17 maggio 2011
INFOIBATI
Fine anni’ 90, vacanze Pasquali in Istria, vicino a Pola sul mare, in compagnia di amici. Al seguito dei quali casualmente arrivammo a Pisino, all’interno della penisola Istriana. A margine di quella cittadina, accanto ad un gruppo di vecchie case, c’è il Castello di Montecuccoli, notevole maniero del 1.500, là edificato da omonima famiglia Modenese, ben conservato ed aperto al pubblico, incluso ristorante di buon livello. Il Castello sorge a strapiombo su di un baratro profondo, che precipita sino ad un torrente che scorre in fondo alla sua stretta fenditura, che si apre un poco verso est, dove sembra sdrammatizzarsi il precipizio circostante. Al di sopra, oltre al Castello sorgono a picco per ampio arco, le case della zona alta di Pisino, che sembrano a rischio di cadervi.
Con mia moglie fummo subito catturati da quell’insolito paesaggio e, lasciando i nostri amici ad altra loro incombenza, ci dedicammo ad esplorare i dintorni, a partire dal Castello, scendendo poi per il breve tratto di acciottolato declinante sul baratro, dal cui parapetto continuammo a guardare affascinati dalla sua profondità e non solo da quella...
La visione era decisamente drammatica ed inspiegabilmente lugubre… Giuro che la percepimmo così in totale assenza del senno di poi, completamente ignari di quanto poco più tardi venimmo a sapere. Ma una cosa stranissima mi colpì: il fatto che l’acqua del profondo torrente sottostante scorresse… all’incontrario ! Cioè verso l’alto ! Era un’assai curiosa impressione ottica? Da un lato c’era l’altissima parte del baratro, con il Castello e le Case in bilico, lato completamente chiuso; dall’altro il precipizio, pur rimanendo assai stretto e tormentato, si apriva faticosamente “verso valle”… Ma il torrente sembrava scorrere verso la parte più alta e chiusa, cioè all’incontrario! Effetto visivo su cui anche mia moglie concordava. Ad un certo punto del nostro breve tragitto sull’acciottolato lievemente degradante, il parapetto s’interrompeva dando accesso ad uno stretto e ripidissimo sentiero, più o meno scalinato, che precipitava all’interno del baratro.
Faticosamente convinsi mia moglie a seguirmi nell’ardua esplorazione, così scendemmo, forse anche di 100 metri, verso il fondo della voragine. Più faticosa fù ovviamente la risalita, ma avevamo scoperto l’incredibile: si, in effetti il torrente scorreva all’incontrario, cioè “in salita”, da valle a monte…! Questo era perlomeno l’inequivocabile illusione ottica suggerita dalla morfologia della zona circostante.
In realtà il torrente scende dalla parte più aperta, “a valle” verso quella chiusa “a monte” perché qui finisce con l’ incavernarsi in una profonda, ampia ed invisibile grotta, lunga decine di chilometri!
Ciò che imparammo di li a poco. Grotta che fù studiata per secoli come elemento curioso e misterioso e raccontata da notevoli osservatori, su tutti Giulio Verne, alla quale si ispirò per scrivere un suo romanzo: “Mathias Sandorf”.(**) Dove andasse a perdersi tutta quell’acqua rimase comunque un mistero per secoli, sino a quando, recentemente, venne confermata nella realtà l’ipotesi esposta da Verne nel suo romanzo, per cui il torrente, percorso un tragitto in galleria di circa 20 km., sfocia alimentandolo nel lungo e profondo fiordo marino di Limska Draga, subito a nord di Rovigno. Ma anche altri autori, tra cui Dante Alighieri, furono fortemente impressionati dall’abisso della voragine, traendone spunto per lo meno ideale, rappresentativo per ambientare le loro opere. In effetti, dovessi immaginare un girone infernale sprofondato in una “selva oscura”, la foiba di Pisino mi parrebbe significativo riferimento! Ma a parte l’illusione ottica del fiume che “corre in salita”… fummo fortemente colpiti da un strano senso di lugubre inquietudine, di sensibile disagio, ad un livello inspiegabile nelle circostanze della situazione… Neanche avessimo saputo…
E sapemmo poco dopo quando, ritrovati i nostri amici imparammo che eravamo appena scesi e risaliti da una delle più famigerate foibe dei massacri titini !(*) In quella terribile voragine furono precipitati nel ’45 almeno un centinaio di Istriani, vittime dell’indefinibile crudele follia dei“vincitori”. Diversi mesi dopo eravamo di nuovo in Istria in vacanza, e decidemmo di arrivare ancora a Pisino, per rivedere il Castello e la foiba. E fù con grande sorpresa che cogliemmo la coincidenza di una manifestazione, probabilmente promossa da reduci Istriani, dedicata alla memoria delle vittime precipitate nella foiba. Manifestazione faticosamente sopportata dalle autorità governative, sicuramente in conto all’opportunità di un futuro accesso alla Comunità Europea…per cui occorreva apparire liberali e tolleranti… Manifestazione silenziosa, ma non meno drammatica e straziante per il tipo di rappresentazione esibito: tutt’intorno alla sommità della foiba, cioè sul precipizio della voragine, erano appesi grandi teli su ognuno dei quali era stata dipinta l’immagine di una vittima, mentre precipitava nel baratro sottostante ! Di quelle vittime assai tragicamente esibite si potevano quasi percepire le urla strazianti…nel silenzio più totale dei non pochi presenti. Fortemente colpito feci diverse fotografie (ne allego qui alcuna) ed alcuni disegni a colori, che poi regalai ad amici. Dopo circa 12 anni il ricordo di quell’esperienza l'ho ancora vivamente presente, ed in occasione della “giornata della memoria delle foibe”, finalmente istituita a partire dal 2004, mi viene spontaneo rievocarla.
The lonely dolphin, 10.02.2011
Note: (*)Delle Foibe ebbi vaga conoscenza solo negli anni’80, cogliendone in pieno la drammatica, terribile storia, solo più tardi.
La cultura politicamente corretta di generale riferimento ci aveva raccontato tramite cronache, saggi, foto, filmati, libri, trasmissioni TV… l’enorme portata dell’Olocausto, l’infinita tragedia dello sterminio nei lager, le torture, l’annientamento totale di 6 milioni di persone: i terribili orrori commessi dai Nazisti-Fascisti… Ho visto con raccapriccio e rammarico films e documentari, ho letto una infinità di articoli corredati da strazianti foto, libri di notevole portata documentale ed emotiva come Triblinka, visto rappresentazioni teatrali di grande risonanza (di Peter Weiss, rammento tra l’altro “ il canto dei forni“…) Ma di “foibe” non avevo mai sentito parlare ! E neppure o quasi dei campi Siberiani in cui i Sovietici sterminarono milioni di dissidenti, assai più di quanti annientati nei lager tedeschi.
Il fatto che poi Mao, i grande traghettatore, abbia sterminato circa 50 milioni di dissociati dal regime risulta quasi una novità dell’ultima ora. a pochi intimi riservata.... Sembrerebbe allora che il grande mostro, terribile pazzo aguzzino nazi fascista, Hitler (!) non fosse che un pivello accanto a Stalin ed a Mao ! Ma è quasi solo di Hitler che “storiografi”, “saggisti”, documentaristi, continuano ad informarci, pressochè ogni giorno (v. Rai Storia di Minoli & C., che non conosce o quasi altro argomento…). Tito poi fù quasi nessuno…anche se alla fine promosse l’eliminazione, nelle foibe, di parecchie migliaia di Italiani d’Istria.
(**) Nell’opera di Verne il conte magiaro Mathias Sandorf viene accusato di congiura contro la Monarchia austroungarica e tradotto al Castello pisinese, dove la corte marziale lo condanna a morte.
Sandorf scappa dal Castello calandosi lungo il precipizio della Foiba, nell’abisso, e trasportato dall’omonimo torrente in piena arriva per vie sotterranee al Canale di Leme (cioè al fiordo di Limska Draga) ed a Rovigno.
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