giovedì 9 giugno 2016

Momenti Felici della memoria 4^ Parte

Momenti felici della memoria  4^ Parte (1966 - 1970)

Ritornato a Padova dedicai ogni energia ed entusiasmo nel mio nuovo lavoro.
 poco più che ventenne.
Avevo 25 anni, ed alcuni di scuola spesi "sul campo", sopratutto nel commerciale, ed una conoscenza basilare del settore petrolifero, avendo già svolto per un anno analogo incarico con API. Ma sopratutto avevo fatto un po di esperienza alla scuola  della fame...Avevo quindi i migliori stimoli per essere motivato al massimo.

Marathon Oil era ed è una delle principali compagnie petrolifere multinazionali made in U.S.A., era da poco sbarcata in Italia, acquisendo varie piccole e medie strutture già esistenti, così da sommare circa 1.500 punti vendita, distributori di carburanti. Il suo target era di valorizzarli e realizzarne altrettanti nel volgere di qualche anno. Il mio incarico prevedeva periodiche ispezioni ad una cinquantina di distributori, curando che le loro gestioni funzionassero al meglio così da produrre i migliori incrementi di vendita.
Inoltre dovevo occuparmi dei vari aspetti amministrativi e burocratici (registri U.T.I.F., Vigili del Fuoco, Prefetture, C.C.I.A.A., Comuni...), dell'assunzione di nuovi gestori e del loro addestramento. Last but not least ero anche "ledman", dovevo ciò accuparmi della realizzazione di nuovi punti vendita, compito di notevole impegno: cercare nuovi terreni in posizioni strategicamente idonee, contattarne i proprietari per formalizzare un compromesso alla vendita o ad una lunga locazione,
Stazione di servizio Marathon
formulare un P.&L. (Profit and loss) per valutare l'opportunità dell'investimento (previsioni di vendita, costi di realizzazione e di gestione...), contattare i numerosi enti interessati alla concessione dei permessi per valutare la loro disponibilità. Ecc...
Era un incarico importante ed io ero il pivello della situazione, avendo i miei tre colleghi tutti circa il doppio dei miei anni. La zona di mia competenza era gran parte del Trevigiano e tutto il Bellunese, dove però non esisteva ancora un impianto. Partii come dicevo a testa bassa, lavorando a volte anche di Domenica, seppure non richiesto.
Ogni Lunedì mattina avevamo riunione in filiale, presieduta dal direttore Comandante Ronconi, che avava grande carisma e capacità di istruirci su quanto c'era fare, come farlo e sopratutto
ribadirci che "dovevamo" farlo !
Ronconi aveva ben capito la mia ottima volontà, buona capacità e notevole ambizione, per cui mi "sfidava" alla prova, chiedendomi anche cose al limite dell'impossibile...
E qualche volta io riuscii a sorprenderlo facendole !
Finì così per usarmi come stimolo ed esempio nei confronti dei miei ben più attempati ed esperti colleghi, mettendomi talora in non poco imbarazzo.

Dopo poco più di in mese dalla mia assunzione, quando ancora ne mancavano due al superamento del periodo di prova contrattuale, in piena riunione lui sbandierò la mia ultima relazione additandola ai altri presenti come esempio eclatante di "come si lavora !", subito poi aggiungendo, rivolto a me: "lei non ha bisogna di ulteriore periodo di prova, si ritenga confermato sin da questo momento !".
Io non sapevo dove guardare ne cosa dire, sentendomi al contempo estremamente lusingato e gratificato, ma anche imbarazzatissimo.
Pur sapendo che con quella sparata Ronconi voleva in particolare mortificare uno dei miei colleghi, non esattamente ligio ed assiduo nello svolgere i suoi compiti.

Partii dunque col vento in poppa, sentendomi felice e realizzato, in buona armonia con la morosa, che riempiva il mio tempo libero dal lavoro, ma non per quanto io avrei voluto..., lasciandomi per altro libero di dedicarmi ogni volta che fosse possibile allo sport.
Tempo libero...

In effetti se appena potevo, raramente, andavo in piscina a nuotare, alla RariNantes in Paltana, dove ero socio onorario, essendomi l'anno prima laureato campione italiano di nuoto salvamento proprio con quel club. Oppure nelle vasche termali di Abano e Montegrotto, distanti pochi chilometri, magari la sera o in ora pasti.
Poi cominciai ad avere qualche problema. Il buon stipendio che ora guadagnavo mi permetteva un discreto trend i vita, le spese dell'auto erano rimborsate, così come la maggior parte dei pasti. Andai ad abitare una decorosa camera in affitto, a soli trecento metri dalla filiale...e mi risolsi anche ad acquistare un'auto nuova, una fiammante Renault 1.100 major, al posto della ultradecennale Fiat con cui ero partito da Genova.
Presto realizzai un nuovo stile di vita che mi portava, senza che  me ne rendessi conto, a spendere tutto ciò che guadagnavo...
Il successo appena ottenuto mi aveva preso la mano, anche perchè era la prima volta in vita mia che mi trovavo a gestire delle entrate su cui avrei potuto ragionevolmente risparmiare, anzichè dover tribolare per arrivare a fine mese, come sino ad allora era sempre stato. E "risparmiare", per mettere su casa e sposarmi, era la logica attesa della mia morosa, sopratutto dei genitori di lei, ai quali il mio ritorno a Padova non era stato forse esattamente gradito.
Renault 10 major anni'60

Iniziarono così i primi screzi, diradarono drasticamente gli inviti a casa della fanciulla, che preferiva, mi disse, c'incontrassimo fuori...
Avemmo anche qualche litigio, sia per questi motivi, un po perchè a me pesava ogni volta la sua costante ritrosia, ad.... approfondire i nostri rapporti amorosi, così come avrei voluto. Erano molte le fanciulle di quei tempi che temevano di rimanere incinte, rifiutando in linea di principio gli anticoncezionali...
Il famoso "Complesso di E...dopo"...
A Settembre mi capitò il malanno: peritonite da appendicite perforante, operato d'urgenza alle 11 di sera. Un caso quasi disperato, mi disse il primario, lontano parente della morosa, appositamente allertato quella notte per operarmi lui stesso.
Arrivò mia madre da Genova ad assistermi e dopo otto giorni, 
per quanto ancora assai debole e provato, convinsi i medici a dimettermi con un mese di convalescenza, che andai a trascorrere a Genova dai miei.
Ma nel frattempo la morosa mi aveva lasciato !
Aveva litigato con mia madre, accusandola assurdamente di "non essersi presa cura di me", già in ospedale, davanti al mio letto. Poi venne a darmi il ben servito affermando in buona sostanza che io ero troppo problematico da accompagnare e che era assai meglio ci prendessimo una pausa di riflessione, troncando comunque ogni rapporto da subito. Non feci alcuna fatica ad immaginare l'indottrinamento ricevuto in famiglia per portarla a quella repentina decisione.
Pene d'amore...

Seguì un lungo periodo in cui non ebbi "momenti felici", bensì pene d'amore. Mi rifugiai ancor più nel lavoro, per distrarmi, ma senza più la carica d'entusiasmo con cui ero partito. Gli amici fecero a gara per procurarmi alternative e non ebbi quasi mai in vita mia, tante occasioni di "distrazione". Tutte volevano consolarmi.
Poi nel 1967 m'ingegnai di reincontrare "per caso"la mia "quasi ex", riuscendo nuovamente ad agganciarla, ma a patto che ci saremmo frequentati di nascosto dai suoi genitori (notare che la bimba aveva 25 anni, io essendo di soli 3 mesi più vecchio).
Tornarono allora sprazzi di "momenti felici", in cui entrambi riuscivamo a raggiungere il fantastico, tenero ed appasionato languore dell'amore felicemente corrisposto.
Ma si alternavano a periodi cupi, in cui lei "realisticamente" constatava che troppe cose che ci allontanavano: il lavoro che io facevo, sempre in giro e spesso lontano da casa...Il fatto che io non fossi "ancora" laureato, comunque con scarse prospettive di addottorarmi, ciò che per le "sue" prospettive coniugali era un "must". Il fatto che io fossi ateo dichiarato, ciò che avrebbe potuto costituire un problema nell'educazione dei figli. Buon ultimo la "tara" dei miei problemi famigliari, di cui prima o poi avrei dovuto, secondo lei, sopportare le conseguenze.
Col senno di poi e dopo mezzo secolo, posso dire che avesse torto su molte di queste ed altre cose, ma che avesse invece assolutamente ragione sulla nostra incompatibilità di fondo, etica ed esistenziale.
Ma allora ero molto preso di lei e non in grado di cogliere l'importanza oggettiva del problema. Misi casa, affittando un appartamento ed arredandolo in qualche modo, dove per sei mesi andai ad abitare, provocandola verso prospettive matrimoniali.
Poi, non ricordo questa volta come fù, una nuova rottura..., lei decise che dovevamo allontanarci sine die e sino a diverso avviso.
 
Padova, piazza delle Erbe, il Palazzo della Ragione con la Sala dei Giganti.

Come sempre mi rifugiai nel lavoro, molto sport, amici ed alcune avventure, senza peso, che la mia mente (o se si vuole il mio "cuore") non era in grado d'impegnarsi. La più coinvolgente fu con una bella ragazza, cognata di un mio carissimo amico, colta e raffinata, buona e generosa, che era anche prima nipote di un importante ministro di quei tempi.
Accasandomi con lei, ebbi più tardi modo di realizzare, avrei potuto, sfruttando la sua parentela, dare una svolta assai rapida e sostanziale alla mia carriera...Come fece il mio amico, marito della sorella. Ciò che racconto in un post specificamente dedicato, su questo stesso blog:
"Serafino, o della vocazione radical chic"
http://swimmingeorge.blogspot.it/2013/03/la-vocazione-radical-chic.html
Ma giuro di non avere rimpianti, essendo altrimenti gratificato ed orgoglioso di aver fatto poi, con i miei soli mezzi, quel poco che mi è riuscito.
Ma quello fu il periodo, intenso, eclatante, magico ed esaltante, se pure molto sofferto della mia psicanalisi. Durò un anno e mezzo e fu esperienza travolgente, se valutata col senno di poi, sulla base dei risultati. Non mi dilungo nel racconto dei particolari (che sono comunque ampiamente descritti in altro post, sempre su questo blog: "Il rebus e la sfinge"  http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/06/il-rebus-e-la-sfinge.html )
Sigmund Freud

Poco o tanto, a periodi, avevo sofferto problemi emotivi, inspiegabili fissazioni, tic ricorrenti, ed il vago ricordo di traumi affettivi ed emozionali infantili. Ora, in concomitanza con i problemi sentimentali che mi poneva il mio alterno rapporto amoroso, mi accadeva di avere amnesie di qualche gravità e risvolti negativi su lavoro e vita quotidiana. Una volta non riuscii per tre giorni a ritrovare l'auto che io avevo parcheggiata in centro a Padova ! Dimenticavo impegni di lavoro, perdevo regolarmente le chiavi di casa, spesso costretto ad entrare prendendo a spallate la porta ed a lasciarla poi, andandomene, solo accostata...
Mi affidai ad uno psicanalista freudiano e vissi la mia costosa, sofferta, vorticosa avventura alla ricerca di me stesso.
Così, lentamente, sopratutto grazie all'interpretazione di alcuni sogni "chiave", il cui simbolismo avrebbe fatto la felicità dello stesso Sigmund Freud, la porta chiusa sul mio "io" divenne via via trasparente, sino a mostrarmi le verità che avevo sempre sapute, ma che il mio subconscio non sapeva accettare.
Ciò che mi consentì negli anni successivi maggiori equilibrio, maturazione, serenità nel considerare ed affrontare gli eventi della vita, non sempre positivi.
Imparai a cogliere con maggior cura l'attimo fuggente, a godere senza rimpianti nuove avventure, di ogni tipo, ed a fronteggiare con maggior discernimento le inevitabili difficoltà.
Santa Giustina, in Prato della Valle, Padova

Nell'autunno del '67 si sposò mio fratello 22enne, la cerimonia era nel pomeriggio e la mattina stessa ricevetti la convocazione per le ore 11.00, in Prato della Valle, di fronte alla chiesa di Santa Giustina, da parte della mia morosa che doveva urgentemente parlarmi. Era una giornata uggiosa d'autunno, umida e triste ed io mi presentai puntuale, avendo la sensazione di dover affrontare il peggio.
Ella arrivò con fare deciso, quasi trionfante, per ripudiarmi ed allontanarmi definitivamente dalla sua vita ! La sera prima le aveva telefonato la mamma di una ragazza, appena diciottenne, denunciandole il fatto che io stessi tentando di sedurla, precisandole particolari inequivocabili ! Ciò era per lei la goccia che traboccava il vaso. Che io fossi un "sordido individuo" non arrivò a dirlo ma fu come lo avesse fatto. Addio per sempre ! 
Io quasi replicai. Era troppo difficile e complicato farlo, sopratutto con chi palesemente mi aveva già condannato, senza possibilità di replica. Dal suo atteggiamento traspariva come una catarsi liberatoria: finalmente aveva trovato la "giusta causa" per liberarsi di me. Era l'arcangelo Gabriele che caccia Adamo dall'Eden ! Non la rividi mai più, e sono trascorsi ormai quasi 50 anni. Tranne ripescarla per caso su facebook qualche anno fa.
Cacciato dall'Eden !

Ma la storia della fanciulla diciottenne, oltre all'esito non marginale di cui sopra, ha un peso particolare nella storia delle mie esperienze, seppure non esattamente in quella dei "momenti felici".
Anche se con lei ebbi a condividere alcune occasioni di spensierata compagnia, serena amicizia e "casta" frequentazione.
Conosciuta tramite amici, sempre dediti a procurarmi occasioni di distrazione, era ragazzina carina, pulita, garbata, meritevole assai più di quanto io non fossi in grado allora di dedicarle. Andammo in giro in compagnia con gli altri, con sua madre, qualche volta da soli e mai nulla tra noi vi fu se non un castissimo, innocente bacio. Io molto onestamente subito le dissi di essere già altrimenti impegnato in un tribolato rapporto e di non essere perciò sentimentalmente disponibile. 
Ciò che fu probabilmente grave errore, perchè la indusse a volermi consolare, infine ad innamorarsi di me.
La madre era tutt'altro tipo: vedova 36enne, amante di un vicequestore e propensa a trovare qualcuno per la figlia che andasse bene anche per lei...Fece fare informazioni sul mio conto da cui risultò io fossi già fidanzato ! Apriti cielo ! Immediatamente impose all figlia di bloccare con me ogni rapporto, per quanto questa le dicesse di esserne già al corrente, avendola io stesso informata. Di questa improvvisa chiusura io non ebbi spiegazione alcuna, ne mi preoccupò più di tanto averne cognizione, adeguandomi senza problemi.
...Agenti del SISDE...

Ma dopo qualche tempo ecco che la fanciullina mi viene a cercare per significarmi chi fosse davvero sua madre e che cosa potesse fare: usando il vicequestore suo amante aveva fatto fare indagini sui miei comportamenti utilizzando agenti del SISDE, che erano già stati di nascosto a casa mia per una perquisizione ed avevano messo sottocontrollo il telefono della mia morosa, io non avendo una linea mia da controllare. A riprova la fanciulla mi consegnò un pacchetto di lettere della mia morosa e mi fece ascoltare una mia telefonata con lei, registrata sul suo "Geloso" portatile ! Io ero basito e lei mi confermò: "dobbiamo fare attenzione perchè mia madre è una persona molto pericolosa". Mi propose infine di non rivederci, per il mio bene, almeno fintanto che non si fossero calmate le acque. Concordai di buon grado, essendo già comunque ormai avviato in quella direzione, senza problemi
Ma la sera stessa torchiai il portinaio del mio residence, che faticosamente ammise di essere stato costretto a far entrare quei "signori in borghese" in casa mia, ma solo dopo averne avuto l'autorizzazione dall'amministratore.
Registratore "Geloso"

Realizzai subito che contro la violazione subita, in particolare a quei tempi, non avevo chançe alcuna, ma forti probabilità invece di farmi male...Mi accontentai di attaccare l'amministratore, dicendogli che da allora in poi l'affitto l'avrei pagato solo a quei "signori in borghese" cui lui aveva consentito l'accesso in casa mia. E per i molti mesi in cui ancora vi abitai così feci, non pagando nulla e senza ricevere che meri solleciti verbali...  

Poi ancora solita vita, tanto lavoro, sport,  momenti felici, un po di tristezza, qualche fortunata avventura, ma senza convinzione. 
Finchè un'uggiosa mattina di sabato autunnale fui quasi svegliato dal portinaio che bussava alla porta: " C'è un' ALTRA*...signora per lei" (* a sottolineare il frequente alternarsi di visite muliebri). Mai vista ! "Sono un'amica di...(riferendosi alla fanciullina diciottenne), mi ha mandato a chiamarti perchè vuole vederti. E' in ospedale in gravi condizioni, ha avuto un brutto incidente d'auto...Non potevo negarmi e quella stessa mattina andai con dei fiori, trovandola conciatissima, tutta ammaccata, fratture varie, lividi sul volto...In autostrada l'istruttore guida verso cui l'aveva spinta la madre, lui grandissima testa di..., si era messo a palpeggiarla mentre lei guidava...! Auto capotata più volte con salto di carreggiata...vivi per miracolo ! Cercai di consolarla, di darle fiducia in una totale guarigione e...forse le lasciai anche sperare un mio interesse per lei che non c'era mai stato, ne ci fu mai successivamente. 
Capotamento in autostrada

Rimasi al massimo venti minuti, fra la notevole curiosità delle varie degenti che occupavano l'ampio camerone. Con il senno di poi m'immaginai la scena di quando arrivò la madre:"Chi ha portato quei fiori !?"...e le comari pronte a riferire la visita di un giovane aitante...La sera stessa l'arpia fece la telefonata !
E con quella involontariamente sciolse svariati nodi che da tempo mi ancoravano ad una stressante situazione, liberandomi così verso nuove strade che cambiarono ancora la mia vita.
Tutto ciò mi fu però chiaro solo negli anni a venire, in quel momento sentendomi altrimenti tristemente avvilito, sopratutto impotente a difendermi chiarendo una situazione che non solo era di per se follemente assurda, ma la cui responsabilità era in buona parte attribuibile alla mia ormai "ex" morosa, per il continuo tira e molla con cui stava ormai da un paio d'anni lei gestiva a suo capriccio il nostro rapporto ! Amen e così sia.
Lentamente poi me ne diedi ragione, cercai di curare quell'ultima definitiva ferita, realizzando i miei "momenti felici"  in un lungo futuro, arrivando fino ad oggi, verificando tutta una serie di alternative, talora meravigliose !
Piazzetta Pedrocchi con lo storico Caffè.

Non dico che non soffrissi..., ma ormai c'ero abituato...
Alsolito lavoro, tanto lavoro, sport, qualche avventura, gli amici e mio fratello. Ormai sposato giovanissimo, si stava realizzando alla grande, come mobiliere, con un nuovo negozio aperto in Padova centro, dimostrando capacità imprenditoriali simili a quelle che erano sempre state tipiche di nostro padre. 
Accompagnandolo occasionalmente presso il suo commercialista ebbi modo di vedere per la prima volta una fanciulla davvero notevole, presso quello studio impiegata. Che qualche tempo  ritrovai a lavorare nel negozio di mio fratello ed osservandola bene mi confermai che si, era proprio notevole ! Quando finalmente una sera mi decisi a chiederle se voleva che io l'accompagnassi a casa, lei che non aspettava altro corse a liquidare un suo spasimante che già l'attendeva in strada per fare la stessa cosa. Accompagnandola la invitai a ballare, il giorno successivo, Domenica pomeriggio. 
Colle Euganeo di S.Daniele.

La portai al dancing di San Daniele, tra ai colli di Abano Montegrotto e subito fummo sulla pista da ballo, fusi in un abbraccio di reciproca passione,...tale che il camerire ci passò più volte accanto sussurandoci "...per favore, vi guardano...vi guardano...". E da quel momento fu tutto un turbinio di baci, di carezze, di tenero ed appassionato abbandono, in un crescendo di
amore, di sesso, di vollutà dei sensi, destinato a durare svariate decine di anni...Lei, la mia nuova bella bambolona appena 21enne, era cotta, innamoratissima, sempre abbarbicata a me, di giorno, di notte, anche quando guidavo...Io ero rapito dalla sua tenera, totale  dedizione, totalmente compreso per la reciproca passione, ma non ancora "libero" di amarla completamente, tuttavia condizionato dalla precedente negativa esperienza sentimantale. Per me l'amore crebbe lentamente ma inesorabilmente, raggiungendo poi l'apice nel giro di un paio d'anni, mentre si moltiplicavano i momenti felici.
Nel giro di neppure sei mesi ci sposammo ! A fine Settembre, in una chiesetta sperduta sulle pendici del Monte Grappa, sopra Bassano, ma in provincia di Treviso, dove poi saremmo andati ad abitare, prima a Pieve di Soligo, poi a Montebelluna.
I nostri frequentissimi amplessi prevedevano il costante uso di anticoncezionali, ma ci aveva tradito una cicogna, in agguato nella pineta, in occasione di una gita a Ravenna. E fu un bellissimo tradimento. Infatti ai primi di Marzo del 1969 nacque una bimba meravigliosa, un vero dono del destino, che non chiamammo Anita...se pur concepita nel luogo in cui morì fuggendo la compagna di Garibaldi.
Noi due in Val di Rabbi, luogo d'origine di lei.

A Luglio avevamo fatto un bel giro al mare, in Liguria, dove l'avevo presentata ai miei e vi tornammo per un breve ma incantevole viaggio di nozze: la Nervi dei Parchi e della passegiata sugli scogli, Camogli, Portofino con il suo incantevole promontorio, il Parco con la Torre Marconi ai Castelli di Sestri Levante...ed infine il Golfo dei Poeti: Lerici, Portovenere, Fiascherino, Tellaro..., alloggiando all'Hotel Byron, giusto sopra la spiaggia del Lido dove tra il 57 ed il 61 avevo trascorso la mia favolosa adolescenza.
Breve viaggio perchè proprio in quel periodo si verificarono importanti cambiamenti nel mio lavoro. La Marthon Oil aveva ceduto tutta la sua struttura commerciale e logistica alla Gulf Oil,
la filiale di Padova veniva quindi chiusa, trasferendo il tutto presso la già esistente filiale Gulf di Porto Marghera, il personale veniva in qualche modo ricollocato o comunque invogliato ad andarsene, come fu in primis per il mio mentore, il direttore, Comandante Ronconi, personaggio ingombrante di notevole carattere e carisma, che infatti poco dopo divenne direttore generale della Texaco Italia.
Stazione di servizio Gulfoil

Per me cambiò assai poco, la zona di competenza mi fu confermata ampliandola in quel di Treviso, con un incremento dei punti vendita distributori di carburanti da seguire.
A quel punto realizzai che mi conveniva trasferirmi in zona di lavoro, anche per essere più facilmente casa tutte le sere, ad accompagnare la mogliettina in dolce attesa. Trovammo una graziosa villetta nuova, in affitto ad un prezzo inferiore a quello del monolocale padovano (dove per altro da quasi un anno avevo smesso di pagare la pigione...) a Pieve di Soligo, sulla bellissima, verdeggiante collina del vino bianco, tra Valdobbiadene e Conegliano, a mezz'ora dalla deliziosa Treviso, proprio in quel periodo alla ribalta della notorietà grazie al favoloso film di Germi, "Signore e signori"; ad un'ora da Padova, dove spesso andavamo a rivedere amici e parenti quando loro stesi non ci venivano a trovare, un'ora da Marghera, dove almeno una volta alla settimana io mi recavo per le riunioni di lavoro.
Momenti felici ! Le dolci, tranquille colline della zona pedemontana oltrepiave, l'ottimo vino, Cartize e Prosecco, le notevoli trattorie, dove per merenda servivano sopressa e scodelle di vino Clinto !
 Vigne collinari in zona Soligo, Conegliano, Valdobiadene

Mi sembra di ricordare un'altro mondo, in cui la nostra immensa ricchezza era la serenità, la giovinezza, la salute, la relativa spensieratezza, la mancanza di stress assilanti comi i tantissimi che oggi ci sparano quotidianamente addosso i media.
Sul nostro piccolo TV Brionvega algool 12 guardavamo poche cose in bianco e nero, ma una fantastica sera di Luglio del 1969 portai l'apparecchio sul terrazzo della villetta, sotto un cielo terso, illuminato da un'enorme luna piena, per assistere in...direttissima allo sbarco dei primi uomini sulla luna. Con un solo sguardo potevamo vedere sia le immagini dello schemo in MondoVisione, che direttamente il nostro satellite in cielo !
La nostra deliziosa bimba era nata quell'anno all'ospedale di Castelfranco Veneto, dove avevamo l'appoggio di clinici amici ed aveva solo sei mesi quando ci trasferimmo nella vicina Montebelluna, sempre in collina, sul Montello, lungo l'argine meridionale del Piave. Il proprietario della villetta si sposava e ci aveva disdettato la locazione, ma andammo a stare ancor meglio !
Trovammo infatti un fantastico attico nel tranquillo, panoramico verde collinare a neppure 200 metri dal centro della cittadina.
Una casa nuova, modernissima, con ogni confort, ampia terrazza e grande garage, ad un prezzo più che accettabile.
Asolo, con la Rocca dominante, mitico sito tra Montebelluna e Bassano.

E per una altro anno continuarono i nostri deliziosi momenti felici nell'alta marca Trevigiana, ora più vicini alla bellissima Bassano, alla deliziosa Asolo con la sua Rocca e l'Hotel Cipriani, fra le colline pedemontane costellate da tante pregievoli Ville Venete, i monumenti del Canova, il Tempio di Possagno, ed i primi monti alpini, il Grappa, il Tomba con il sito sciistico del Miravalle a Pianezze, l'Altipiano di Asiago...Come e perchè sarebbe mai stato possibile lasciare tutto questo ?
Ma io fremevo, sempre impegnatissimo, per la carriera, determinato, fortemente stimolato dalle nuove responsabilità familiari che ampiamente supportavano la mera ambizione e la voglia di rivalsa per i recenti anni di magra...Lavoravo tantissimo, divertendomi a farlo e riscontrando progressivamente notevole successo. Fui così notato da funzionari romani che arrivavano in zona per controlli e verifiche e raggiunsi il top alla fine del 1969, quando in un concorso indetto tra i 40 ispettori assistenti alla rete di distribuzione, che considerava gli icrementi di vendita, la qualità del servizio, addestramento e motivazione verso i gestori, vinsi  tutti e tre i primi premi in palio !
Sala riunioni Hotell Leonardo da Vinci, Roma.

Ad Ottobre del '69, presso la grande sala meeting dell'Hotel Leonardo da Vinci in zona Prati, a Roma, fui encomiato e premiato, e per la cena sedetti in mezzo, tra il Direttore Generale Ladislao Buday ed il direttore Marketing, Ugo Aniasi (fratello di Aldo, allora sindaco di Milano). Tornai a casa con una magnifica Cinepresa Super 8 Bell&Howell ed un prezioso gioiello per mia moglie, oggetti che mi sarei potuto permettere di acquistare con i miei guadagni solo dopo alcuni anni.
Nella Primavera del'70 il dott. Berillo, Capo dei Servizi Rete, mi raggiunse in zona e per un paio di giorni venne in giro con me.
Ex ufficiale dei Carabinieri, ex dirigente Agip ai tempi di Mattei, era manager di successo ed uomo di notevoli capacità, che si divideva tra il burbero ed il bonario e che sarebbe poi divenuto per me ottimo capo. Alla sera del secondo giorno accetto di buon grado l'invito a casa mia dopo cena, consumata in un'ottimo ristorante sul Montello, per bere qualcosa.
Mostrò di apprezzare molto la mia famigliola, la nostra bellissima casa, così come già aveva apprezzato il contesto in cui vivevamo.
Alla fine della serata, dopo un pò di chiacchere di circostanza, ma dirette anche a capire chi noi fossimo, si rivolse alla mia giovanissima moglie chiedendole "ma lei signora, se io trasferissi suo marito a Roma, sarebbe disposta a seguirlo lasciando tutto questo meraviglioso contesto in cui ora vivete ?".
E la "sciagurata" (come l'avrebbe definita Manzoni nel tragico contesto della sua prosa) rispose, senza batter ciglio: "Si, con grande entusiasmo !" Dimostrandomi una volta di più che avevo sposato la ragazza giusta !
Tipico paesaggio della zona Montello TV

Dopo un paio di settimane il Direttore di Filiale mi convocò a Mestre per comunucarmi il suo rammarico di perdere la mia collaborazione, ma la contentezza per la mia promozione: ero stato nominato Capo del Servizio Addestramento della Gulf Oil Italia, con adeguato passaggio di categoria ed aumento di stipendio.
Entro fine Giugno dovevo trasferirmi a Roma per iniziarvi il mio nuovo lavoro. La sera festeggiammo a casa il mio confermato successo, mentalmente già pronti alla grande novità, con l'entusiasmo tipico dei giovani proiettati verso un futuro spesso fatto d'indispensabili cambiamenti. E consci tuttavia che stavamo lasciandoci alla spalle un piccolo paradiso che avremmo forse potuto anche rimpiangere.
Ciò che rammentai oltre un anno dopo, quando andando in giro per Roma con il direttore marketing Ugo Aniasi, nel caotico traffico romano, lui ebbe a celiarmi dicendomi: "Lei sa quale sarebbe sato il sogno della mia vita ? Fare l'ispettore alla rete e vivere in zona Treviso, Bassano del Grappa...".

Fine della 4^ Parte

The lonely dolphin

"...mentalmente già pronti alla grande novità..."