10 FEBBRAIO 2014
Fine anni’ 90, vacanze Pasquali in Istria, vicino a Pola sul mare, in compagnia di amici. Andiamo nell'interno a fare un giro ed arrivammo a Pisino. A margine della cittadina, accanto ad un gruppo di vecchie case, c’è il Castello di Montecuccoli, notevole maniero del 1.500, ben conservato ed aperto al pubblico, con ristorante di buon livello. Il Castello sorge a strapiombo su di un baratro profondo, che precipita sino ad un torrente che scorre in fondo alla stretta fenditura, aprendosi verso est, dove sembra sdrammatizzarsi il precipizio circostante. Oltre al Castello sorgono a picco in ampio arco, le case della zona alta di Pisino, che sembrano a rischio di cadere in quell'orrido.
Con mia moglie, incuriositi da quell’insolito paesaggio, lasciammo i nostri amici ad altra loro incombenza, dedicandoci ad esplorare i dintorni, prima il Castello, scendendo poi il breve tratto di acciottolato declinante sul baratro, dal cui parapetto continuammo a guardare affascinati dalla sua profondità e non solo quella...
La visione era decisamente drammatica ed inspiegabilmente lugubre… Giuro che così la percepimmo, in totale assenza del senno di poi, del tutto ignari di quanto poco più tardi venimmo a sapere. Una cosa stranissima mi colpì: il fatto che l’acqua del profondo torrente sottostante scorresse… all’incontrario ! Cioè verso l’alto ! Era un’assai curiosa impressione ottica? Da un lato c’era l’altissima parte del baratro, con il Castello e le Case in bilico, lato completamente chiuso; dall’altro il precipizio, pur rimanendo assai stretto e tormentato, si apriva faticosamente “verso valle”… Ma il torrente sembrava scorrere verso la parte più alta e chiusa, cioè all’incontrario! Effetto visivo su cui anche mia moglie concordava. Ad un certo punto il parapetto s’interrompeva dando accesso ad uno stretto e ripidissimo sentiero, più o meno scalinato, che precipitava all’interno del baratro.
Faticosamente convinsi mia moglie a seguirmi nell’ardua esplorazione, così scendemmo, forse anche di 100 metri, verso il fondo della voragine. Più faticosa fù ovviamente la risalita, ma avevamo scoperto l’incredibile: si, in effetti il torrente scorreva all’incontrario, cioè “in salita”, da valle a monte…! Questo era perlomeno l’inequivocabile illusione ottica suggerita dalla morfologia della zona circostante.
In realtà il torrente scende dalla parte più aperta, “a valle” verso quella totalmente chiusa “a monte” perché qui finisce con l’ incavernarsi in una profonda, ampia ed invisibile grotta, lunga decine di chilometri !Grotta che fù studiata per secoli come elemento curioso e misterioso e raccontata da notevoli osservatori, su tutti Giulio Verne, alla quale si ispirò per scrivere un suo romanzo: “Mathias Sandorf”.(**)
Dove andasse a perdersi tutta quell’acqua restò comunque un mistero per secoli, sino a quando, recentemente, venne confermata nella realtà l’ipotesi esposta da Verne nel suo romanzo, per cui il torrente, percorso una galleria naturale di circa 20 km., sfocia alimentandolo nel lungo e profondo fiordo marino di Limska Draga, a nord di Rovigno. Ma anche altri autori, tra cui Dante Alighieri, furono fortemente impressionati dall’abisso della voragine, traendone spunto rappresentativo per ambientare le loro opere.
In effetti, dovessi immaginare un girone infernale sprofondato in una “selva oscura”, la foiba di Pisino mi parrebbe significativo riferimento! A parte infatti l’illusione ottica del fiume che “corre in salita”… fummo fortemente colpiti da un strano senso di lugubre inquietudine, di sensibile disagio, ad un livello inspiegabile nelle circostanze della situazione… Neanche avessimo saputo…
Ma poco dopo, ritrovati i nostri amici imparammo che eravamo appena scesi e risaliti da una delle più famigerate foibe dei massacri titini !(*) In quella terribile voragine furono precipitati nel ’45 almeno un centinaio di Istriani, vittime dell’indefinibile crudele follia dei“vincitori” titini.
Alcuni mesi dopo eravamo di nuovo in Istria in vacanza, e decidemmo di tornare a Pisino, per rivedere il Castello e la foiba.
E fù con grande sorpresa che cogliemmo la coincidenza di una manifestazione, probabilmente promossa da reduci Istriani, dedicata alla memoria delle vittime precipitate nella foiba. Manifestazione faticosamente sopportata dalle autorità governative, sicuramente in conto all’opportunità di un futuro accesso alla Comunità Europea…per cui occorreva apparire liberali e tolleranti… Manifestazione silenziosa, ma non meno drammatica e straziante per il tipo di rappresentazione esibito: tutt’intorno alla sommità della foiba, cioè sul precipizio della voragine, erano appesi grandi teli su ognuno dei quali era stata dipinta l’immagine di una vittima, mentre precipitava nel baratro sottostante ! Di quelle vittime assai tragicamente esibite si potevano quasi percepire le urla strazianti…nel silenzio più totale dei non molti presenti.
Fortemente colpito feci diverse fotografie (ne allego qui alcuna) ed alcuni disegni a colori, che poi regalai agli amici. Dopo
circa 12 anni il ricordo di quell’esperienza l'ho ancora vivamente
presente, ed in occasione della “giornata della memoria delle foibe”,
finalmente istituita a partire dal 2004, mi viene spontaneo rievocarla.
The lonely dolphin, 10.02.2011 (riproposto il 10.02.2014)
Note: (*)Delle Foibe ebbi vaga conoscenza solo negli anni’80, cogliendone in pieno la drammatica, terribile storia, solo più tardi.
La cultura politicamente corretta di generale riferimento ci aveva raccontato tramite cronache, saggi, foto, filmati, libri, trasmissioni TV… l’enorme portata dell’Olocausto, l’infinita tragedia dello sterminio nei lager, le torture, l’annientamento totale di 6 milioni di persone: i terribili orrori commessi dai Nazisti-Fascisti… Ho visto con raccapriccio e rammarico films e documentari, ho letto una infinità di articoli corredati da strazianti foto, libri di notevole portata documentale ed emotiva come Triblinka, visto rappresentazioni teatrali di grande risonanza (di Peter Weiss, rammento tra l’altro “ il canto dei forni“…) Ma di “foibe” non avevo mai sentito parlare ! E neppure o quasi dei campi Siberiani in cui i Sovietici sterminarono decine di milioni di dissidenti, assai più di quanti annientati nei lager tedeschi. Il fatto che poi Mao, i grande traghettatore, abbia sterminato circa 50 milioni di dissociati dal regime risulta quasi una novità dell’ultima ora. a pochi intimi riservata.... Sembrerebbe allora che il grande mostro, terribile pazzo aguzzino nazi fascista, Hitler (!) non fosse che un pivello accanto a Stalin ed a Mao ! Ma è quasi solo di Hitler che “storiografi”, “saggisti”, documentaristi, continuano ad informarci, pressochè ogni giorno (v. Rai Storia di Minoli & C., che non conosce o quasi altro argomento…). Tito poi fù quasi nessuno…anche se alla fine promosse l’eliminazione, nelle foibe, di decine di migliaia di Italiani d’Istria, la cui colpa fù quella di essere "Italiani" e non "comunisti".
(**) Nell’opera di Verne il conte magiaro Mathias Sandorf viene accusato di congiura contro la Monarchia austroungarica e tradotto al Castello pisinese, dove la corte marziale lo condanna a morte.
Sandorf scappa dal Castello calandosi lungo il precipizio della
Foiba,
nell’abisso, e trasportato dall’omonimo torrente in piena arriva per
vie sotterranee al Canale di Leme (cioè al fiordo di Limska Draga) ed
a Rovigno.
LA FOIBA DI PISINO
Breve racconto di un'esperienza personale.
Fine anni’ 90, vacanze Pasquali in Istria, vicino a Pola sul mare, in compagnia di amici. Andiamo nell'interno a fare un giro ed arrivammo a Pisino. A margine della cittadina, accanto ad un gruppo di vecchie case, c’è il Castello di Montecuccoli, notevole maniero del 1.500, ben conservato ed aperto al pubblico, con ristorante di buon livello. Il Castello sorge a strapiombo su di un baratro profondo, che precipita sino ad un torrente che scorre in fondo alla stretta fenditura, aprendosi verso est, dove sembra sdrammatizzarsi il precipizio circostante. Oltre al Castello sorgono a picco in ampio arco, le case della zona alta di Pisino, che sembrano a rischio di cadere in quell'orrido.
Il Castello di Pisino |
Con mia moglie, incuriositi da quell’insolito paesaggio, lasciammo i nostri amici ad altra loro incombenza, dedicandoci ad esplorare i dintorni, prima il Castello, scendendo poi il breve tratto di acciottolato declinante sul baratro, dal cui parapetto continuammo a guardare affascinati dalla sua profondità e non solo quella...
La visione era decisamente drammatica ed inspiegabilmente lugubre… Giuro che così la percepimmo, in totale assenza del senno di poi, del tutto ignari di quanto poco più tardi venimmo a sapere. Una cosa stranissima mi colpì: il fatto che l’acqua del profondo torrente sottostante scorresse… all’incontrario ! Cioè verso l’alto ! Era un’assai curiosa impressione ottica? Da un lato c’era l’altissima parte del baratro, con il Castello e le Case in bilico, lato completamente chiuso; dall’altro il precipizio, pur rimanendo assai stretto e tormentato, si apriva faticosamente “verso valle”… Ma il torrente sembrava scorrere verso la parte più alta e chiusa, cioè all’incontrario! Effetto visivo su cui anche mia moglie concordava. Ad un certo punto il parapetto s’interrompeva dando accesso ad uno stretto e ripidissimo sentiero, più o meno scalinato, che precipitava all’interno del baratro.
All'interno del baratro |
Faticosamente convinsi mia moglie a seguirmi nell’ardua esplorazione, così scendemmo, forse anche di 100 metri, verso il fondo della voragine. Più faticosa fù ovviamente la risalita, ma avevamo scoperto l’incredibile: si, in effetti il torrente scorreva all’incontrario, cioè “in salita”, da valle a monte…! Questo era perlomeno l’inequivocabile illusione ottica suggerita dalla morfologia della zona circostante.
In realtà il torrente scende dalla parte più aperta, “a valle” verso quella totalmente chiusa “a monte” perché qui finisce con l’ incavernarsi in una profonda, ampia ed invisibile grotta, lunga decine di chilometri !Grotta che fù studiata per secoli come elemento curioso e misterioso e raccontata da notevoli osservatori, su tutti Giulio Verne, alla quale si ispirò per scrivere un suo romanzo: “Mathias Sandorf”.(**)
In fondo alla grotta |
Dove andasse a perdersi tutta quell’acqua restò comunque un mistero per secoli, sino a quando, recentemente, venne confermata nella realtà l’ipotesi esposta da Verne nel suo romanzo, per cui il torrente, percorso una galleria naturale di circa 20 km., sfocia alimentandolo nel lungo e profondo fiordo marino di Limska Draga, a nord di Rovigno. Ma anche altri autori, tra cui Dante Alighieri, furono fortemente impressionati dall’abisso della voragine, traendone spunto rappresentativo per ambientare le loro opere.
In effetti, dovessi immaginare un girone infernale sprofondato in una “selva oscura”, la foiba di Pisino mi parrebbe significativo riferimento! A parte infatti l’illusione ottica del fiume che “corre in salita”… fummo fortemente colpiti da un strano senso di lugubre inquietudine, di sensibile disagio, ad un livello inspiegabile nelle circostanze della situazione… Neanche avessimo saputo…
Ma poco dopo, ritrovati i nostri amici imparammo che eravamo appena scesi e risaliti da una delle più famigerate foibe dei massacri titini !(*) In quella terribile voragine furono precipitati nel ’45 almeno un centinaio di Istriani, vittime dell’indefinibile crudele follia dei“vincitori” titini.
Scendendo nella Foiba |
Alcuni mesi dopo eravamo di nuovo in Istria in vacanza, e decidemmo di tornare a Pisino, per rivedere il Castello e la foiba.
E fù con grande sorpresa che cogliemmo la coincidenza di una manifestazione, probabilmente promossa da reduci Istriani, dedicata alla memoria delle vittime precipitate nella foiba. Manifestazione faticosamente sopportata dalle autorità governative, sicuramente in conto all’opportunità di un futuro accesso alla Comunità Europea…per cui occorreva apparire liberali e tolleranti… Manifestazione silenziosa, ma non meno drammatica e straziante per il tipo di rappresentazione esibito: tutt’intorno alla sommità della foiba, cioè sul precipizio della voragine, erano appesi grandi teli su ognuno dei quali era stata dipinta l’immagine di una vittima, mentre precipitava nel baratro sottostante ! Di quelle vittime assai tragicamente esibite si potevano quasi percepire le urla strazianti…nel silenzio più totale dei non molti presenti.
Le case di Pisino sull'orlo della Foiba |
The lonely dolphin, 10.02.2011 (riproposto il 10.02.2014)
Note: (*)Delle Foibe ebbi vaga conoscenza solo negli anni’80, cogliendone in pieno la drammatica, terribile storia, solo più tardi.
La cultura politicamente corretta di generale riferimento ci aveva raccontato tramite cronache, saggi, foto, filmati, libri, trasmissioni TV… l’enorme portata dell’Olocausto, l’infinita tragedia dello sterminio nei lager, le torture, l’annientamento totale di 6 milioni di persone: i terribili orrori commessi dai Nazisti-Fascisti… Ho visto con raccapriccio e rammarico films e documentari, ho letto una infinità di articoli corredati da strazianti foto, libri di notevole portata documentale ed emotiva come Triblinka, visto rappresentazioni teatrali di grande risonanza (di Peter Weiss, rammento tra l’altro “ il canto dei forni“…) Ma di “foibe” non avevo mai sentito parlare ! E neppure o quasi dei campi Siberiani in cui i Sovietici sterminarono decine di milioni di dissidenti, assai più di quanti annientati nei lager tedeschi. Il fatto che poi Mao, i grande traghettatore, abbia sterminato circa 50 milioni di dissociati dal regime risulta quasi una novità dell’ultima ora. a pochi intimi riservata.... Sembrerebbe allora che il grande mostro, terribile pazzo aguzzino nazi fascista, Hitler (!) non fosse che un pivello accanto a Stalin ed a Mao ! Ma è quasi solo di Hitler che “storiografi”, “saggisti”, documentaristi, continuano ad informarci, pressochè ogni giorno (v. Rai Storia di Minoli & C., che non conosce o quasi altro argomento…). Tito poi fù quasi nessuno…anche se alla fine promosse l’eliminazione, nelle foibe, di decine di migliaia di Italiani d’Istria, la cui colpa fù quella di essere "Italiani" e non "comunisti".
(**) Nell’opera di Verne il conte magiaro Mathias Sandorf viene accusato di congiura contro la Monarchia austroungarica e tradotto al Castello pisinese, dove la corte marziale lo condanna a morte.
Sandorf scappa dal Castello calandosi lungo il precipizio della
Jiules Verne |
Aggiornamento del 10.02.2014.
In Italia il racconto e/o l'interpretazione della STORIA sembra essere tuttavia prerogativa degli "intellettuali politicamente corretti di sinistra”, regolarmenti dediti alla demagogia dell’antifascismo ad oltranza, sempre pronti ad eticchettare ogni malfatta dell’ormai lontano Nazifascismo, ma perlopiù del tutto immemori dei crimini perfino peggiori, degli immani genocidi commessi dai “loro antenati” politici, i bolscevichi stalinisti ed i rossi maosti !
Il boia Toffanin |
Ma ancor più difficile è per loro rammentare ciò che accadde dalle nostre parti, in Italia come in Istria, dove non furono solo i partigiani di Tito (il IX Corpus Sloveno), ma anche quelli italiani, diversi dei quali appartenenti alla Brigata Garibaldi, infami che perpetrarono tra gli altri lo sterminio della Malga Porzus, dove furono vigliaccamente trucidati Partigiani della Brigata Osoppo, unicamente colpevoli di non volersi subordinare al comando comunista Sloveno, il cui dichiarato obbiettivo era cacciare le popolazioni Italiane, appropriarsi di tutti i loro possedimenti ed averi ed annettere alla Jugoslavia tutta la penisola Istriana, Trieste compresa !
Gli esuli Italiani che scamparono alle Foibe furono circa 350.000 e in Italia furono accolti da molti inveterati comunisti alla stregua di “fascisti”, che avevano osato contrastare i loro amici rossi, gli slavi di Tito.
A Bologna ci furono perfino dei ferrovieri, militanti estremisti rossi, che bloccarono per più giorni in stazione i treni che trasferivano gli esuli nella varie altre regioni. Il comunista boia Toffanin, trucido capo e primo responsabile della strage della Malga Porzus, solo tardivamente riconosciuto reo colpevole dalla successiva Repubblica Italiana, fù poi graziato dal presidente Sandro Pertini !
Ciò che ho testè appreso e che mi fa molto rimpiangere e rinnegare la stima ed il rispetto che a Pertini ho sempre dedicate, più che ad ogni altro presidente italiano !
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