La città di Como ed il suo lago. |
Il 1974 rappresentò per noi il salto di qualità, almeno dal punto di vista economico. Dicono che il denaro non renda felici..., ma sicuramente a noi non procurò tristezza...
Non fu tanto determinante la maggior rettribuzione subito percepita da CIFA (Permaflex), quanto quella che sei mesi dopo andai a percepire come dirrettore commerciale della Sormani, industrie del mobile. E poi quelle, sempre migliori, che riuscii a realizzare nei 35 anni successivi !
In CIFA, mobili componibili e salotti, rimasi per soli sei mesi, come capo area Nord Italia. Mi bastarono i primi 15 giorni di addestramento presso la sede romana di Permaflex, una sorta di ennesimo "ministero" romano, in un palazzone di 10 piani sulla Cristoforo Colombo, per capire che non sarei durato...Le ragioni le indico chiaramente in uno specifico "post", espressamente dedicato, su questo stesso blog: "La Permaflex di Licio Gelli", nella serie "Dilettanti allo sbaraglio" = http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/07/dilettanti-allo-sbaraglio-la-permaflex.html
Il logo, unico rimasto del gruppo. |
Che consiglio vivamente di leggere, come significativo esempio dell'Italia di quei tempi, in cui il "miracolo economico" aveva favorito la crescita di tante realtà economiche improvvisate, dalle fragili fondamenta, destinate a soccombere di fronte alle prime difficoltà, che iniziarono proprio quell'anno, il 1974, con la "Congiuntura".
Fu comunque un'esperienza interessante, che mi aiutò ad allargare la mia conoscenza e preparazione professionale, sopratutto dal punto di vista merceologico e logistico. Fu interessante vedere le fabbriche di mobili, di salotti, di materassi e di reti, distribuite tra Toscana e Sud Italia, ed imparare realtà commerciali, ma anche umane, diverse da quelle che già conoscevo. Così come le storie di personaggi come Pofferi e Licio Gelli, autori di quella grande realtà industriale italiana, e percepirne le implicazioni "politiche" che li avrebbero poi caratterizzati.
Licio Gelli, inquisito ai tempi della Loggia P2 |
Nel mio lavoro feci in tempo ad organizzare una nuova
forza vendite, assumendo sei venditori ed avviandoli al lavoro.
Ma già tre mesi dopo mi davo da fare per trovare un'altra diversa occupazione.
Continuado nei weekend a vivere nella tranquilla e paciosa enclave di Montegrotto, godendomi la famiglia, le piscine termali, i colli, la rilassante atmosfera che caratterizzava quel mondo. Ma durante la settimana ero molto in giro per lavoro nel Nord Italia, più spesso a Milano.
Austerity 1974, vignetta |
A Giugno realizzai altre interessanti chances di lavoro e lasciai il gruppo Permaflex. Come mi capitò poi altre volte fui contemporaneamente assunto, da Ariston Merloni, come area manager per il bacino Mediterraneo e da Sormani Mobili di Arosio, Brianza comasca, direttore commerciale. Scelsi quest'ultimo, anche per ragioni logistiche, sembrandomi eccessivo trasferire la famiglia a Fabriano, nell'entroterra marchigiano (e tuttavia portai con me moglie e bambini, quando mi convocarono per il secondo colloquio preliminare).
La simpatica, allora verdeggiante Fabriano era del resto estremamente lontana da via Monte Napoleone, Milano, dove ebbi il primo colloquio nella Show Room Sormani...E da Como, con il suo splendido lago, dove poi vissi per circa 30 anni...
Como di sera vista dal lago. |
A Luglio ero già attivo nel nuovo lavoro in alta Brianza.
Como era piaciuta moltissimo a mia moglie, che mi aveva seguito in occasione del colloquio definitivo, ma ci spiacque non poco abbandonare il nostro bel nido tra i colli euganei. Tant'è...di nuovo ci allontanammo definitivamente da quel piacevole sito, dove però tornammo moltissime volte, per trascorrervi piacevoli periodi di vacanza e relax.
L'ultima versione reperibile dello storico marchio. |
I fratelli Sormani, altrimenti detti "Karamazov", un po' di follia ce l'avevano. Sopratutto il capo in testa, Luigi, il vero fondatore, che aveva trasformato la vecchia fabbrichetta di mobili paterna in una moderna industria, dotata di macchine, sistemi di lavorazione e personale, tali da farne uno dei "nomi"trainanti del mobile moderno di "design" di quei tempi, fabbricando...o quasi,
mobili firmati da designers del calibro Giò Ponti, Tobia Scarpa, Joe Colombo, Claudio Salocchi ecc...Quasi perchè diversi di quei reperti di moderna architettura d'interni, pur attirando grande interesse, attenzione e perfino devozione, non vennero mai prodotti, se non a livello di prototipo ! Come il "letto con capote" di Joe Colombo, di cui furono realizzati 3 esemplari: uno per il Museum of Modern Art di New York, uno per la Sho Room Sormani di via Monte Napoleone, uno per Joe Colombo...che ci morì dentro, assai prematuramente.
Joe Colombo con la poltrona "Igloo" da lui ideata per Sormani. |
Luigi Sormani era una sorta di Napoleone informale, diviso tra genio e megalomania, sesso e potere, raziocinio e sfrenatezza istintuale, che spesso trapelavano dagli occhi scuri e tenebrosi.
Si circondava di un harem di segretarie inevitabilmente piacenti e tuttavia mediamente assai solerti ed efficaci nel loro lavoro.
Io ebbi con lui un buon rapporto, nei limiti in cui lo permisero la sua follia ed il senso dell'opportunità, cui tentai ripetutamente ed invano di ricondurlo, come racconto nel post dedicato a quella notevole esperienza, racconto che considero estremamente significativo di come L'Italia di allora potesse permettersi tanti "dilettanti allo sbaraglio: Karamazov Brothers la Sormani di Arosio" http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/08/la-sormani-di-arosio.html
Manifesto del Salone del mobile Italiano 1975 |
In Agosto del '74, aprofittai delle ferie per trovar casa nel comasco e ci riuscii subito, con fortuna sfacciata. Uscendo da Cantù verso Como passammo davanti ad un bel residence, una collina verde con poche ville bifamiliari, che mia moglie subito apprezzò, insistendo perchè mi fermassi a chiedere se c'era disponibilità in affitto...Un'ora dopo avevamo già concluso il contratto, per cui locavamo un bell'appartamento, recente e spazioso, all'interno di quel parco riservato, dotato di tennis e piscina.
Dopo di che ce ne andammo in vacanza a Sestriere,
Da dove, in un'uggiosa giornata di nuvole e pioggia, scesi a Torino per mostrare i punti salienti della città a mia moglie e bambini. Rientrando in Val di Susa passammo davanti ad una ditta che costruiva villette prefabbricate...e così, avendo tempo,
ci fermammo a curiosare. Venimmo via dopo nemmeno due ore,
proprietari di una villetta modello Florida, 125 mq., l'unica che veramente ci piacesse e che ci fù offerta a metà prezzo.
Era quella in esposizione dove abitavano i titolari del cantiere, che avevano deciso di cessarne la produzione perchè era un tipo di costruzione molto articolato (era il suo bello) e richiedeva troppe ore di montaggio.
Villetta prefabbricata simile a quella da noi acquistata e poi abitata per 12 anni. |
Avevamo acquistato una casa, che ci avrebbero consegnata entro 10 mesi, ma non sapevamo ancora dove l'avremmo ubicata !
Appena ritornato al mio nuovo lavoro in Sormani subito mi diedi da fare per trovare il terreno, scoprendo che in zona Como - Brianza coi prezzi non scherzavano. Trovai infine un lotto di 1.000 mt. ad Orsenigo, a pochi chilometri da Como, Erba e Cantù, in una nuova lottizzazione comunale destinata a villette residenziali ed iniziò la corsa per avere il gran numero di permessi allora necessari, comunque meno della metà di quelli oggi richiesti.
Anche il mio lavoro con Sormani mi portava spesso in giro per l'Italia e talora anche all'estero. Lo iniziai con molto entusiasmo, che mi permise di reggere il confronto con una realtà che non mi aspettavo: la maggior parte dei clienti era prevenuta nei nostri confronti a causa dei numerosi problemi che le nostre produzioni causavano. Le campionature che avevano acquistato e che
Grande esposizione, nostro cliente tipo. |
In effetti Luigi Sormani era assai più attento alla "forma", al design delle sue produzioni, che non alla loro consistenza.
Per oltre un anno cercai di farlo ragionare, qualcosa ottenni, ma troppo poco per rimediare ad uno stato di cose che poi, nel breve volgere di qualche anno portò la Sormani al fallimento ed alla definitiva scomparsa del suo marchio prestigioso !
Io ovviamente mi defilai prima, avendo ben chiaro cosa sarebbe nel breve accaduto.
LEMA, modernissima fabbrica mobili che nel 1976 mi aveva assunto come direttore vendite. |
Ebbi nuovamente da scegliere, ottenendo contemporaneamente l'assunzione presso Lema, prestigioso marchio del mobile moderno in Brianza, a soli 3 km dalla mia nuova villetta prefabbricata, in cui nel frattempo eravamo andati a vivere ad Orsenigo. Ma finii con scegliere SAMIT, gruppo tessile industriale con fabbriche in Valsesia ed in Brianza, magazzini a Seregno, sede ed uffici in via Gonzaga (p.za Missori) a Milano.
Lema era una bellissima, moderna azienda, economicamente assai ben strutturata, che poi crebbe in progressione fino ad oggi,
ma il mio ruolo prevedeva un'iniziale sorta di "quarantena" , per depurare verso la clientela la mia immagine di direttore vendite, compromessa dal fatto di provenire dalla sempre più screditata Sormani...!
Samit era una specie di residuato manifatturiero del passato prebellico, stile "arsenico e vecchi merletti", ma mi affidava senza riserve l'incarico dirigenziale per il settore tappeti, tessuti d'arredamento e copriletto (la minore divisone delle moquettes fu contemporaneamente affidata ad altro dirigente). Inoltre mi offriva una rettribuzione decisamente superiore a quelle di Lema e Sormani ! Fatto tanto più notevole in quanto mi praparavo in quegli anni a sostenere i costi per le importanti dotazioni e migliorie della nuova casa, appena acquistata ed abitata, che completammo con un piano seminterrato (doppio garage, cantina, ampia taverna con palestra, sauna e terzo bagno).
Raccomando vivamente la lettura, sempre su questo blog, del mio post dedicato a SAMIT, altro succoso e storicamente assai significativo esempio della piccola-media industria Italiana del bel tempo che fu.
V. su blog "SAMIT: tempi moderni" = http://swimmingeorge.blogspot.it/2011/08/samit-tempi-moderni.html
"SAMIT: Tempi moderni " |
Ma quando ero a casa mi godevo in pieno la famiglia, il nostro caldo, ampio chalet di legno all'americana, il vasto giardino iperpiantumato e la piscina, che subito l'anno successivo andammo a realizzare. Nonchè i verdi dintorni collinari dell'alta Brianza, i boschi in cui per decenni facemmo footing, mountain bike, sci di fondo in inverno o anche solo lunghe, salutari passeggiate. I laghetti pedemontani di Montorfano, Alserio, Pusiano, Annone..., le escursioni ai vicini monti del Triangolo Lariano, la città di Como, con il suo splendido lago, cui infine i nostri figli rimasero definitivamente legati, la vicina Svizzera ticinese, con le sue svariate opportunità (siti, paesaggi, sci, laghi ecc...).
Giardino e piscina della nostra villetta ad Orsenigo. |
In quella casa, sempre migliorandola, rimanemmo 12 anni, crescendovi i figli e realizzando tuttta una serie di amicizie.
Con Samit rimasi solo due anni.
Il lavoro non mi dispiaceva ed era interessante imparare un altro nuovo mondo, quello del tessile, di notevole caratura nel divenire storico dell'industria italiana. L'ambiente era decisamente antiquato, così come diverse persone che vi operavano...Ma io ero in buona sintonia con il nuovo direttore generale (un transfuga del petrolifero anche lui...), che mi aveva assunto tramite il prestigioso Studio Mario Silvano di Milano (presso il quale in passato io mi ero già messo in ottima luce durante alcuni dei svariati corsi manageriali cui GulfOil m'indirizzava).
Ed io, senza pormi problemi o remore, partii senzaltro a svecchiare e riammodernare la struttura commerciale, le obsolete procedure interne, gli approcci con la forza vendite e la clientela,
l'immagine stessa dell'Azienda ! Valorizzai ottime figure esistenti, di tecnici e venditori, ormai da anni sfiduciati dal ripetitivo immobilismo imprenditoriale ed affrontai con i miei consueti coraggio e spregiudicatezza nuove fome di promozione commerciale e vendita, ottenendo già nel volgere del mio primo anno cospicui incrementi di fatturato, che mi premiarono sia economicamente che per il credito professionale così acquisito.
Prodotto tipico del tappetificio SAMIT |
Ma proprio all'inizio dell'anno successivo, il 1977, arrivò la doccia fredda...Il titolare, il 45enne dott. Ferruccio Tedeschi, straricco da far paura, unico erede del fondatore, testè defunto 88enne investito da un tram a Milano, decise di "ritirarsi"...
In ditta veniva praticamente mai, viveva a Londra ed a New York, con la moglie americana ed i tre figli, terrorizzato dai possibili rapimenti, allora di gran moda in Italia.
Senza più farsi vedere ci informò di aver venduto SAMIT al gruppo finanziario facente capo a Rovelli, big della borsa milanese.
Il quale come contrpartita si era acollato il pesante debito di Samit verso l'INPS e fu presto chiaro come non avesse intenzione alcuna di "investire" nel nuovo acquisto, essendo altrimenti ben orientato a sfruttarne ogni possibile opportunità di guadagno, liquidando merci a magazzino, strutture, immobili.
Ma intanto, siccome ancora c'erano utili d'esercizio (che sopratutto io mi ero attivato a recuperare), mandò avanti la produzione e la gestione commerciale, installando due nuovi amministratori al posto del dirigente anziano e del direttore generale che mi aveva assunto.
Io mi trovai presto ridimensionato nella mia autonomia operativa,
e mi ci volle ben poco a capire quali fossero le nuove prospettive..., anche dal punto di vista economico.
Alla fine del 1977 diedi le dimissioni.
Samit chiuse nel giro di un paio d'anni.
E fanno tre, dopo CIFA e dopo Sormani !
Qualcuno potrebbe dire che allora ero io che portavo sfiga...!
Ciò che tuttavia non abbe a verificarsi più, nei 31 anni successivi.
Como ed il promontorio di Bellagio l'alto lago, visti dal m.te S.Primo (1682 mt.), meta di nostre svariate escrursioni. |
Io allora decisi di saltare il fosso, di diventare freelance. o libero battitore, come era mia vera vocazione. Divenni così consulente commerciale ed agente di Fiorete Zetadue, la più prestigiosa azienda tessile nel campo dei tessuti e tendaggi per arredamento d'interni, migliorando ancora il mio trend economico e professionale.
Inoltre, per quanto fossi spesso in fabbrica, vicinissima a casa mia, avevo l'ufficio a domicilio...ed in giro per la Lombardia, dove erano ubicati i principali grossisti italiani, miei clienti potenziali.
In pratica, tranne rare volte, ero a casa ogni sera, ad apprezzare la mia bella famigliola ed il nuovo piacevole enclave in cui ci eravamo trasferiti.
I miei figli avevano 8 e 5 anni, tutti da godere, mia moglie 32, desiderabilissima...(ma, almeno per me, continua ad esserlo ancora oggi, alla soglia dei 70 !).
Noi, in una foto di qualche anno dopo. |
Fine della 6^ parte
the lonely dolphin
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