Storia dello zio Gigi.
Interrompo il racconto dei miei "Momenti felici della memoria" per dare giusto spazio
all'interessante, movimentata biografia del genovese Luigi Pederzolli, zio materno di mia cugina Cinzia, che lo ebbe quasi come papà, dopo la prematura morte di suo padre naturale. Dello zio Gigi e della sua storia sono venuto a conoscenza solo recentemente e per caso, come dico nella nota in calce a questo post, rimanendone affascinato.
Il testo scritto in corsivo stile "lettera 22" è l'originale di zio Gigi.
Interrompo il racconto dei miei "Momenti felici della memoria" per dare giusto spazio
all'interessante, movimentata biografia del genovese Luigi Pederzolli, zio materno di mia cugina Cinzia, che lo ebbe quasi come papà, dopo la prematura morte di suo padre naturale. Dello zio Gigi e della sua storia sono venuto a conoscenza solo recentemente e per caso, come dico nella nota in calce a questo post, rimanendone affascinato.
Il testo scritto in corsivo stile "lettera 22" è l'originale di zio Gigi.
E’ una storia di vita
un pò particolare, raccontata dallo stesso protagonista che l’ha vissuta, ora
novantenne, dattiloscritta per i tipi di una Olivetti “Lettera 32”.
“Il 22
settembre 1926, alle ore 14 circa, credo con un po' di difficoltà per mia madre
(pesavo kg.5,500) vidi finalmente la luce.”
Era l’ultimo di quattro
fratelli e fu accudito dalla sorella più grande, alla sua nascita già
diciassettenne, in una famiglia povera, faticosamente sostenuta dalla mamma, che
“lavorava a servizio di una
signora ed anche in una fabbrica di bevande gassate”.
A soli sei anni Gigi, mentre
iniziava le elementari dovette anche cercare qualche lavoretto per contribuire
al precario menage familiare, e lo trovò presso un falegname
“Il
mio lavoro consisteva nello scaldare la colla necessaria per incollare
l'impiallacciatura ai mobili, pulire ed ordinare il laboratorio e spingere il
carretto quando consegnavamo i mobili finiti”.
Il suo iter scolastico
termino con le elementari…”poi fu
un susseguirsi di piccole occupazioni come garzonetto nei negozi di macelleria,
polleria, commestibili ed in una carrozzeria di automobili”.
Nel 1937, essendo
amante del mare, si propose e fu assunto come aiuto Bagnino in uno stabilimento
di corso Italia “Il mio compito
era quello di pulire le cabine alla
sera, portare e ritirare gli ombrelloni dalla spiaggia ed in più tutte le
mattine accompagnare le donne dei "casini" a fare delle gite in
barca”.
Ai tempi della lotta |
Crescendo robusto ed
aitante iniziò poi a fare sport, lotta in particolare ed a sedici anni riuscì
ad ottenere il brevetto di bagnino nonostante l’età minima prevista fosse di
diciotto. E come bagnino regolare continuò poi a lavorare, sempre al mare di
Corso Italia. Nel frattempo era iniziata la guerra e dopo l’8 Settembre, a
rischio di deportazione, riuscì ad essere assunto nei Vigili del Fuoco. Mentre spegneva un incendio nel corso di un
bombardamento, rimase ferito sotto un crollo e rimase in ospedale per due mesi,
“e come compenso mi dettero un
premio di 500 lire. Dopo il rientro in servizio mi assegnarono la funzione di
attendente del primo ufficiale di stanza all’Albergo dei Poveri. Con questa
nuova mansione, essendo già appartenente alla resistenza partigiana, avevo buon
gioco con timbri e firme false da svolgere la mia missione. Partecipai, armi in
pugno, all’insurrezione contro i tedeschi. Furono 12 giorni esaltanti”.
Fino al 1948 fece
parte della Polizia Partigiana, da cui si dimise per tornare a fare il bagnino
d’estate e il “camallo”, lo scaricatore nel porto di Genova.
L’aitante aspetto del
timido Gigi attirava le giovani frequentatrici dei bagni e presto fra quelle
una in particolare “così trovai
l’amore della mia vita”.
Con cui presto si
sposò, andando ad abitare in casa della suocera, donna “tosta e dura”, che per
una stanza pretese ben diecimila lire, a quei tempi una cifra, considerate le
sue entrate di bagnino e camallo.
Ma poi lo aiutò la
fortuna, un ricco e generoso frequentatore dei bagni lo aiutò a comprar casa
anticipando tutto l’importo, da restituirgli ratealmente e poi fu assunto,
grazie ad una raccomandazione*, come “autista venditore” alla CocaCola, testè
giunta in Italia. Piccolo particolare secondario, lo zio Gigi non aveva la
patente…Ma le forti
raccomandazioni lo aiutarono a prenderla assai velocemente. Divenuto una dei
migliori venditori fu poi notato dal nuovo concessionario di CocaCola, che lo
volle presso di se, come marinaio del suo panfilo, autista e segretario,
insieme alla moglie, assunta anche lei ! .
“Furono circa 8 anni meravigliosi.Stavamo 4 mesi a Cannes all’hotel Carlton e
tutto l’inverno a Parigi, all’hotel George V. In seguito Gegè (il suo titolare)prese
in affitto da un amico una stupenda peniche ormeggiata sulla Senna.
Con la mogliettina |
Ma nel 1958 Gegè
comprò un panfilo più grande, con tanto di equipaggio, che non poteva prevedere
anche la moglie di zio Gigi, che così diede le dimissioni.
L'Isola Gallinara, al largo di Alassio, |
“Dopo si susseguirono diverse attività”, tra cui un negozio di alimentari.Sua moglie nel
frattempo partorì un figlio, purtroppo prematuro che visse solo tre giorni, con
grande dolore dei genitori. Nel 1961 zio
Gigi fù per tre mesi guardiano del faro all’Isola Gallinara e poi, partecipando
ad un corso per sommozzatori, il suo istruttore ed amico, il famoso Duilio
Mercante (il fondatore della didattica subacquea italiana), lui essendo già
molto occupato gli propose di sostituirlo in un “progetto in Marocco per la raccolta delle alghe marine per conto
della Simmenthal”. Ciò date le sue buone
capacità come sommozzatore e la conoscenza del francese. Fu così che zio Gigi
si trasferì in Marocco, poi seguito dalla moglie, dove operò con solerzia e
capacità, fino a meritare progressivamente la fiducia che lo portarono nel
tempo a divenire il responsabile dell’attività in zona per Simmenthal !
Presto, grazie alla
conoscenza del francese, entrarono nella community europea e migliorarono notevolmente
il loro tenore di vita “Avevamo
come donne di servizio due sorelle, Zhora e Tamò, il costo della vita lo
permetteva perché era molto basso e lo stipendio era alto.”
In Marocco a procurare alghe per Simmenthal |
In Marocco ebbe
faticosamente la luce la loro unica figlia. Con la promozione ufficiale a
direttore delle attività lo zio Gigi ebbe un congruo aumento di stipendio ed un cospicuo premio in
denaro ed opportunità di vita come non aveva mai sognato poter raggiungere. Fu
coinvolto in altre ricerche subacquee alle Azzorre, in Libia, Algeria e
Tunisia. Ma “ Gli anni
passavano, dal Marocco quasi tutti i francesi rientravano in patria e noi ci
sentivamo sempre un più soli e verso la metà del 1970 decidemmo di rientrare in
Italia”
Ritorno in Italia... |
Ottenuto da Simmenthal il
rientro in Italia, presso la sede di Monza, zio Gigi trasferì la famiglia
Camogli, contando di raggiungerla nei weekend. Ma il suo calcolo fu presto
annullato da Simmenthal, che gli affidò l’importante incarico di Capo dei
Magazzini, ma con l’obbligo di reperibilità totale, anche nei festivi…
Zio Gigi si dimise
immediatamente tornando a Camogli, dove si mise a cercare nuovi lavori.
Per un paio d’anni gestì i
Bagni Boccadasse con annesso bar ristorante e rimessaggio barche, poi sommozzatore,
massaggiatore in Svizzera e poi in una colonia di Uscio.
Per un altro paio d’anni
rilevò e gestì un bar tabacchi in quel di Recco, poi ecco di nuovo la fortuna.
Tornato a fare il massaggiatore, nel 1977 stava trattando un dirigente RAI, che
considerate le prerogative ed esperienze di zio Gigi lo indirizzò ad un industriale
milanese che cercava un “custode” guardia del corpo per il figlio ventottenne,
in un’Italia allora caratterizzata da sequestri a fine di riscatto.
“Il mio compito era quello di non mollarlo
mai, dovevo svegliarlo al mattino e metterlo a letto alla sera.
Presi il porto
d’armi, viaggiavamo in auto blindate e avevamo una scorta di due ex
carabinieri che ci seguivano ovunque”.
Tornato a fare il pendolare
tra Milano e Camogli lo zio ebbe a girare l’Italia ed il mondo, sempre
viaggiando al meglio, ospite dei migliori Hotel e ristoranti.
Avec le physique du role |
Non contento, nel 1980 Gigi
si comprò una gran roulotte per girare l’Europa durante le ferie…Nel 1985 il
commenda padre lo convocò: aveva deciso di ritirarsi e cedere, prospettando a
lui un lavoro in ufficio a Milano oppure la liquidazione più un anno di
stipendio. Fatti i suoi calcoli Gigi accettò andando subito in pensione.
“Se qualcuno avesse pensato che finalmente mi
sarei messo un paio di pantofole per starmene a casa, si sbagliava di grosso.”
Lo zio intensificò così i suoi
viaggi in roulotte e poi con un nuovo camper, acquistato nel 1987, Castelli
della Loira, Bretagna, Normandia, Nord Africa, Irlanda, Scozia, Isole Orcadi,
Austria, Croazia…”In Francia e
Spagna eravamo di casa”.
Ma poi purtroppo iniziarono
i problemi di salute della moglie.
Iniziò con seri problemi
circolatori, che tuttavia riuscì a superare negli anni.
Poi a fine 2008
arrivò l’Alzheimer e la depressione…Nel 2012, di notte al buio cadde rompendosi
un femore: ospedale…, catetere…, infezione vaginale…, febbre…
Quindi il dilagare
dell’infezione…, la cancrena…, la setticemia…, ed infine…l’esito fatale ! Per
cui lo zio Gigi esprime, oltre all’immenso dolore, il rammarico di come sembra
sia stata poco adeguatamente curata la carissima moglie.
Con la carissima moglie. |
Nel momento in cui fu
informato della sua imminente fine cercò telefonicamente la filgia, ma non
trovandola avverti la nipote Cinzia, che avevano sempre avuto cara come
un’altra figlia, “con il suo
compagno vennero subito. Dopo un po’ ci lasciarono entrare nella cameretta dove
Aurora era praticamente già in coma. Aveva l’ossigeno ed una flebo al collo.
Quando le dissi che c'era la Cinzia aprì leggermente gli occhi ed in nostra
presenza di lì a poco cessò di vivere.
Scrivo queste
righe e sto piangendo.
Ora Aurora riposa
sotto un cipresso nel cimitero di Nervi”.
“P.S. Alcuni credono che quando uno muore, possa raggiungere i
propri cari nell’aldilà. Io non ci credo. Ma se fosse vero, vorrei al più
presto raggiungere la mia adorata Aurora e stare in eterno con lei.”
“Lo zio Gigi”
Testo redatto in adattamento su
blog di “the lonely dolphin”
* Lo zio Gigi fu assunto da Coca Cola grazie a
mio padre, amico dell’italo americano che introdusse la bibita in Italia.
Rammentando il quale nei miei post “momenti felici della memoria” palesai a mia
Cugina Cinzia il collegamento, che mi permise di conoscere questa semplice
storia, che considero tuttavia notevole per le tante, variegate implicazioni
di vera, invidiabile vita vissuta.
Note:
Lo zio Gigi è stato recentemente insignito alla Medaglia d'Oro per il Valore Partigiano.
Alla consegna della medaglia dovrebbe provvedere la ministra per la difesa Pinotti, che tuttavia continua a diferire la propria disponibilità.
Zio Gigi non nomina mai suo padre, marinaio quasi sempre lontano da casa (sopravissuto al drammatico naufragio ad opera degli inglesi, della nave Esperia che trasportava in nord Africa truppe italo-tedesche, ), spesso distratto in avventure extraconigali. Aveva invece un'adorazione per la madre, donna forte e coraggiosa, orgogliosa dei figli.
Note:
Lo zio Gigi è stato recentemente insignito alla Medaglia d'Oro per il Valore Partigiano.
Alla consegna della medaglia dovrebbe provvedere la ministra per la difesa Pinotti, che tuttavia continua a diferire la propria disponibilità.
Zio Gigi non nomina mai suo padre, marinaio quasi sempre lontano da casa (sopravissuto al drammatico naufragio ad opera degli inglesi, della nave Esperia che trasportava in nord Africa truppe italo-tedesche, ), spesso distratto in avventure extraconigali. Aveva invece un'adorazione per la madre, donna forte e coraggiosa, orgogliosa dei figli.
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