata da boschi e prati dell'alta Brianza, a 10 minuti da Como lago, ad 1 km da Cantù, il residence includeva poche ville mono e bifamiliari immerse nel verde, con tennis e piscina.
Vi abitammo per i successivi 15 anni, sino a Settembre del 2003,
e molto probabilmente ci vivremmo ancora se l'unico proprietario di tutto il residence fosse stato disponibile a venderci l'appartamento in cui abitavamo.
Negli ultimi 6 -7 anni gli eredi cercarono poi di vendere, ma senza riuscire ad esitare neppure una singola unità, ad un prezzo pari a nemmeno la metà di quello che noi nel 2003 saremmo stati disponibili a pagare !
Ciò è purtroppo significativo di un mondo assai tristemente cambiato, da svariati punti di vista, come tutti ben sappiamo, nella misura in cui ne paghiamo le conseguenze.
Cantù, panorama, sullo sfondo le montagne del lecchese.

Io escursionista.
I primi anni di quel periodo, dal 1989 al 1992, furono comunque per noi ancora buoni, sostanzialmente "felici", solo in parte adombrati dalle preoccupazioni che caratterizzarono allora la mia conflittuale situazione professionale.
Che non ci impedì tuttavia di vivere e godere pienamente delle molte opportunità di un'agiata vita borghese in un contesto decisamente favorevole e fortunato.


The lonely dolphin 

Su questo stesso blog v. post:
* Aglaja, storia di una barca un pò speciale
    http://swimmingeorge.blogspot.it/2012/03/aglaja-storia-di-una-barca-un-po.html
* * Della montagna
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domenica 28 agosto 2016

Indagini su un cittadino al di sotto di ogni dispetto !



Indagini su un cittadino al di sotto di ogni dispetto.
(Storia per cui da 50 anni "sorrido" a proposito della "privacy"...)

E’ una storia mia personale e ne sono il protagonista, senza (per fortuna) alcuna memoria di risonanza pubblica o di qualche notorietà mediatica.
Ma ha un valore sicuramente emblematico e rappresentativo del periodo “storico-sociale” in cui ambientata e, più in generale, di quello che ancora è l’Italia oggi.
L’argomento infatti è di estrema attualità:

Intercettazioni, indagini, violazione della “privacy”(in totale violazione sia della “privacy” che della legge).
N.B.: I nomi indicati, di persone e luoghi, sono di fantasia. Il racconto dei fatti, realmente accaduti, è stato talora leggermente modificato per proteggere meglio la ...privacy degli interessati, ma senza cambiare la sostanza degli avvenimenti. Ciascuno, ma lui solo, volendo potrà riconoscersi nel personaggio che lo riguarda.


Estate 1972, in vacanza andremo in montagna, al Sestriere ed in previsione di qualche escursione nella vicina Francia chiediamo il rinnovo dei passaporti, allora necessari per varcare i confini.
Per comodità affidiamo le pratiche ad agenzia che ci indica i tempi utili per riavere i documenti rinnovati. Alla scadenza mia moglie và a ritirarli ma c’è soltanto il suo, che include anche i bambini. Per il mio dovrà ripassare.
Ritorna più volte, niente ! Vado io e, palesemente nicchiando, fanno capire che è meglio io stesso mi rechi in Questura ”a sollecitare la pratica”.
Questura, ufficio passaporti: l’addetto di là del banco, ad alta voce, di fronte a molte persone presenti, mi appella:  

“ma lei non può mica avere il passaporto, lei ha il “fascicolo rosso!”.
“Che cos’ ho io?” “il fascicolo rosso…”. Stralunato, ancora io:”e cosa è il fascicolo rosso?”. Risposta”Eh…è il fascicolo rosso…ora glielo faccio vedere”, si allontana, ma torna subito con un voluminoso, pesante incartamento sul quale c’è scritto il mio nome! “ Ecco, è questo, vuol dire che lei non può avere il passaporto…” “……????”. Lui: “Se vuole la faccio parlare con il capo dell’ufficio passaporti…”. “Certo che voglio, mi ci faccia parlare!”.
Contrariamente a quanto mi aspettavo l’accesso al capo ufficio è quasi immediato. 
Lo stesso addetto, recando il grosso fascicolo che mi riguarda, mi accompagna in un enorme ufficio semibuio, in fondo al quale, seduto ad una scrivania c’è il responsabile.
L'uomo che sapeva troppo

Che mi scruta da lontano: “Lei si fermi li ed aspetti”. Resto in piedi, praticamente sulla porta, ad almeno 7- 8 metri dalla scrivania, sulla quale l’addetto posa il voluminoso malloppo: è evidente che non si vuol rischiare che io possa intravedere il contenuto di quegli incartamenti…|!
Il funzionario comincia a sfogliare. Lo vedrò solo quella volta, sempre da lontano. Mi ricorda il commissario francese dell’ufficio di polizia a Marakesh, nel film “L’uomo che sapeva troppo”, uno dei migliori del grande Hitchcock…
Ciò che, non sapendo io altrimenti nulla, mi fa tuttavia  sentire in carattere…
Lui continua a sfogliare i contenuti, decine di cartelle, forse centinaia di fogli…
Mi piacerebbe tanto vedere cosa c’è scritto, ma è una curiosità  che non potrò mai soddisfare ! Forse nemmeno con improbabili e costose azioni legali.
Dopo un po’ che sfoglia comincia a scuotere la testa per poi dire: “Cazzate ! ...cazzate!” ed a ripetere, scuotendo sempre la testa “cazzate!”.
Dopo un altro po’ di “cazzate” chiude di botto il fascicolo e lo riconsegna all’addetto, si gira verso di me e mi dice “Non si preoccupi, lei è un galantuomo, vada pure…” e rivolto al subalterno “gli dia subito il passaporto con il rinnovo!”.

Ciò che avviene immediatamente, mentre l’addetto si stringe nelle spalle senza far commenti, ma con l’aria molto evidente di significare “ …attacammo’ ciuccio…?”.

Fascicolo rosso ! Fascicolo rosso ? Fascicolo rosso !?!?
Ma io so benissimo da dove arriva e perché !
Però non immaginavo che sarebbero arrivati a tanto, né che l'avrei scoperto inciampandoci dentro, dopo cinque anni !

Del resto era logico che ci fosse: perché per fare quello che avevano fatto dovevano aver istruito una pratica…Che poi è rimasta in giro, come una mina vagante, nei meandri della burocrazia “organizzata”…

1967, una città del nord Italia.
Avevo 26 anni e da qualche tempo soffrivo… pene d’amore…, come dice Nino Manfredi in un divertente film  anni ’60: “Straziami ma di baci saziami”. Film che  vidi più volte, un po immedesimandomi…
Il rapporto d’affetto e passione che da circa 5 anni mi legava ad un’apprezzabile fanciulla, era in crisi, con andamento alterno: più volte c’eravamo lasciati e poi ritrovati…Ancora molto coinvolto ne soffrivo...Amici e parenti, preoccupati di questa mia sofferenza, cercavano di aiutarmi, innanzitutto con la tecnica del “chiodo scaccia chiodo”, affiancandomi ragazze anche notevoli, comunque alternative…cui non risultavo perlopiù indifferente e qualcuna, compresa dalla mia situazione, decideva perfino di…salvarmi…Non ebbi mai tanti consensi femminili ed opportunità di relazione come in quel periodo
.
Tra le altre conobbi Tony, ragazzina diciottenne (quindi a quei tempi “minorenne”!), caruccia, tenera  e buonina, tutta acqua e sapone. Orfana di padre vedovo, era rimasta sola in balia della sua giovanissima matrigna, che esercitava su di lei una morbosa tutela. La frequentai in gruppo con gli amici 

che me l’avevano presentata, rivedendola episodicamente.
Senza catturarmi mi faceva tenerezza e compagnia, con la sua dolce ed ingenua presenza. Ma in tutta onestà presto le chiarii la mia situazione sentimentale,  considerando la sua età e palese innocenza.

Io avevo già un legame affettivo, anche se sofferto e a corrente alternata…Perciò non si facesse illusioni: potevamo essere solo amici. Poi col tempo...chissà ? Lei parve accettare serenamente il fatto, apprezzando la mia correttezza. Ma non l’accettò affatto la sua matrigna, che nel frattempo avevo conosciuta e che, avevo subito capito, cercava un partner su cui scaricare la figlioccia, ma che andasse possibilmente bene anche per lei…!
Ed era in questo scopo molto decisa e determinata.
Fossi io stato il Tognazzi di Piero Chiara in “venga a prendere il caffè da noi” sarebbe stata un’ occasione per realizzare il mio piccolo Harem.
Io ero invece un povero pirla, altrove innamorato, di fatto poco interessato alla fanciullina, men che meno alla di lei matrigna.
La quale, buon conto, sfruttando al sua "particolare amicizia” con un vicequestore promosse informazioni approfondite sul mio conto, presto realizzando come io già fossi ampiamente compromesso in altra situazione sentimentale. Apriti cielo !
La signora matrigna, si sentì tradita nei suoi calcoli e personalmente offesa: come osavo io frequentare gratis, cioè senza il dovuto impegno "morale" e formale, la
sua figlioccia (nonchè lei stessa) !? Così accadde che, senza alcun motivo dichiarato, io fossi allontanato. Perplesso ma non turbato, non ebbi comunque problemi ad accettare la cosa senza pretendere spiegazioni.

Ma dopo qualche tempo Tony  venne a cercarmi per informarmi circa le manovre della matrigna, concludendo infine che lei…si, senza volerlo, insomma… si era innamorata di me ! E guai se la sua matrigna se ne fosse accorta…
Capii allora di avere un nuovo problema. Ma ben lungi dal coglierne la grandezza ! Cercai subito di ridimensionare, di buttar acqua sul fuoco…
In fondo tra noi c’era stato nulla. Meglio continuare a non vederci. Lei fù d’accordo, sorprendentemente, data la dichiarazione che mi aveva appena esternata. Aggiunse perfino:”Si è meglio, anche perché non hai idea di quanto possa essere pericolosa la mia matrigna!”
Ciò che nel breve avrei ben verificato.
La matrigna cattiva !


Passò altro tempo, non ricordo quanto, e  mi arrivò un messaggio di Tony: voleva vedermi e mi fissava un incontro. Andai sperando di non dover ancora ridimensionare i suoi sentimenti per me…
Mi aspettava invece una grossa sorpresa. Lei arrivò con un pacchetto di lettere ed un piccolo registratore portatile: le lettere erano a me dirette dalla ragazza con cui continuavo ad avere una contrastata relazione ed erano state direttamente prelevate dalla mia abitazione ! Il registratore riportava un significativo mio colloquio telefonico con la stessa ragazza delle lettere!
Spiegazione di Tony: la sua matrigna, molto “amica” di un vicequestore, ex collega del defunto marito (il padre di Tony)… lo aveva convinto ad attivare indagini su di me, “che stavo cercando di sedurre la sua figlioccia minorenne”.

Seguendo la prassi, la cosa era stata affidata ad agenti della Digos che avevano provveduto a perquisire in mia assenza, il mio monolocale nel residence in cui abitavo ed avevano messo sotto controllo il telefono dell’altra ragazza (io non avevo allora telefono).
Tutto ciò banalamente per convincere Tony a lasciarmi perdere, dimostrandole che il suo amore per me era senza speranza…Peccato che ciò fosse esattamente quello che anch'io già stavo cercando di fare !
Ammetto che ci furono rari momenti di affiatamento in cui ero forse stato con lei troppo tenero, lasciandomi andare a due o tre castissimi baci. Assolutamente nulla di più. Soprattutto invece mi ero sforzato di essere con lei onesto e corretto, dichiarandole ad oltranza i miei impedimenti sentimentali.
Ed era probabilmente questa disarmante, chiara e pulita mia linea di condotta che aveva sortito l’effetto contrario!
Abbacinato dall’enormità dei fatti compresi in pieno la notevole pericolosità della matrigna cattiva. A maggior ragione ci confermammo allora con Tony di sospendere sine die ogni rapporto e ci augurammo buona fortuna. Nel farlo aggiunsi: mi spiace doverti mettere in guardia a tua volta, ma fai attenzione, quella donna può essere molto nociva anche a te stessa! Ma lei ne era già ampiamente consapevole.



Tornai a casa e, faticosamente cercando di restare freddo e calmo, torchiai il custode del residence in cui abitavo, costringendolo ad ammettere che lui, il solo che poteva, aveva aperto la porta del mio monolocale agli agenti in borghese venuti a perquisirlo. Ma previa autorizzazione telefonica dell’amministratore.
Cui allora rivolsi le mie rimostranze, concludendole con un ricatto:
finchè lei non mi rilascerà dichiarazione scritta e firmata dei fatti, a chi e perché ha autorizzato la violazione del mio domicilio, io sospenderò il pagamento del canone dpvuto. Abitai quel residence ancora per un anno. Gratis. E quello fù il mio piccolo risarcimento per un abuso che, come dirò, di fatto cambiò forse
il corso della mia vita.

Passarono settimane, mesi…Ebbi modo di sopire il fastidio dell’accaduto e dedicarmi ad altro. Al lavoro innanzitutto, che molto mi aiutò in quegli anni a distrarmi dai problemi (giovandomi per la carriera…), e continuai a coltivare, quasi masochisticamente, il mio rapporto con a solita amata, cui mi legavano ancora e tuttavia teneri struggenti, brevi ritorni di fiamma, alternati a problemi, con le solite periodiche separazioni…

Un sabato mattina d’autunno, una giornata grigia ed uggiosa, poltrivo a letto quando suonarono alla porta. Era il custode del residence che scortava una persona al mio monolocale: “ C’è un’ “altra” signora per lei…”.
una giornata uggiosa

Disse proprio così, un’”altra”, ed io mi sentii come quei personaggi, tombeur de femmes ad oltranza…L’ ”altra” signora era Sara, amica di Tonyy. Un tipo particolare, arguta e scafata, probabile “femminista” in divenire, abbigliata eccentricamente, ciò che forse aveva confermato il custode nella sua allusione
Sara venne subito al dunque: Tony aveva subito un grave incidente d’auto, in circostanze abbastanza strane ed era in ospedale conciata assai male, piena di fratture, viva per miracolo e…voleva vedermi ! Al più presto.
Andai la mattina stessa e la trovai veramente conciata, assai dolorante nonostante la morfina, più che respirare rantolava…Ma riuscì a ripetermi il suo amore per me…Cosa potevo fare ? Non mi sentii in quella circostanza di negarmi come già avevo sempre fatto. Cercando di non sbilanciarmi troppo provai a rincuorarla : “ora pensa a guarire, poi vedremo… qualcosa sarà…”. Poi ritornai la sera portandole un orsacchiotto di peluche e dei fiori.
Le degenti dei letti vicini, nell’ampia camerata (allora c’erano ancora negli ospedali stanzoni a 8, 10, perfino 12 letti) mi guardavano con intenzione, come se stessero assistendo alla scena di un’avvincente telenovela…
Così Sara la mattina successiva venne a riferirmi come la matrigna fosse andata su tutte le furie: giunta dopo di me in ospedale aveva trovato fiori ed orsacchiotto e saputo dalle beghine dell’aitante giovanotto che li aveva portati !
Sara era subito venuta a rifermi l’accaduto: ad evitare altri rischi di scenate era meglio che non andassi più a trovare Tony


Il sabato successivo c’era il matrimonio di mio fratello.
Io allora non l’avrei mai immaginato ma tra noi due il più fortunato ero io!

Per me quel giorno sarebbe finita una lunga, appassionata ma diatribata storia d’amore. Per lui iniziava ciò che presto sarebbe stato…un divorzio! Entro un anno o poco più si sarebbe infatti separato da colei che stava ora per sposare !

Davanti alla Chiesa di...
Il matrimonio si celebrava nel pomeriggio, ed era ancora un'uggiosa mattina autunnale. Io mi attardavo nel mio letto, quando suonarono al citofono. Era la mia tormentata fidanzata:”Non voglio salire, ma devo dirti una cosa importante. Ci vediamo alle 11.00 in piazza…davanti alla Chiesa…”

Non fosse bastato il suo tono, ebbi comunque un presentimento nefasto.
Andai puntuale all’incontro, già preparato al peggio. Lei arrivò con un forzato, sardonico sorriso sul suo bel volto, teso e vagamente accigliato: “ieri sera mi ha telefonato una signora…, la mamma di Tony e mi ha raccontato che razza di individuo tu sia, che vai persino in ospedale ad importunare sua figlia minorenne, tentando di circuirla con le tue manovre…”… 

E via andare, così argomentando.
Mentre mi aggrediva concionandomi la guardai, senza speranza: sembrava l’arcangelo Gabriele che caccia Adamo dall’Eden ! Le mancava giusto la spada infuocata, fiammeggiante ! Tentai di balbettare qualche spiegazione, ma capii che era inutile, non mi avrebbe ascoltato ( e ciò che potevo da raccontarle era intricato, complesso, inusitato, ai limiti della credibilità di chi fosse assai più di lei ben disposto…figuriamoci lei, e in quel momento !).
Non me lo avrebbe permesso, era fin troppo chiaro.
L'Arcangelo Gabriele...

Del resto quella era l’occasione perfetta per chiudere definitivamente un rapporto difficile, diatribato, che ormai si trascinava faticosamente da un paio d’anni in forza dei sentimenti che ci avevano tanto uniti in passato e di una passione tuttavia latente. Un’ottima soluzione finale, per quanto triste, deprecabile, perfino squallida: “una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata da me !”.
Conscio dell' impossibilità di reagire ( e in fondo forse stanco anch’io di quel rapporto ormai così sofferto…) accettai il verdetto, e non la rividi mai più.
Mai più! Ora sono quasi 50 anni !

Ebbi un inverno triste, uggioso, da cui mi distrassero il lavoro e qualche svogliata avventura…Fanciulle altrimenti apprezzabili, talora propense a “salvarmi”… accompagnavano il mio tempo, io poco propenso, scarsamente interessato…
Poi venne la primavera del’68 e pian paino mi risolsi a fare buon viso a sorte avversa. Episodicamente, quasi segretamente, rivedevo Tony, lentamente ripresasi, ma con molta prudenza ed amichevole distacco, essendomi per altro confermato che non m’interessava. Ebbi altre avventure e poi …incontrai lei.
Già l’avevo conosciuta e ben notata, ma solo ora avevo occasione di vederla frequentemente e ne fui decisamente attirato, molto anche a livello…ormonale: era una bella fiola ventunenne (quindi giusto maggiorenne…!), una solida bambola, naif ma affatto banale, assai ben strutturata, molto dolce e dalle prospettive caratteriali affatto problematiche…! Aveva anche un temperamento artistico, fantasioso, che ben corrispondeva a mie analoghe peculiarità.


Buon ultimo, non feci in tempo a conoscerla che era già innamorata di me.
La prima volta che la invitai ad uscire si liberò al volo di un qualche moscone che giustamente le ronzava intorno e…partimmo per la tangente…!
Il mio amore per lei fu lento a crescere a causa delle ferite che ancora stavo cicatrizzando, ma fui presto inesorabilmente coinvolto.
E a Settembre dello stesso anno ci sposammo, inesorabilmente, stante anche una…cicogna in arrivo !

Rimasi comunque stupito quando comuni amici mi riferirono che la mia ex aveva loro manifestato gran dispiacere per avermi definitivamente perso. 

Ciò non mi risultava poter essere nella logica dei fatti verificati da ormai oltre un anno, in totale assenza di qualsiasi altro evento o contatto. Ma il suo dispiacere era forse nel disappunto di aver perduto un costante riferimento di attenzione e dedizione, cui eventualmente ricorrere quando l'avesse voluto…
O, come assai più banalmente si dice: “la gomma di scorta”…
Purtroppo ci rimase malissimo Tony e per lei mi dispiacque enormemente…
La rividi dopo cinque anni, incontrandola per caso ed ebbi la consolazione di trovarla in gran forma, forte e decisa, gratificata dalla vita che era riuscita a costruirsi. Raggiunta la maggiore età aveva infine lasciato la matrigna alle sue beghe, aveva iniziato a lavorare in concorrenza con lei e si era felicemente 
sposata ! Ero ben contento per lei, ma anche per me, involontario responsabile della sua delusione amorosa.
Ma la vita riserva però nel tempo risvolti contradditori.
Dopo circa 25 anni, Tony riuscì a rintracciarmi e mi raccontò la sua infelice, quasi drammatica storia coniugale…Anche questa volta cercai di rincuorarla, ma non riuscii a farlo come forse lei avrebbe voluto. Sicuramente quella povera ragazza avrebbe meritato una fortuna assai migliore !

Ma bando agli amori, fortunati e sfortunati, mi occorre concludendo  una domanda, che da oltre quarant’anni mi porto addietro:
che fine ha fatto il mio “fascicolo rosso”, voluminoso, ingombrante e ripieno di…”cazzate, sono solo cazzate”…, come per mia fortuna aveva deciso l’allora responsabile dell’Ufficio Passaporti della Questura di…
Auspicabilmente l’ultimo o perfino il solo ad averci mai guardato dentro ?
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 The lonely dolphin