giovedì 5 maggio 2011

IO "GAY" !


IO "GAY" !
(nella foto accanto io a 14 anni con Elisabetta e mamma Lidia)

In realtà non lo sono mai stato, anzi...
Mi sono sempre sentito molto etero, fortemente attratto dall'altro sesso, qualche volta in maniera anche ossessiva.
Fortemente attratto lo sarei ancora..., ma ormai purtroppo rischiando di sparare a salve il più delle volte..., cioè gran parte di quelle che mi coglie il desiderio, ossia almeno ogni giorno...! Nè i medici si rischiano di concedermi aiutini tipo pillole azzurre, causa la mia patologia cardiaca, anche se teoricamente essa è di un tipo che non rappresenterebbe una specifica controindicazione.

Ebbi solo un episodio, sui tredicianni, ma sicuramente non significativo, quando quasi mi innamorai di un mio compagno di scuola...
Fatto è che lui in realtà aveva tutte le caratteristiche di una "lei"...
Di un anno più giovane di me, aveva ancora spiccate le fattezze prepuberali: linee morbide e tondeggianti cui univa tratti decisamente femminei, modesta statura, lineamenti dolci, occhi color celo, ciglia lunghe, era graziosissimo e se avesse portato i capelli lunghi sarebbe sicuramente sembrato una graziosissima bimba.
Io avevo per lui un tenero trasporto, nulla di più, anche su qualche volta mi svegliai di notte avendolo teneramente sognato...ed ero in stato di vaga erezione !

Ma questa era solo la probabile conseguenza, molto "etero", in un tredicenne dagli ormoni in prepotente incremento, che frequenta da sempre una scuola di preti assolutamente solo per maschi.
Ricordo, alle elementari di aver avuto più di un maestro con l'abito talare che esternava chiari sintomi di...pedofilia, mostrando cioè troppa tenerezza ed affetto, fino a baci e carezze, ai bimbi più teneri, graziosi e femminei. Ovviamente questa considerazione io la maturai poi, nel ricordo, allora praticamente incapace di formularla, anche se già percepivo qualche cosa di strano...
Segni ed approcci di pedofilia ne ebbi comunque anch'io in età prepuberale.
Non casi di aggressività o di particolare insistenza, dai quali avrei forse saputo istintivamente difendermi, pur essendo il mio unico viatico la raccomandazione di non accettare "caramelle dagli sconosciuti".
Ma qualche volta al cinema, dove andavo tranquillamente da solo, dovetti cambiare di posto, perchè il mio vicino di poltrona mi era troppo addosso...
Una volta mi ritrovai una mano sul ginocchio e la scrollai brutalmente e mi spostai, un'altra accanto a me uno mi fece vistosamente sventolare davanti una banconota da mille lire ( almeno 20 euro oggi ), poi duemila...
Io, perplesso, guardai per un pò lui e i soldi senza capire, poi comunque decisi che era meglio cambiar aria.
Avevo 12 anni e l'interesse per l'altro sesso, inteso proprio come "sesso", stava crescendo in me, anche se ero ancora profondamente ignorante delle cose più elementari.
Una volta, uscendo da un parco giochi con un mio amico, vedemmo una copia seminascosta dietro ad un cipresso del viale d'entrata: lui si agitava vistosamente contro di lei, che era con la gonna alzata e le gambe larghe...tutti e due in piedi. Il mio amico, che fisicamente poteva sembrare il mio fratellino minore, esclamò "guarda, la sta montando!".
Io gli chiesi cosa intendesse, lui me lo spiegò e fù così che a dodicianni suonati imparai come nascono i bambini. Per carità, che uscivano dalla pancia delle mamme e non arrivavano con i cavoli o le cicogne lo avevo già intuito, ma ingoravo come ci arrivassero nelle pance e da dove ne uscissero...
Il mio amichetto, che aveva un padre e due fratelli medici ed era un ragazzino molto posato e d'istruzione familiare assai avanzata mi diede, per mia fortuna spiegazioni molto assettiche e tecnicamente qualificate, senza indulgere verso facili scurilità. Che poi comunque ebbi inevitabilmente modo di apprendere in abbondanza, a partire dalle immancabili "barzellette"

Fù per queste eperienze che a mia figlia di tre anni poi regalai un costoso, bellissimo libro di educazione sessuale per bambini piccoli, con disegni meravigliosi di animali, che molto teneramente illustravano i "misteri" della procreazione.

A quindicianni ero un marcantonio di un metro e ottanta per ottanta chili, già atleticamente strutturato ( Basket, tanto nuoto agonistico e perfino pugilato ) ed ero decisamente molto "carino", con quei tratti del viso teneri, quasi alla Di Caprio in Titanic che tanto stimolano l'istinto materno nelle fanciulle verso i maschi.
E tante fanciulle mi filavano...purtroppo senza che io, ancora timido
per queste cose, avessi coraggio, iniziativa, cognizione di poterle "affrontare"come tanto, tanto, tanto mi sarebbe piaciuto !
Quello fù, in quel periodo il mio grande cruccio.
L'anno prima, a14 anni (ero già fisicamente così impostato), in terza media ero in una città nuova dove ci eravamo appena trasferiti. Il primo giorno di scuola, finalmente laica e "mista", notai subito una ragazzona di quindici anni, alta quasi come me e dalle forme già prorompenti, una vera "Lolita"maggiorata, che mi guardava spesso e con insistenza.
Si chiamava Silvana, era profuga Istriana ed all'uscita da scuola mi avvicinò, si presentò, mi chiese di me ed infine disse"io abito per di qua...", con la palese offerta di farsi accompagnare e così approfondire quella che avrebbe, ma che purtroppo non fù mai, divenire un'amicizia molto interessante ed istruttiva...
Io, campione galattico degli imbranati, le risposi che abitavo dalla parte opposta, la salutai e mi avviai verso casa, lasciandola interdetta.
Subito girandomi compresi l'enorme cavolata che stavo facendo, ma non ebbi il coraggio di rimediarvi, che sarei stato ancora in tempo !
Anzi, mi avvilii ulteriormente nella mia deprecata timidezza ed inadeguatezza ( avrei voluto entrare nel primo androne e percuotere selvaggiamente quel grosso, giovane "pirla" che dimostravo di essere sull'argomento "donne"...).
Ma quello fù solo l'episodio più eclatante; infatti diverse ragazzine, spesso già palesemente ben sviluppate, comunque molto carine, spesso meno giovani di me, mi davano inequivocabili segni d'interesse, attenzione, disponibilità.
E io, grosso ma giovanissimo "pirla", riuscivo solo a disperarmi della mia grande timidezza.
Una volta, al circolo "bene" della cittadina, dove talora andavo in compagnia dei miei genitori, eravamo seduti vicino ad un gruppo di ragazze palesemente liceali, che mi guardavano con il solito interesse, parlando evidentemente di me...C'era anche un ragazzino di circa 10 anni a cui una ragazza disse qualcosa e lui venne tranquillo verso di noi, si rivolse a mia madre indicandomi "quanti anni ha lui?".
Mia mamma fù un pò sorpresa, ma gli rispose garbatamente. "14, ma perchè t'interessa?" e lui, ingenuo: "non interessa me, ma mia sorella".
E verso di lei tornò a riferire, mentre i miei genitori ridevano, io diventavo paonazzo e furioso d'essere ancora così dannatamente giovane ed imbranato.

Poi d'estate, al mare conobbi Scilla.
La conobbi praticamente solo "da lontano", ma riempì subito ogni mia fantasia sessuale e sentimentale.
Fù una visione come la nascita di Venere, nella poetica descrizione per cui “nacque emergendo dallo Greco mare…”.
Ma era il Tirreno di Santa Marinella dove al tramonto, dopo essermi fatto le solite lunghe nuotate, mi divertivo a fare il sub in apnea, simulando “Il mostro della laguna verde” che avevo appena visto al cinema la sera prima.
Riemergendo la vidi: aveva 15 anni ma era…sviluppatissima…tenera, molto graziosa e tanto “sexy”, con quel culetto prorompente che “smandolinava” ogni volta che si rituffava nell’acqua bassa, verso riva, anche giocando, forse proprio simulando la nascita di Venere, la sua nascita.
Ne rimasi totalmente preso e per almeno due anni fù il mio sogno (e purtroppo solo quello) di ogni notte, di ogni momento.
Purtroppo la rivedevo in continuazione, ogni estate, ma anche d’inverno: frequentavamo lo stesso mare, gli stessi luoghi e lei veniva spesso alla sala giochi ed attrazioni di mio padre, perlopiù accompagnata da diversi amici sui 17-18 anni…essendo ovviamente ambitissima preda…
A me bastava guardarla per diventare rosso come il fuoco e sentirmi preso dalle vertigini: più che timido ero totalmente imbranato.
Ciò che mi accadeva solo verso l’altro sesso, mentre invece avevo un sacco di amici, tutti rigorosamente di almeno 2 o 3 anni più grandi di me, che fisicamente a 15 ne dimostravo almeno 18. Erano quasi tutti i miei compagni di sport agonistico, allora soprattutto nuoto e pallanuoto d’estate, basket e rugby d’inverno.
Con uno in particolare feci amicizia, Furio, 17enne di bell’aspetto, nuotatore e rugbista, allievo del locale lieceo classico.
Era un ragazzo molto intelligente, ricco d’interessi, che m’introdusse a tutta una serie di argomenti culturali, dalla Filosofia alla letteratura, fornendomi per primo una visione anticonformista della storia e dei fatti della vita in generale.
Anche lui ateo dichiarato come anch’io ormai mi sentivo, aveva un solo difetto, almeno secondo l'etica di quei tempi, era un po’ “gay”…
Intendiamoci, non aveva assolutamente nulla che potesse farlo apparire tale, anzi. Più esattamente era un bissessuale: ricordo infatti i suoi racconti di come fosse riuscito ad entrare di straforo, in compagnia di altri amici più grandi, in un lupanare ed a godere delle prestazioni di una signora, che lo aveva attirato particolarmente perché indossava i pantaloni, indumento a quei tempi assai disueto e trasgressivo.
Col senno di poi trovo oggi molto significativo che ad attirarlo fosse proprio e soprattutto una femmina praticamente…”travestita” da maschio.
A me ben altri attributi, totalmente femminei, avrebbero solleticato…
Comunque frequentai Furio per due anni e mai ebbi modo di sospettare dai suoi comportamenti, in particolare a me rivolti, che lui potesse essere “diverso”.
Probabilmente era la mia grande ingenuità ad impedirmi di capirlo, fatto è che molti altri del nostro giro ne erano al corrente…
Fù così che io, frequentandolo assiduamente e dimostrandomi apparentemente disinteressato alle frequentazioni femminili, finii per essere a lui accomunato.
E così ebbi a soffrire batture ed illazioni che mi sorprendevano e delle quali non capivo neppure il senso, soprattutto all’inizio.
Solo più tardi, allontanatomi definitivamente da quei luoghi e maturato di anni ed esperienza, colsi in pieno la situazione in cui mi ero trovato.
Ma là la voce si era diffusa ed i più buoni e generosi cercando di approfondire, misero alla prova le mie reali inclinazioni con domande ed illazioni, avvicinandomi alle ragazzine e presto capirono che io ero solo un grosso pirla quindicenne, timido ed imbranatissimo, che si struggeva in particolare per una certa Scilla, ben nota per le sue eclatanti caratteristiche muliebri.
Anche qualche adulto si interessò benevolmente al mio “caso”, il mio ripetitore di scuola, il noto maestro Setaccioli ed un mio allenatore di nuoto, ed entrambi presto capirono come stavano realmente le cose.
Ma ancora dopo qualche anno l’alone incombeva…Lo verificai nel 1960 ai raduni collegiali di Atletica Leggera a Roma, quando mi ritrovai compagno di stanza di Peris, promettente mezzofondista di Civitavecchia, che ebbe anche proprio quell’anno l’onore di essere l’ultimo tedoforo della fiaccola olimpica: fù lui ad accendere il braciere dello stadio olimpico il giorno dell’inaugurazione, presenti 80.000 spettatori.
Distrattamente gli accennai che a Civitavecchia ero stato anche amico di Furio e lui allora mi guardò con sospetto ed imbarazzo…
Anche perché nel frattempo Furio si era manifestato apertamente nella sua diversità.

Lo incontrai per caso una sera in via Veneto, a Roma dove abitaii un paio di anni per motivi di lavoro. Erano passati 15 anni e lo trovai particolarmente appesantito e precocemente invecchiato. Lo salutai subito con una battuta: “Ciao frocio, che guai vai combinando da ste parti?”. Lui resse senza quasi batter ciglio e mi fù comunque evidente che era li alla ricerca di “amicizie particolari”…
Non era diventato geologo, come nei suoi programmi giovanili, né si era laureato.
Sopravviveva con un incarico di insegnante di educazione fisica a Roma e facendo l’allenatore di pallanuoto. Probabilmente sfruttava anche qualche amicizia particolare.
Mi invitò a raggiungerlo in piscina perché provassi a riprendere l’attività agonistica, io non gli negai la possibilità, ma poi non ne feci nulla.
Praticamente non volli correre il rischio di replicare, in un nuovo ambiente, l’equivoco sofferto anni prima.

Per inciso voglio precisare che contro i diversi non ho prevenzione alcuna, ne ho conosciuti diversi per motivi di lavoro ed ho avuto spesso modo di apprezzarli come persone.
Ciò che mi da molto fastidio è l’esibizionismo becero alla “gay pride” dei travestiti !
Esattamente come mi dà fastidio il “Machismo”, l’esibizionismo maschile ad oltranza.

Del resto, se mi è più facile, ma per ragioni puramente “ormonali” perdonare l’esibizionismo femminile, tipo “veline” Berlusconiane e d’intorni, se devo scegliere tra l’immagine di una Sofia Loren e di qualche altra supemaggiorata in alternativa a quella di una Romy Schneider o di una Virna Lisi, bè preferisco di gran lunga quest'ultime !

Secondo me, assai banalmente, non basta palesarsi particolarmente femmine o maschi per “essere” veramente apprezzabili…

Né atteggiarsi a vittime di una pretesa discriminazione sessuale.

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