Indagini su un cittadino al di sotto di ogni dispetto.
(Storia per cui da 50 anni "sorrido" a proposito della "privacy"...)
E’ una storia mia personale e ne sono il protagonista, senza (per fortuna) alcuna memoria di risonanza pubblica o di qualche notorietà mediatica.
Ma ha un valore sicuramente emblematico e rappresentativo del periodo “storico-sociale” in cui ambientata e, più in generale, di quello che ancora è l’Italia oggi.
L’argomento infatti è di estrema attualità:
Intercettazioni, indagini, violazione della “privacy”(in totale violazione sia della “privacy” che della legge).
N.B.: I nomi indicati, di persone e luoghi, sono di fantasia. Il racconto dei fatti, realmente accaduti, è stato talora leggermente modificato per proteggere meglio la ...privacy degli interessati, ma senza cambiare la sostanza degli avvenimenti. Ciascuno, ma lui solo, volendo potrà riconoscersi nel personaggio che lo riguarda.
Estate 1972, in vacanza andremo in montagna, al Sestriere ed in previsione di qualche escursione nella vicina Francia chiediamo il rinnovo dei passaporti, allora necessari per varcare i confini.
Per comodità affidiamo le pratiche ad agenzia che ci indica i tempi utili per riavere i documenti rinnovati. Alla scadenza mia moglie và a ritirarli ma c’è soltanto il suo, che include anche i bambini. Per il mio dovrà ripassare.
Ritorna più volte, niente ! Vado io e, palesemente nicchiando, fanno capire che è meglio io stesso mi rechi in Questura ”a sollecitare la pratica”.
Questura, ufficio passaporti: l’addetto di là del banco, ad alta voce, di fronte a molte persone presenti, mi appella:
“ma lei non può mica avere il passaporto, lei ha il “fascicolo rosso!”.
“Che cos’ ho io?” “il fascicolo rosso…”. Stralunato, ancora io:”e cosa è il fascicolo rosso?”. Risposta”Eh…è il fascicolo rosso…ora glielo faccio vedere”, si allontana, ma torna subito con un voluminoso, pesante incartamento sul quale c’è scritto il mio nome! “ Ecco, è questo, vuol dire che lei non può avere il passaporto…” “……????”. Lui: “Se vuole la faccio parlare con il capo dell’ufficio passaporti…”. “Certo che voglio, mi ci faccia parlare!”.
Contrariamente a quanto mi aspettavo l’accesso al capo ufficio è quasi immediato. Lo stesso addetto, recando il grosso fascicolo che mi riguarda, mi accompagna in un enorme ufficio semibuio, in fondo al quale, seduto ad una scrivania c’è il responsabile.
L'uomo che sapeva troppo |
Che mi scruta da lontano: “Lei si fermi li ed aspetti”. Resto in piedi, praticamente sulla porta, ad almeno 7- 8 metri dalla scrivania, sulla quale l’addetto posa il voluminoso malloppo: è evidente che non si vuol rischiare che io possa intravedere il contenuto di quegli incartamenti…|!
Il funzionario comincia a sfogliare. Lo vedrò solo quella volta, sempre da lontano. Mi ricorda il commissario francese dell’ufficio di polizia a Marakesh, nel film “L’uomo che sapeva troppo”, uno dei migliori del grande Hitchcock…
Ciò che, non sapendo io altrimenti nulla, mi fa tuttavia sentire in carattere…
Lui continua a sfogliare i contenuti, decine di cartelle, forse centinaia di fogli…
Mi piacerebbe tanto vedere cosa c’è scritto, ma è una curiosità che non potrò mai soddisfare ! Forse nemmeno con improbabili e costose azioni legali.
Dopo un po’ che sfoglia comincia a scuotere la testa per poi dire: “Cazzate ! ...cazzate!” ed a ripetere, scuotendo sempre la testa “cazzate!”.
Dopo un altro po’ di “cazzate” chiude di botto il fascicolo e lo riconsegna all’addetto, si gira verso di me e mi dice “Non si preoccupi, lei è un galantuomo, vada pure…” e rivolto al subalterno “gli dia subito il passaporto con il rinnovo!”.
Ciò che avviene immediatamente, mentre l’addetto si stringe nelle spalle senza far commenti, ma con l’aria molto evidente di significare “ …attacammo’ ciuccio…?”.
Fascicolo rosso ! Fascicolo rosso ? Fascicolo rosso !?!?
Ma io so benissimo da dove arriva e perché !
Però non immaginavo che sarebbero arrivati a tanto, né che l'avrei scoperto inciampandoci dentro, dopo cinque anni !
Del resto era logico che ci fosse: perché per fare quello che avevano fatto dovevano aver istruito una pratica…Che poi è rimasta in giro, come una mina vagante, nei meandri della burocrazia “organizzata”…
1967, una città del nord Italia.
Avevo 26 anni e da qualche tempo soffrivo… pene d’amore…, come dice Nino Manfredi in un divertente film anni ’60: “Straziami ma di baci saziami”. Film che vidi più volte, un po immedesimandomi…
Il rapporto d’affetto e passione che da circa 5 anni mi legava ad un’apprezzabile fanciulla, era in crisi, con andamento alterno: più volte c’eravamo lasciati e poi ritrovati…Ancora molto coinvolto ne soffrivo...Amici e parenti, preoccupati di questa mia sofferenza, cercavano di aiutarmi, innanzitutto con la tecnica del “chiodo scaccia chiodo”, affiancandomi ragazze anche notevoli, comunque alternative…cui non risultavo perlopiù indifferente e qualcuna, compresa dalla mia situazione, decideva perfino di…salvarmi…Non ebbi mai tanti consensi femminili ed opportunità di relazione come in quel periodo.
Tra le altre conobbi Tony, ragazzina diciottenne (quindi a quei tempi “minorenne”!), caruccia, tenera e buonina, tutta acqua e sapone. Orfana di padre vedovo, era rimasta sola in balia della sua giovanissima matrigna, che esercitava su di lei una morbosa tutela. La frequentai in gruppo con gli amici
che me l’avevano presentata, rivedendola episodicamente.
Senza catturarmi mi faceva tenerezza e compagnia, con la sua dolce ed ingenua presenza. Ma in tutta onestà presto le chiarii la mia situazione sentimentale, considerando la sua età e palese innocenza.
Io avevo già un legame affettivo, anche se sofferto e a corrente alternata…Perciò non si facesse illusioni: potevamo essere solo amici. Poi col tempo...chissà ? Lei parve accettare serenamente il fatto, apprezzando la mia correttezza. Ma non l’accettò affatto la sua matrigna, che nel frattempo avevo conosciuta e che, avevo subito capito, cercava un partner su cui scaricare la figlioccia, ma che andasse possibilmente bene anche per lei…!
Ed era in questo scopo molto decisa e determinata.
Fossi io stato il Tognazzi di Piero Chiara in “venga a prendere il caffè da noi” sarebbe stata un’ occasione per realizzare il mio piccolo Harem.
Io ero invece un povero pirla, altrove innamorato, di fatto poco interessato alla fanciullina, men che meno alla di lei matrigna.
La quale, buon conto, sfruttando al sua "particolare amicizia” con un vicequestore promosse informazioni approfondite sul mio conto, presto realizzando come io già fossi ampiamente compromesso in altra situazione sentimentale. Apriti cielo !
La signora matrigna, si sentì tradita nei suoi calcoli e personalmente offesa: come osavo io frequentare gratis, cioè senza il dovuto impegno "morale" e formale, la
sua figlioccia (nonchè lei stessa) !? Così accadde che, senza alcun motivo dichiarato, io fossi allontanato. Perplesso ma non turbato, non ebbi comunque problemi ad accettare la cosa senza pretendere spiegazioni.
Ma dopo qualche tempo Tony venne a cercarmi per informarmi circa le manovre della matrigna, concludendo infine che lei…si, senza volerlo, insomma… si era innamorata di me ! E guai se la sua matrigna se ne fosse accorta…
Capii allora di avere un nuovo problema. Ma ben lungi dal coglierne la grandezza ! Cercai subito di ridimensionare, di buttar acqua sul fuoco…
In fondo tra noi c’era stato nulla. Meglio continuare a non vederci. Lei fù d’accordo, sorprendentemente, data la dichiarazione che mi aveva appena esternata. Aggiunse perfino:”Si è meglio, anche perché non hai idea di quanto possa essere pericolosa la mia matrigna!”
Ciò che nel breve avrei ben verificato.
La matrigna cattiva ! |
Passò altro tempo, non ricordo quanto, e mi arrivò un messaggio di Tony: voleva vedermi e mi fissava un incontro. Andai sperando di non dover ancora ridimensionare i suoi sentimenti per me…
Mi aspettava invece una grossa sorpresa. Lei arrivò con un pacchetto di lettere ed un piccolo registratore portatile: le lettere erano a me dirette dalla ragazza con cui continuavo ad avere una contrastata relazione ed erano state direttamente prelevate dalla mia abitazione ! Il registratore riportava un significativo mio colloquio telefonico con la stessa ragazza delle lettere!
Spiegazione di Tony: la sua matrigna, molto “amica” di un vicequestore, ex collega del defunto marito (il padre di Tony)… lo aveva convinto ad attivare indagini su di me, “che stavo cercando di sedurre la sua figlioccia minorenne”.
Seguendo la prassi, la cosa era stata affidata ad agenti della Digos che avevano provveduto a perquisire in mia assenza, il mio monolocale nel residence in cui abitavo ed avevano messo sotto controllo il telefono dell’altra ragazza (io non avevo allora telefono).
Tutto ciò banalamente per convincere Tony a lasciarmi perdere, dimostrandole che il suo amore per me era senza speranza…Peccato che ciò fosse esattamente quello che anch'io già stavo cercando di fare !
Ammetto che ci furono rari momenti di affiatamento in cui ero forse stato con lei troppo tenero, lasciandomi andare a due o tre castissimi baci. Assolutamente nulla di più. Soprattutto invece mi ero sforzato di essere con lei onesto e corretto, dichiarandole ad oltranza i miei impedimenti sentimentali.
Ed era probabilmente questa disarmante, chiara e pulita mia linea di condotta che aveva sortito l’effetto contrario!
Abbacinato dall’enormità dei fatti compresi in pieno la notevole pericolosità della matrigna cattiva. A maggior ragione ci confermammo allora con Tony di sospendere sine die ogni rapporto e ci augurammo buona fortuna. Nel farlo aggiunsi: mi spiace doverti mettere in guardia a tua volta, ma fai attenzione, quella donna può essere molto nociva anche a te stessa! Ma lei ne era già ampiamente consapevole.
Tornai a casa e, faticosamente cercando di restare freddo e calmo, torchiai il custode del residence in cui abitavo, costringendolo ad ammettere che lui, il solo che poteva, aveva aperto la porta del mio monolocale agli agenti in borghese venuti a perquisirlo. Ma previa autorizzazione telefonica dell’amministratore.
Cui allora rivolsi le mie rimostranze, concludendole con un ricatto:
finchè lei non mi rilascerà dichiarazione scritta e firmata dei fatti, a chi e perché ha autorizzato la violazione del mio domicilio, io sospenderò il pagamento del canone dpvuto. Abitai quel residence ancora per un anno. Gratis. E quello fù il mio piccolo risarcimento per un abuso che, come dirò, di fatto cambiò forse
il corso della mia vita.
Passarono settimane, mesi…Ebbi modo di sopire il fastidio dell’accaduto e dedicarmi ad altro. Al lavoro innanzitutto, che molto mi aiutò in quegli anni a distrarmi dai problemi (giovandomi per la carriera…), e continuai a coltivare, quasi masochisticamente, il mio rapporto con a solita amata, cui mi legavano ancora e tuttavia teneri struggenti, brevi ritorni di fiamma, alternati a problemi, con le solite periodiche separazioni…
Un sabato mattina d’autunno, una giornata grigia ed uggiosa, poltrivo a letto quando suonarono alla porta. Era il custode del residence che scortava una persona al mio monolocale: “ C’è un’ “altra” signora per lei…”.
una giornata uggiosa |
Disse proprio così, un’”altra”, ed io mi sentii come quei personaggi, tombeur de femmes ad oltranza…L’ ”altra” signora era Sara, amica di Tonyy. Un tipo particolare, arguta e scafata, probabile “femminista” in divenire, abbigliata eccentricamente, ciò che forse aveva confermato il custode nella sua allusione…
Sara venne subito al dunque: Tony aveva subito un grave incidente d’auto, in circostanze abbastanza strane ed era in ospedale conciata assai male, piena di fratture, viva per miracolo e…voleva vedermi ! Al più presto.
Andai la mattina stessa e la trovai veramente conciata, assai dolorante nonostante la morfina, più che respirare rantolava…Ma riuscì a ripetermi il suo amore per me…Cosa potevo fare ? Non mi sentii in quella circostanza di negarmi come già avevo sempre fatto. Cercando di non sbilanciarmi troppo provai a rincuorarla : “ora pensa a guarire, poi vedremo… qualcosa sarà…”. Poi ritornai la sera portandole un orsacchiotto di peluche e dei fiori.
Le degenti dei letti vicini, nell’ampia camerata (allora c’erano ancora negli ospedali stanzoni a 8, 10, perfino 12 letti) mi guardavano con intenzione, come se stessero assistendo alla scena di un’avvincente telenovela…
Così Sara la mattina successiva venne a riferirmi come la matrigna fosse andata su tutte le furie: giunta dopo di me in ospedale aveva trovato fiori ed orsacchiotto e saputo dalle beghine dell’aitante giovanotto che li aveva portati !
Sara era subito venuta a rifermi l’accaduto: ad evitare altri rischi di scenate era meglio che non andassi più a trovare Tony.
Il sabato successivo c’era il matrimonio di mio fratello.
Io allora non l’avrei mai immaginato ma tra noi due il più fortunato ero io!
Per me quel giorno sarebbe finita una lunga, appassionata ma diatribata storia d’amore. Per lui iniziava ciò che presto sarebbe stato…un divorzio! Entro un anno o poco più si sarebbe infatti separato da colei che stava ora per sposare !
Davanti alla Chiesa di... |
Non fosse bastato il suo tono, ebbi comunque un presentimento nefasto.
Andai puntuale all’incontro, già preparato al peggio. Lei arrivò con un forzato, sardonico sorriso sul suo bel volto, teso e vagamente accigliato: “ieri sera mi ha telefonato una signora…, la mamma di Tony e mi ha raccontato che razza di individuo tu sia, che vai persino in ospedale ad importunare sua figlia minorenne, tentando di circuirla con le tue manovre…”…
E via andare, così argomentando.
Mentre mi aggrediva concionandomi la guardai, senza speranza: sembrava l’arcangelo Gabriele che caccia Adamo dall’Eden ! Le mancava giusto la spada infuocata, fiammeggiante ! Tentai di balbettare qualche spiegazione, ma capii che era inutile, non mi avrebbe ascoltato ( e ciò che potevo da raccontarle era intricato, complesso, inusitato, ai limiti della credibilità di chi fosse assai più di lei ben disposto…figuriamoci lei, e in quel momento !).
Non me lo avrebbe permesso, era fin troppo chiaro.
L'Arcangelo Gabriele... |
Del resto quella era l’occasione perfetta per chiudere definitivamente un rapporto difficile, diatribato, che ormai si trascinava faticosamente da un paio d’anni in forza dei sentimenti che ci avevano tanto uniti in passato e di una passione tuttavia latente. Un’ottima soluzione finale, per quanto triste, deprecabile, perfino squallida: “una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata da me !”.
Conscio dell' impossibilità di reagire ( e in fondo forse stanco anch’io di quel rapporto ormai così sofferto…) accettai il verdetto, e non la rividi mai più.
Mai più! Ora sono quasi 50 anni !
Ebbi un inverno triste, uggioso, da cui mi distrassero il lavoro e qualche svogliata avventura…Fanciulle altrimenti apprezzabili, talora propense a “salvarmi”… accompagnavano il mio tempo, io poco propenso, scarsamente interessato…
Poi venne la primavera del’68 e pian paino mi risolsi a fare buon viso a sorte avversa. Episodicamente, quasi segretamente, rivedevo Tony, lentamente ripresasi, ma con molta prudenza ed amichevole distacco, essendomi per altro confermato che non m’interessava. Ebbi altre avventure e poi …incontrai lei.
Già l’avevo conosciuta e ben notata, ma solo ora avevo occasione di vederla frequentemente e ne fui decisamente attirato, molto anche a livello…ormonale: era una bella fiola ventunenne (quindi giusto maggiorenne…!), una solida bambola, naif ma affatto banale, assai ben strutturata, molto dolce e dalle prospettive caratteriali affatto problematiche…! Aveva anche un temperamento artistico, fantasioso, che ben corrispondeva a mie analoghe peculiarità.
Buon ultimo, non feci in tempo a conoscerla che era già innamorata di me.
La prima volta che la invitai ad uscire si liberò al volo di un qualche moscone che giustamente le ronzava intorno e…partimmo per la tangente…!
Il mio amore per lei fu lento a crescere a causa delle ferite che ancora stavo cicatrizzando, ma fui presto inesorabilmente coinvolto.
E a Settembre dello stesso anno ci sposammo, inesorabilmente, stante anche una…cicogna in arrivo !
Rimasi comunque stupito quando comuni amici mi riferirono che la mia ex aveva loro manifestato gran dispiacere per avermi definitivamente perso.
Ciò non mi risultava poter essere nella logica dei fatti verificati da ormai oltre un anno, in totale assenza di qualsiasi altro evento o contatto. Ma il suo dispiacere era forse nel disappunto di aver perduto un costante riferimento di attenzione e dedizione, cui eventualmente ricorrere quando l'avesse voluto…
O, come assai più banalmente si dice: “la gomma di scorta”…
Purtroppo ci rimase malissimo Tony e per lei mi dispiacque enormemente…
La rividi dopo cinque anni, incontrandola per caso ed ebbi la consolazione di trovarla in gran forma, forte e decisa, gratificata dalla vita che era riuscita a costruirsi. Raggiunta la maggiore età aveva infine lasciato la matrigna alle sue beghe, aveva iniziato a lavorare in concorrenza con lei e si era felicemente
sposata ! Ero ben contento per lei, ma anche per me, involontario responsabile della sua delusione amorosa.
Ma la vita riserva però nel tempo risvolti contradditori.
Dopo circa 25 anni, Tony riuscì a rintracciarmi e mi raccontò la sua infelice, quasi drammatica storia coniugale…Anche questa volta cercai di rincuorarla, ma non riuscii a farlo come forse lei avrebbe voluto. Sicuramente quella povera ragazza avrebbe meritato una fortuna assai migliore !
Ma bando agli amori, fortunati e sfortunati, mi occorre concludendo una domanda, che da oltre quarant’anni mi porto addietro:
che fine ha fatto il mio “fascicolo rosso”, voluminoso, ingombrante e ripieno di…”cazzate, sono solo cazzate”…, come per mia fortuna aveva deciso l’allora responsabile dell’Ufficio Passaporti della Questura di…Auspicabilmente l’ultimo o perfino il solo ad averci mai guardato dentro ?
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