venerdì 8 aprile 2011

La prima volta, sesso e tabù.

D'estate, la vacanza, tra un mare e l'altro, vacanza era in "campagna", nell'entroterra Ligure, sugli 800 metri.
Affittavamo una casa, oppure si andava tutti a pensione in albergo.
Nel 1947 trovammo una bella casa ai limiti del paese, con una grande terrazza, tranquilla, nel verde e fù li che a metà Luglio compii 6 anni,
"l'età della ragione". Per l'importante occasione fecero una gran festa, con tanto di orchestrina...ricordo benissimo alla chitarra il barbiere del paese, detto "malinconia" perchè amava le canzoni più tristi e romantiche e quando le suonava gli veniva da piangere...
Lo ricordo bene perchè era giovane, completamente pelato e, sopratutto, mentre mi tagliava i cappelli, acchiappava le mosche al volo, zac...con la bocca, fulmineo e le mandava giù...
Io ero incerto se mi impressionasse di più per l'abilità o per lo schifo di mangiare le mosche.

Compiuti che ebbi sei anni mi capitò di esercitare subito le prerogative della maggiore età, quella appunto della ragione.
Tra i piccoli vicini di casa con cui talora giocavo, una bimba indigena mia coetanea mi invitò una volta a giocare "al dottore" ...
Ignaro della novità le chiesi "come si fà"e le mi fece vedere: mi condusse ad un vicino pollaio, ci entrò invitandomi a guardarla dalla porticina mentre alzava il grembiulino e mi faceva vedere culetto e d'intorni...Mentre ero ancora a bocca aperta si "ricompose" ed uscì dicendomi: ora tocca a te ! Così entrai e mi calai a mia volta...
Mentre ero così posizionato, sentii gridare ripetutamente dalla finestra di una casa adiacente: "vergogna!" ed altre parole di riprovazione ! Subito uscii rivestendomi, preso dal panico e dalla paura di chi è colto a fare cose molto proibite, mentre alla prima voce si aggiungeva quella di un'altra comare, uscita dalla porta di altra casa vicina.
Cercai di dire, ormai piangendo e soprafatto dalle urla chiaramente a me rivolte, che non ero stato io a incominciare...e intanto mi avviavo verso casa da dove si era già affacciata mia nonna, allarmata da quelle voci. Le corsi incontro e le raccontai, piangendo disperato l'accaduto. Lei mi credette subito, senza riserve, mi consolò e poi uscì a dire il fatto loro a quelle comari ! La mia nonna era un baldo donnone di 47 anni di carattere indomito ed aggressivo e presto ebbe la meglio nello scontro verbale con le comari.
Per quanto consolato ed omolagato come "suo bravo ed innocente bambino" dalla nonna prima, dalla mamma più tardi, rimasero in me sensazioni che poi risultarono inalienabili: il senso ed il...gusto del peccato...

Alcuni giorni dopo, mentre soli giocavamo nel soggiorno di casa mia, con Luisa, altra mia coetanea particolarmente carina, figlia del postino del paese, le proposi di giocare..."al dottore". Nella versione da me estemporaneamente escogitata, lei si sdraiava a terra bocconi, io le alzavo il grembiulino e le calavo le mutandine scomprendole il culetto per simularle "la puntura" con un dito.
Lei era riluttante ma riuscii a convincerla.
Ma mentre stavo così simulando mi colse ciò che molti anni dopo realizzai fosse una sorta di "raptus" e mi chinai a baciarle ripetutamente il culino, avvertendo una sorta di "orgasmo",
sicuramente di natura solo emotiva, ma già sessualmente orientato...Luisa imbarazzata se ne andò e dopo quel fattaccio non volle più giocare con me !
Anche perchè sicuramente lo raccontò a casa e le proibirono di frequentarmi ancora.

Dopo alcuni anni, ne avevo ormai una decina, sempre frequentando quel paese nelle vacanze estive, ebbi la riprova di come la mia brutta fama di seduttore mi accompagnasse tuttavia nel tempo.
In compagnie di due ragazzine coetanee eravamo infatti andati a fare una gita, classica escursione alla bella pineta soprastante il paese.
Colà giunti le bimbe manifestarono la necessità di fare pipì, ma vollero
la sicurezza della mia lontananza e la promessa che non le avrei guardate...Perchè era risaputo, precisarono con aria di pesante riprovazione, che bel tipo ero io...che cosa avevo fatto anni prima alla povera Luisa ed all'altra bimba nel pollaio...

Ma io allora ero già consapevole di vivere nel peccato mortale, per gli atti impuri commessi !
Nel frattempo infatti avevo quasi terminato le scuole elementari a scuola dai preti, dove tutte le mattine, sei giorni la settimana, la prima ora era dedicata alla "Dottrina" Cattolica, per cui avevo imparato tutto e di più sui comandamenti ed i peccati, sui dogmi ed i Sacramenti.
Ogni anno dovevo mandare a memoria le risposte a circa 3-400 domande di Dottrina, c'erano specifiche gare di apprendimento ed io ero normalmente classificato tra i primissimi della classe.
Così fui scrupolosamente preparato al Sacramento della Comunione e della Cresima, ricevendo entrambe dal Cardinale Siri nella chiesa di Boccadasse a Genova, dove mi capitò poi anche di fare episodicamente il chirichetto per servire la messa.
Tutto ciò sempre conservando in me il gravoso segreto del peccato mortale contro il sesto comandamento.
Non ebbi infatti mai il coraggio di confessare tanto peccato commesso all'età di sei anni, neppure in occasione della prima comunione !
Solo più tardi, ormai dodicenne, riuscii ad accennarne di aver trasgredito il più scabroso dei comandamenti. Lo feci con un frate, particolarmente paterno, che non cercò d'indagare più di tanto su cosa esattamente io avessi commesso, accontentandosi della mia generica denuncia.
Ma intanto affrontai la prima comunione con il peso del peccato, fortemente aggravato per non essere riuscito a confessarlo.
Ricordo perfettamente quel giorno ed il momento in cui ricevetti l'Ostia consacrata, indegno e colpevole profanatore della presenza del Cristo !
Così mi rassegnai ad essere "un'anima persa", irrimediabilmente destinata all'inferno, perchè mai avrei avuto il coraggio di confessare quel peccato, ora esasperato da un'Eucarestia sacrilega !
Alla Prima Comunione seguì grande festa nella villa di mio padre con tanto di pranzo. Dopo noi ragazzini andammo a giocare in giardino ed io, confermandomi nel ruolo di dannato, escogitai di replicare la storia di Biancaneve, che volli interpretata da una mia graziosa cugina, attribuendomi il ruolo di principe azzurro: lo scopo essenziale per me essendo quello di dare il bacio che risveglia la bella dall'incantesimo !
Ma ebbi poì anche la mia prima "delusione d'amore", senza cogliere per altro la consolazione di non essere il solo a propendere verso il "peccato": la mia cuginetta Biancaneve volle poi che replicassimo di nuovo la favola, ma con il principe azzurro intepretato da un altro ragazzino, un mio amico e compagno di classe, assai carino oltre che biondo e con gli occhi azzurri...

Continuai a portare con me per molti anni il peso del doppio peccato, per atti impuri e per sacrilegio di aver indegnamente ricevuto la prima comunione, così come molte altre successive.
Anche quando superai i tabù della religione mi rimase
in fondo alla coscenza un vago senso di tara recondita e mai risolta.
A 15 anni cessai definitivamente di comunicarmi avendo più o meno deciso di essere "ateo", decisione che maturò lentamente in seguito a tutta una serie di letture, considerazioni, ragionamenti, molti dei quali fatti con alcuni amici, tutti più vecchi di me.
A 15 anni infatti ne dimostravo tranquillamente 18, superavo il metro e ottanta e facevo pugilato nei mediomassimi di nascosto, avendo falsificato la firma di mio padre nella necessaria dichiarazione di consenso.
E non vedevo l'ora, con l'ardore delle potenti pulsioni ormonali tipiche dell'adolescenza, di poter commettere al più presto tanti atti impuri, completi e regolari, senza più alcuna remora d'infrangere il sesto comandamento, che io fossi infine meritatamente dannato !

The lonely dolphin




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