mercoledì 26 settembre 2012

EINSTEIN e la formula di dio


 Einstein e la formula di Dio
Albert Einstein
All'inizio degli anni '50 Albert Einstein ebbe un incontro privato con il primo ministro Israeliano Ben Gurion, in visita negli USA, ed in quella occasione il Capo di Stato Ebraico, più o meno scherzosamente sfidò il grande scienziato di orgine ebraica a dimostrare, in maniera scientifica, l'esistenza (oppure la NON esistenza) di Dio.
Einstein raccolse seriamente la sfida, approfondendo temi di ricerca che già erano ampiamente oggetto dei suoi studi, giungendo infine a conclusioni di portata eccezionale, che furono ulteriormante studiate ed elaborate da altri scienziati, determinando scoperte di fondamentale importanza, vere pietre miliari per la Scienza del 20° secolo.
Tali scoperte sono tuttavia rimaste patrimonio pressochè strettamente riservato all'elite del mondo scientifico e non sono state comunque divulgate nel contesto del significato umanistico e filosofico che presupponeva la sfida di Ben Gurion.
Einsten riuscì praticamente a definire la "formula"sull' esistenza di "Dio"
al 99,99999999999999999999999999999999999999999 (ecc...9 per 40 volte,
cioè alla quarantesima potenza), ma da rigoroso scienziato quale egli era, non
la pubblicò mai come tale, a causa di qull'infinitesimale incertezza dello
0,0000000000000000000000000000000000000000(ecc..., per 40 volte)0001% !

Questa storia è stata ripresa e raccontata dal famoso scrittore Portoghese Dos Santos quasi in concomitanza con la sensazionale, recente scoperta del "Bosone", la così detta "particella di Dio" (ed in effetti il Bosone può essere ben considerato come elemento accessorio della formula Einsteniana), nel suo libro "Einstein e la formula di Dio".

Libro che ho ricevuto in dono nel Luglio scorso.
Ideogramma del "Bosone"

E' un romanzo di 500 pagine, che cerca di condire al meglio un'avventurosa spie story a livello di intrigo internazionale, in fondo piùttosto banale, scontata e djavue, con implicazioni sentimentali ugualmente banali e scontate, e l’esposizione divulgativa di teorie scientifiche abbastanza complesse e spesso anche sin'ora ignorate dal grande pubblico, ancorchè quello più attento e versato per simili argomenti.
Il tutto è sviluppato in maniera troppo spesso ripetitiva, continuamente rimandando con pretestuosi colpi di scena la conclusione delle spiegazioni, quasi seguendo il filone dei telefilm che continuamente si interrompono per dar spazio alla pubblicità..., come se l'autore fosse stato pagato "un tanto a cartella"...In effetti 300 pagine (e non 500) sarebbero state già troppe per raccontare il tutto, inclusa la parte di gran lunga più interessante, cioè quella scientifica divulgativa.

La trama si basa sull'equivoco, accreditato dalla CIA, dal Mossad e dai Servizi Segreti Iraniani, per cui Ben Gurion avrebbe chiesto ed ottenuto da Einstein una formula segreta per poter realizzare l'atomica facilmente ed a basso costo.
Ciò scatena la caccia al manoscritto originale di Einstein, che quella formula conterrebbe. Gli Iraniani ne entrano in possesso ma non sono tuttavia in grado di decifrarla e drammaticamente coinvolto si ritrova, protagonista al centro della vicenda, un professore Portoghese esperto criptologo, in grado teoricamente di decifrare qualsiasi documento secretato.

L'unica vera chicca del libro sono una cinquntina di pagine, quasi tutte esposte alla fine del romanzo, dove...finalmente...viene faticosamente rivelata la Formula di Dio. Faticosamente non perchè manchi la chiarezza, anzi, l’esposizione è chiara e ben comprensibile, se pure nei limiti spesso molto complessi degli ardui argomenti trattati. Ma purtroppo anche in questa fase l'autore si lascia prendere eccessivamente dal vezzo di tenere ad oltranza i suoi lettori in sospeso, talora sino all'esasperazione, nuocendo infine al pathos della rivelazione finale, che appare quasi sminuita d'importanza a confronto con tutta l'attesa di cui era stata caricata.
Ma, anche ad evitare d'imitarlo, vengo dunque senzaltro alla definizione della "Formula di Dio”, che richiede tuttavia spiegazioni, anche in via preliminare.

Einstein si diverte
Il problema di “Dio”è sostanzialmente quello delle “origini della vita”.
Ogni Religione, ogni credo fideistico è sorto tra i popoli del mondo antico innanzitutto e soprattutto per giustificare le origini dell’Universo e della Vita.
Dio”era per loro la spiegazione più spontanea alle domande: “chi ci ha creato?”, “che cosa c’era prima?”, “chi governa l’armonia delle cose che circondano la vita?”.
Fù così che gli uomini inventarono via, via, Giove, Manitù, Tao, Jeova, Allah, ecc…, attribuendo loro la divinità creatrice di ogni cosa.
Poi arrivò la Filosofia, forma più evoluta di pensiero, che portò alcuni membri delle popolazioni più evolute, a partire dagli antichi Greci, a speculare in maniera più avanzata, profonda ed articolata, sulle origini della vita e sul significato dell’esistenza.
Così, per rimanere nel nostro tema, uno dei filosofi più recenti, Emanuele Kant, ebbe ad affermare che tre problemi non verranno mai risolti: quello dell’esistenza di Dio, l’immortalità ed il libero arbitrio.
In altri termini Kant si pone banalmente i quesiti irrisolvibili: Dio esiste davvero o è stato creato dagli uomini per giustificare le origini dell’Universo ?
C’è un’altra vita oltre la morte ? L’uomo è davvero in grado di determinare il suo destino od è altrimenti la sua volontà del tutto condizionata dai molteplici fattori esterni ?
Fù infine la volta della Scienza (chi disse che la Filosofia è l’anello di congiunzione tra Religione e Scienza ?). La quale affrontò l’argomento in maniera asettica e razionale, analizzando tutte le implicazioni in gioco, giungendo infine alla conclusione di fatto che “Dio non esiste”, perlomeno in quanto essere antropomorfico superiore, creatore e signore dell’Universo, da lui realizzato a normalizzare il Nulla e/o il Caos preesistenti.

Alcuni, pochissimi scienziati, è vero, si sono dichiarati “credenti”, non atei, ma unicamente in funzione di un atto di fede e nessuno di loro ha mai preteso di dimostrare scientificamente l’esistenza di Dio.
Michelangelo: la creazione

Ma allora quali sono per la Scienza le origine dell’Universo e della 
Vita ?
Le risposte date sono univoche: la materia che costituisce l’universo (o gli universi) è sempre esistita, seppure in forme diverse, via via cangianti nei miliardi di anni dell’eternità senza fine; la vita è il frutto del “caso”, evolutosi in funzione della “necessità”(v. C.Darwin, J.Monod e molti altri).
Nell’indefinito ribollire del “brodo primordiale”, verificatosi sulla terra alcuni miliardi di anni dopo il Big Bang iniziale dell’attuale era universale, si sarebbe casualmente formata la vita, favorita dalla presenza di fortunatissime condizioni di temperatura, pressione, magnetismo e dalla presenza di elementi più indispensabili che necessari, quali il Carbonio, l’Elio, l’Idrogeno e l’Ossigeno.

In pratica il “Dio” identificato dalla Scienza avrebbe giocato a dadi con tutti i componenti di cui sopra, per qualche miliardo di anni, ottenendo infine il “13” !
Il “13”, non il 12(=6+6), badate bene, perché, come vedremo più oltre, le probabilità contrarie erano tali che per riuscire nell’intento di determinare la vita occorreva un Jack Pot di tale  impossibile portata
(appunto il 13)!
Ed in effetti Einstein ed altri scienziati, nell’evoluzione dei loro studi matematici, applicati alla Fisica, alla Chimica, all’Astronomia ed alla Biologia, hanno infine, nel corso dell’ultimo secolo, verificato elementi, situazioni e condizioni che li hanno portati a pensare…come fosse estremamente improbabile che la vita si fosse mai determinata solo “per caso”sul nostro pianeta, così come sicuramente è accaduto in molti altri pianeti dell’Universo infinito (o finito che sia), comunque enorme perché formato da milardi di Galassie, ciascuna formata da miliardi di stelle….


Essi, gli scienziati, si sono infatti ricorrentemente imbattuti in uno strano numero, composto da 40 zeri dopo la decina, cioè 10 elevato alla quarantesima potenza, che per esteso si scrive così:
10.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000

e che si legge…in modo impronunciabile, cioè miliardi di miliardi di miliardi…
Che cos’è questo numero ?
E’ la probabilità matematica che si verifichino contemporaneamente più eventi e situazioni scientificamente verificati indispensabili alla nascita della Vita.
Ciò che costituirebbe un’incredibile casualità, conseguenza di uno straordinario gioco fortuito di coincidenze spaventosamente improbabili da verificarsi in qualsiasi realtà !

Alla base di questa constatazione, meramente matematica, ci sono tutta una serie di eventi di enorme, verificata e conclamata, rilevanza Fisica, Chimica, Organica, Biologica, che riguardano le “costanti della natura”, le variabili della forza di gravità interplanetaria, i tempi d’inverosimile velocità nella dilatazione iniziale (il primo secondo) del Big Bang, la nascita del Carbonio, elemento assolutamente indispensabile alla formazione ed evoluzione della vita, possibile unicamente e solo in condizioni estremamente particolari ed improbabili di temperatura, pressione ecc…
Variazioni minime, di ordine assolutamente meno che infinitesimali ( tipo dello
0,00000000000000000000000000000000000000001%) avrebbero impedito la complessa coincidenza di tutti questi elementi, ed altri ancora, inibendo quindi la nascita della Vita.

Per cui fù indispensabile molto altro ancora, come la conversione dll’Idrogeno in Elio, la durata reale del Berillio Radioattivo in quanto tale (un’insignificante frazione di secondo!), gli effetti gravitazionali della Luna, l’inclinazione dell’asse terrestre, il campo magnetico dell’atmosfera determinato dalla massiccia presenza di ferro e nichel nel suo nucleo centrale, ecc…ecc…
Per cui la nostra mera esistenza sembra dipendere da una straordinaria e misteriosa catena di eventi assolutamente improbabili da verificare in accadimento “casuale”.

Il loro contemporaneo capitare, in favorevole coincidenza, non adeguatamente programmato equivale alla probabilità di 10 elevato alla 40^ potenza.
Vincere ad una tale lotteria sarebbe come riuscire a colpire il bersaglio di un millimetro di diametro posto all’estremità opposta dell’universo, scagliando una freccia alla cieca, senza mirare, con gli occhi bendati !


Anche la Scienza, sempre rigorosamente e doverosamente attenta ad ogni se pur minima variabile, finisce con il considerare = 0 (uguale a zero) una probabilità di tale infinitesimale entità.
Ed è stato perciò che Einstein (inizialmente provocato da Ben Gurion), così come tutto il mondo scientifico poi, hanno dovuto prendere coscienza di un problema: il “caso” non poteva essere indicato come fautore della “vita”.
Considerando quindi tutte le incredibili, assolutamente enormi variabili contrarie, pressochè totali avversità al verificarsi dell’evento (la nascita della vita nell’universo), poteva esserci solo un’altra spiegazione:
“qualcuno o qualcosa aveva proditoriamente e coscientemente voluto che la vita fosse e divenisse quella che noi siamo e conosciamo”.
Qualcuno estremamente evoluto, tecnicamente preparato ed attrezzato per inseminarla, avviandola al successo nonostante tutti gli enormi ostacoli e l’infinità di fattori contrari al suo determinarsi !
Era costui “Dio”, o qualcosa che gli possa assomigliare ?
Cioè un entente “superiore”, in grado di esercitare l’enorme potere, volontà e cultura necessari per adempiere ad un siffatto compito ?

O era semplicemente un consesso di scienziati appartenenti ad una civiltà tecnicamente evolutasi ai massimi livelli, in vena di effettuare esperimenti, seminando nuove forme di vita in giro per l’Universo, esperimento di cui noi ora saremmo il prodotto risultante ?
la scala dell'evoluzione

Oppure, ancora più semplicemente, la forma di vita cui noi apparteniamo è il prodotto di una evolutissima civiltà, giunta in qualche modo al termine della sua lunga esistenza in seguito ad un qualche drastico evento, naturale o da essa stessa provocato, che ha in estremis avviato una propria discendenza vitale, lanciandone nello spazio infinito la semenza trascendente, contenente i propri caratteri genetici, basilari alla sua sopravivenza ed evoluzione.

Ciò che è quanto probabilmente noi stessi faremo entro un miliardo di anni, quando l’entropia del Sole, o più probabilmente la sua espansione abnorme determineranno la fine del nostro sistema planetario e quindi della vita, costringendo così i nostri lontanissimi discendenti a trasferire altrove la “vita”, perpetuandola ancora, in una sorta di staffetta senza fine attraverso l’eternità dello spazio-tempo senza limiti.



Questa non è banale fantascienza, ma è invece esattamente quanto gli scenziati prevedono accadrà a partire da un futuro neppure troppo lontano, al massimo solo qualche centinaio di anni, quando la robotica avrà raggiunto livelli tali da permettere
ai nostri eredi l’immortalità.
Che non consisterà nel prolungare all’infinito la vita delle proprie cellule mortali,
ma bensì nel trasferire la propria coscienza, la propria memoria, financo la 
propria “anima” immortale…in un nuovo corpo androide, realizzato al meglio per funzionare e durare assai più a lungo ed essere infine nuovamente cambiato in un altro, nuovo e migliore, e così via, per sempre !

Perché la “vita” deve continuare: non è il frutto del “caso”, ma il messaggio vagante tra gli universi dello spazio infinito, il messaggio fondamentale di qualcosa che probabilmente è sempre stato e per sempre sarà.
La caducità di tutto quanto ci circonda, a partire dalla nostra stessa brevissima, irrilevante esistenza, ci impedisce d’immaginare che possa non esserci stato un “inizio”, ma che tutto sia sempre stato, se pure in forme anche inimagilmente diverse.
E da ciò nasce l’istanza di inventarsi un “Dio” il quale tutto abbia ad un certo punto creato. Cosa facesse prima, come impiegasse il suo tempo nel vuoto totale ed assoluto non arriviamo normalmente a domandarci.
Perfino il Big Bang, origine del nostro universo conosciuto, sembra proprio che non rappresenti un punto fisso di partenza: le più recenti teorie scientifiche portano infatti a credere che esso non rappresenti altro che il punto iniziale di un battito, un pulsare

Big Bang pulsante
fatto di continue dilatazioni e contrazioni, ciascuna della durata di svariati miliardi di anni.
Ma comunque sia, la “vita” non è dovuta al “caso”, ma ad un preciso e determinato disegno di continuità in divenire.
L’effimera probabilità che così non sia appartiene a valori di un’esiguita talmente irrilevante da non poter essere benchè minimamente presa in considerazione.

Ed è questa, banalmente “la formula di Dio” messa a punto da Einstein:

“la vita dipende da una straordinaria e misteriosa catena di incredibili coincidenze di eventi, talmente improbabili che è impossibile siano dovuti al caso. Tutto ciò che è accaduto, accade ed accadrà è previsto sin dall’inizio dei giorni”.

Perciò Dio, ma soprattutto Chi per Lui, è l’unica alternativa al Caso.
Quindi, per così dire, “la formula di Dio”.

Non so se con tale etichetta conclusiva la Scienza vuole concedere una qualche forma di rivincita alla Religione, ma penso che ciò sia irrilevante.
Sicuramente lo è per me, di fronte alla constatazione, scientificamente conclamata, di un divenire di fatto programmato ed impossibilmente casuale, al servizio di un “Principio Antropico Finale”, cioè la definitiva affermazione dell’intelligenza umana a livello universale.

Ma c’è dell’altro, a tale proposito: analizzando le indicazioni che le principali Religioni danno circa le Origini della Vita si verifica non solo la pressochè totale somiglianza dei fatti narrati, ma bensì anche stranissime, incredibili coincidenze con le teorie scientifiche più attuali ed accreditate.
Ciò accade innanzitutto nella Genesi della Bibbia, che racconta come Dio Padre creò in soli sei giorni l’Universo.
Ma come possono sei giorni equivalere a 15 miliardi di anni ?
Questo problema assilò per qualche tempo lo stesso Einstein, ritornato alla lettura della Bibbia (il Vecchio Testamento) in funzione dello scrupolo intellettuale derivatogli dalla sfida di Ben Gurion.
Riflettendo su tale paradossale difformità cronologica, 6 giorni e 15 miliardi di anni,
Einstein realizzò l’incredibile coincidenza, forse solo cabalistica, tra i due valori così immnesamente distanti.
In realtà i valori che misurano il “Tempo” a partire dal Big Bang sono drasticamente
e progressivamente cambiati, in maniera esponenziale.
In base infatti alla sua Teoria della Relatività il tempo all’inizio era estremamente più lento, un miliardo di volte più lento (dato confermato dalla misurazione delle onde di luce primordiali), essendo allora la materia estremamente concentrata e la forza di gravità incredibilmente enorme.
Ma dal momento in cui il nucleo superconcentrato esplose, determinando il Big Bang, il tempo ha sempre più accelerato in maniera proporzionale all’espansione della materia: raddoppiando le dimensioni della materia si dimezzava la forza di gravità e raddoppiava la velocità del tempo.
In tale divenire, assolutamente straordinario, il primo giorno della Bibbia durava otto miliardi di anni, il secondo giorno quattro miliardi di anni, il terzo due, il quarto uno, il quinto 500mila anni, il sesto 250mila !
Il totale equivalente dei sei giorni è di 15 miliardi di anni, cioè esattamente il tempo trascorso dal Big Bang sino ad ora, in base ai più recenti dati scientifici disponibili, ciò che costituisce un’altra coincidenza spaventosa !
Non solo, ma i “tempi” della “Creazione”Biblica coincidono esattamente con gli avvenimenti simultaneamente accaduti nella formazione dell’Universo.
Einstein colse ovviamente tale stranissima curiosità e si dedicò a calcolarne il divenire: il 1° giorno fù la “Luce” (= 8 miliardi di anni), il 2° giorno fù il firmamento (= 4 miliardi di anni), il 3° giorno furono la terra, il mare, le piante (= 2 miliardi di anni, il 4° giorno furono il Sole, la Luna e le Stelle (= 1 miliardo di anni. In realtà esistevano già dal 2° giorno, ma non erano ancora visibili dalla Terra, avvolta in una nebulosa promordiale sino al 4° giorno). Il 5° giorno furono le forme di vita più evolute, pesci e uccelli in particolare (=500 milioni di anni fa). Il sesto giorno iniziarono le forme di vita più intelligenti (250 milioni di anni fa) , che culminarono nel divenire dell’uomo.

E’ questa sicuramente una stranissima coincidenza, forse cabalisticamente casuale, ma Einstein, Scienziato rigoroso ed ineluttabile, non mancò dall’esserne profondamente colpito, seppure non ne avvallò l’autenticità, in mancanza di quelle prove assolutamente certe che sarebbero state necessarie.
Ciò mentre invece sottoscrisse la così detta “Formula di Dio”, che ribadisce la NON casualità del divenire della vita nel caos universale.
Formula per così dire, che rimase tuttavia sempre emarginata, in ambito strettamente scientifico dei pochi addetti alla materia.
Solo recentemente, con la riscoperta, o meglio la verifica sperimentale del “Bosone”, e la pubblicazione del libro in premessa a questo Post, si è aperto uno spiraglio di notorietà per l’argomento, la cui notevole complessità conserva tuttavia assai marginale rispetto al potenziale interesse generale, che privilegia in assoluto il gossip, il calcio, le frustrazioni della speculazione politica, le telenovele in TV…
Tant’è che mi domando in conclusione quanti dei miei quattro più o meno assidui lettori abbiano affrontato la lettura di questo resoconto e quanti di loro abbiano avuto la costanza di arrivare a leggerlo sin qui, cioè sino alla fine.
Li ringrazio comunque, se esistono veramente, per l’ostinata partecipazione,

the lonely dolphin

p.s.: L’argomento inerente il Bosone, la così detta “Particella di Dio”, è specificamente trattato su altro mio Blog: "asino chi legge" nel Post del

6 Luglio scorso, con il titolo
Bosoni &…Busoni”, in cui fra la’altro si evince il curioso motivo della definizione”…di Dio”, motivo assolutamente antitetico ad ogni possibile intenzione ieratica degli scienziati che così l’avevano definito.
 

Blog "asino chi legge"= http://thebrayingdonkey.blogspot.it/




























































































































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