MAMMA...LI TURCHI !
Nel Maggio del 2006 ero a Istanbul per motivi di lavoro.
Grande metropoli affacciata sul Bosforo, 8 milioni di
abitanti, caotica
e rumorosa, come sempre sono le città meridionali del
mondo..., ricca di cultura, di antiche vestigia, di doviziosi monumenti, di
storia, di fatiscenti
strutture ma anche di tante nuove costruzioni moderne...
Ricca di contradizioni, come tante città del meridione
del mondo.
Emblematiche quelle dei carretti trainati dagli asini,
carichi di prodotti
dell'agricultura diretti all'antico mercato del Grand Bazar,
avvicendati alle ricche Ferrari dei doviziosi esibizionisti del potere
economico.
All'interno del Grand Bazar |
Ma ancora più stridente era il look delle giovani Turche,
che spesso sembravano apparentenere a gruppi raziali diversi: alcune alte, perfino
altissime, spesso bionde e con gli occhi chiari, altre invece piccole, more, palesemente pelose per la peluria che appariva sul loro
labbro superiore e tra le folte sopraciglia. Differenze quasi sempre
enfatizzate, in maniera perfino abissale, dal diverso abbigliamento: le prime
arrampicate su vistosi
tacchi a spillo, fasciate in minigonne pressochè
inguinali e con decoltè dilatati
a sfiorare i capezzoli..., le seconde rigorosamente
coperte da capo a piedi da goffe, ingombranti ed informi tonache monacali,
prolungate a fasciare testa e collo, lasciando unicamente apparire il volto,
assolutamente privo di trucco.
Queste ed altre differenze ebbi modo di notare in Fiera,
negli stand che per lavoro mi trovai a frequentare nei miei tre, quattro giorni
di permanenza
nella città che già fù capitale dell'Impero Bizantino
(Bisanzio) e di di quello
Romano d'Oriente (Costantinopoli).
Differenze che denotavano il permanere di profonde,
perfino abissali differenze culturali, che dopo quasi un secolo di
"Repubblica"non erano ancora state appianate dall' importante,
basilare normativa imposta da
Kemal Ataturk, il "Padre della Patria",
fondatore della moderna Turchia,
riforma diretta innanzitutto a "laicizzarla", cioè ad
affrancarla dai rigidi orpelli
Per farlo Ataturk, a capo dei Giovani Turchi (nulla a che
fare con l'attuale
ala retrograda, reazionaria e conservatrice del PD),
dovette affrontare una rivoluzione, armata ma scarsamente cruenta, per
rovesciare il decrepito ed obsoleto potere del Sultanato Ottomano.
Ciò facendo Ataturk sdoganò la Turchia dall'immobilismo
Islamico Ortodosso, caratteristico del confinante Oriente Persiano, per
traghettarla verso il moderno mondo occidentale, verso l'Europa.
Ma giusto in quei giorni del Maggio 2006, mentre ancora io
mi trovavo
in quella affascinante metropoli, a cavallo tra Asia ed
Europa, avenne un
eclatante fatto criminoso, una sanguinosa dimostrazione
pluriomicida,
un attentato perpetrato nel cuore dell'estabilishment
burocratico.
Nel principale Tribunale della città si stava celebrando
un processo di natura
essenzialmente politico amministrativa, senza alcuna
implicazione penale,
ma di rilevante importanza etica e fondamentalista, contro
una donna rea di aver indossato il "burka", orpello medioevale
islamico espressamente probito
dalla normativa a suo tempo instaurata da Kemal Ataturk e
da tantissimi decenni in vigore.
Kemal Ataturk |
Era chiaro che la donna che lo aveva indossato,
sicuramente manovrata da ben precise manipolazioni strumentali, lo aveva fatto
a scopo essenzialmente provocatorio e dimostrativo.
Il processo assumeva perciò un carattere di notevolissima
rilevanza mediatica ed implicava la gestione di giudici togati d'importanza a
ciò adeguata, più che non all'effimera importanza di quella mera mascherata.
Mentre si celebrava il processo un terrosista armato,
eludendo gli onnipresenti e ribaditi controlli, metal detector inclusi, riuscì
ad introdursi nell'aula del tribunale e ad a sparare contro i tre giudici
uccidendone due e ferendo gravemente il terzo !
Ciò che fù possibile probabilmente grazie alla complicità di
taluni addetti alla sicurezza, considerato che già allora in tutta la città
erano palesemente in atto
controlli avanzati di ogni tipo: in Areoporto, in Fiera,
perfino in Albergo c'erano un'infinità di passaggi obbligati, dotati di
detetctor di vario tipo.
Arrivando all'Hotel, il bellissimo Metropol Suisse,
direttamente affacciato sul Bosforo, il Taxi che ci portava sempre trovava un
picchetto di sbarramento, con tanto di barriera antisfondamento e guardie in
borghese che passavano il metal detector cerca mine tutto intorno e sotto il
Taxi. Scesi dal Taxi dovevamo poi passare attraverso un altri metal detector...
Sono passati sette anni e quasi tutto è cambiato: allora
si processava una donna rea di aver indossato il Burka, in aperta provocazione
contro le norme repubblicane che lo vietavano. Oggi, la Turchia sempre più
Islamizzata di Erdogan è ormai vicina a stigmatizzare brutalmente tutte le
donne che NON
dovessero
indossarlo, il burka !
Ed è un vero peccato, perchè la Turchia è una grande
Nazione, in grado di esprimere potenzialmente inportanti valori e risorse nel
mondo moderno occidentale, in particolare in Europa, sempre più mortificata
dall'incombente avvento della globalizzazione totalizzante.
Ma sopratutto, ciò che dovrebbe farci riflettere è
l'ulteriore progressione, sempre più incombente che non strisciante,
dell'Islam, dell'intifada molto chiaramente rivolta alla conquista del Mondo ed
alla cancellazione dell'Occidente. Eliminazione culturale, etica, politica,
gestionale, se non perfino fisica, come sempre più spesso accade !
Ed Islam significa in grandissima parte regresso
culturale, sopratutto per coloro che ne sono i propugnatori più attivi e
cruenti.
Regresso a livelli di vita etico sociale men che medioevali,
dove i valori tipici dell'Occidente, Laico prima ancora che Cristiano,
diventano suscettibili di totale annullamento, in una normativa di vita che
deriva da una visione totalmente legata ai parametri di un ortodossia
inverosimilmente arcaica.
Basti pensare a ciò che significa per le
"donne" !
Prive di anima, totalmente sottomesse, meri oggetti di
piacere e di utilità ancellari al servizio dei maschi...
Le donne Turche come le vorrebbe Erdogan |
Ma le sufraggette nostrane ed i loro tantissimi
(fortunatamente dico io) supporter, così impegnati nel promuovere una migliore
condizione femminile, ma anche così buonisti e politicamente corretti, così
aperti e disponibili alla realizzazione di nuove Moschee (quando non perfino al
loro finanziamento statale!), alla concessione di sempre nuovi spazi alla
cultura "diversa" dell'Islam, hanno cognizione che potranno infine
persino ritrovarsi con l'obbligo d'indossare il "burka", senza
diritto di voto, suscettibili di dilapidazione pubblica, degradate a livelli
d'inciviltà cui neppure le loro più lontane trisavole erano ridotte ?
Questa potrebbe "forse" apparire una
prospettiva eccesiva, esagerata, ma neanche più di tanto, a giudicare da quello
che ora sta accadendo nella Repupplica Turca, che il Padre della Patria, Kemal
Ataturk riuscì a laicizzare promuovendone una nuova moderna condizione occidentale e
che ora Erdogan e la sua cricca di potere stanno riportando indietro di cento
anni, verso la Persia intransigente ed oltranzista di Komeini e di Mahmoud_Ahmadinejad.
Ed allora mi rammento anche di una giovane Turca, una
bella ragazza bionda amica di mio figlio, che fu nostra ospite svariati anni or
sono, ingeniere elettronico con un importante incarico a Bruxelles, poi
promossa alla sede di New York, appartenente ad una moderna e progredita
famiglia borghese di Insambul...
Lei come la maggior parte dei giovani Turchi di oggi, che
affrontano le cruente cariche della polizia di Erdogan per conservare la
propria dignità laica, di moderno popolo occidentalizzato, come potrebbe
riconoscersi in un paese che fosse ripiombato nell'oscurantismo mediovale
tipico dell'ortodossia islamica ?
The lonely dolphin
(*) La Battaglia di Lepanto costituì un'occasione emblematica dell'Occidente
per arginare l'incombente invasione Ottomana, paragonabile alla battaglia di Roncisvalle, altro grande ed importante scontro tra cristiani e musulmani,
mitizzata dal poema epico "la di Chanson de Roland", per cui l'eroico Orlando venne immortalato come salvatore della Cristianità contro la dilagante aggressione di Maometto il conquistatore.
Qualche storico arrivò poi a sostenere che fù solo grazie a quella vittoria che poi L'Europa non venne islamizzata.
La Battaglia di Lepanto avvenne il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell'Impero Spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Ducato d'Urbino e del Granducato di Toscana, federate sotto le insegne pontificie. Dell'alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro concorse con denaro e materiali all'armamento della flotta genovese.
La coalizione dei Cristiani conquistò una netta e fondamentale vittoria sugli
Ottomani, respingendone l'aggressione, nuovamente rivolta alla conquista dell'Europa.
per arginare l'incombente invasione Ottomana, paragonabile alla battaglia di Roncisvalle, altro grande ed importante scontro tra cristiani e musulmani,
mitizzata dal poema epico "la di Chanson de Roland", per cui l'eroico Orlando venne immortalato come salvatore della Cristianità contro la dilagante aggressione di Maometto il conquistatore.
Qualche storico arrivò poi a sostenere che fù solo grazie a quella vittoria che poi L'Europa non venne islamizzata.
La Battaglia di Lepanto avvenne il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell'Impero Spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Ducato d'Urbino e del Granducato di Toscana, federate sotto le insegne pontificie. Dell'alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro concorse con denaro e materiali all'armamento della flotta genovese.
La coalizione dei Cristiani conquistò una netta e fondamentale vittoria sugli
Ottomani, respingendone l'aggressione, nuovamente rivolta alla conquista dell'Europa.