Così iniziava Virgilio l’Eneide, che studiai alle superiori per la traduzione dal Latino di Annibal Caro “…or l’armi canto.”
“Quell’io” mi riporta ora, assai più modestamente, i ricordi di un tizio qualunque, vissuti nel ventesimo secolo, tuttavia in parte rappresentativi di un periodo storico, di una vita banalmente vissuta “nel mondo del tempo che fù”.
Tempo recente, ma già lontanissimo, la cui memoria è quotidianamente travolta ed abissalmente allontanata dal parossistico divenire di fatti ed avvenimenti.
Gran parte dei quali vediamo purtroppo verificarsi in negativo…e non solo per la nostalgia tipica dei vecchi, che tende sempre ad associare al passato soprattutto il ricordo della propria perduta “gioventù”, perlopiù sempre magnifica o come tale rievocata !
IO CHE...
...quando nacqui c'era già la seconda Guerra Mondiale e fui presto sfollato tra i monti dell’entroterra, lontano dalla costa, per scampare alle bombe che arrivavano dal cielo e dal mare.
La villa in cui fummo sfollati dal 42 al 45 |
...ciònonostante.crebbi sui prati fioriti, sulla candida neve, raramente udendo il lontano, sordo deflagare delle battaglie, che mi abituai ad avvertire così, come fenomeno naturale, alla stessa stregua del tuonare di un temporale estivo.
...bambino sempre indossavo bellissimi scarponi di cuoio, che consideravo magici come gli stivali delle sette leghe del gatto dell’omonima favola, e me li potevano sfilare solo previa anestesia totale, cioè quando giungeva la sera e finalmente dormivo.
Il trio Lescano |
...inconsapevolmente ma profondamente assimilai, come “imprinting” la magica “atmosfera”che nonostante gli orrori della guerra in atto caratterizzava la vita dei miei giovanissimi genitori: le musiche e le canzoni ora divertenti, ora struggenti, di Ernesto Bonino, Natalino Otto, Alberto Rabbagliati, il Trio Lescano, un giovanissimo Teddy Reno, il Quartetto Cetra che ancora non era "quartetto", e poi finalmente Glen Miller, lo Swing, Cole Porter, lo Jazz, il Boogy Boogy, il 25 Aprile, la Liberazione, la pace !
…rientrato a Genova alla fine del ’46 (avevo cinque anni) vidi per la prima volta consapevolmente il mare, il cui allora penetrante e fortissimo odore di salmastro quasi mi ferì, ma piacevolmente le nari, sensazione che poi sempre cercai di replicare, ma quasi mai riuscii ad avre così intensa. Mio nonno mi accompagnò alla “Foce”, dove ora c’è la Fiera del Mare, ma allora c’era soltanto una disordinata spiaggia sassosa, con le tozze e varipinte barche dei pescatori tirate in secco, ed in mare, a pochi metri da riva si sprecavano i relitti dei mezzi da sbarco residuati dalle ultime battaglie. Poco più lontano da riva c’era anche qualche incrociatore affondato, che provammo ad avvicinare guadando dalla riva il mare camminando sui relitti…Ma presto
dovemmo fuggire, avvertiti dalla sirena che segnalava l’imminente scoppio per il disinnesco di mine ancora presenti nelle acque antistanti la riva.
Genova anni'40: la Foce, dove ora c'è la Fiera del Mare |
…conobbi gli “americani” liberatori vivendo perfino l’ebrezza di andare in giro per Genova a bordo della mitica Jeep, così come da vicino avevo conosciuti i Tedeschi in fuga (avevano requisito il primo piano della villa in cui eravamo sfollati) ed i partigiani (talora nascostamente ed a gran rischio ospitati nella grande cantina sottostante la villa, che era anche il nostro rifugio durante i bombardamnti, in cui si nascose pure mio nonno dopo il 25 aprile, ricercato dal CLN per farlo fuori: si era troppo sbilanciato nel ventennio, fascista di maniera, pavoneggiandosi eroe, ardito,
...avevo appena imparato a leggere e già divoravo i primi album a fumetti: i "quindicinali" di Topolino by Mondadori, il Corrierino dei Piccoli, Pecos Bill, Mandrake, Phantom (l'uomo mascherato), ed il Vittorioso con i buffi, accattivanti disegni di Jacovitti, con il parterre disseminato di lische e salami affettati.
...ogni mattina, a scuola dai fratelli Maristi, per otto anni mi toccò un'ora di religione e mandare a mente centinaia di papagallesche risposte alle dogmatiche domandine di catechismo.
... oggi parlerei correntemente almeno quattro lingue straniere, se all'apprendimento di quelle fosse invece stata dedicata la mia vergine mente, anziché al pappagallesco
…tifavo per Fausto Coppi, per me il migliore ! E non me ne fregava niente del suo privato, della Dama Bianca, subendo così la palese disapprovazione dei miei insegnanti preti, tutti Bartaliani e contro il campionissimo, scandaloso reo di bigamia.
...ebbi giovanissimo l'imprinting sessuale, considerando nella corretta ottica “etero” le notevoli forme delle maggiorate di quel tempo: le Silvane, Mangano e Pampanini, la Bosè, la Loren e la Lollo di pane, amore e f...antasia, e tante, tante altre
Silvana Pampanini |
...e fondi schiena... |
…subii per anni, nascostamente, il forte senso del “peccato”mortale commesso violando il “sesto comandamento” con la mente e con il cuore assai più di quanto non mi consentissero le parole e gli atti. Peccati che non ebbi mai il coraggio di confessare, per cui giunsi consapevolmente e rassegnatamente sacrilego, quindi ancor più colpevole, alla prima comunione, cui mi accostai sentendomi in peccato mortale.
...afflitto per gran parte dell'infanzia da un'oscura malattia, ebbi infine la fortuna di superarla e godere poi al massimo della ritrovata salute, nella sua totale pienezza, "succhiando abbondantemente il midollo della vita", perfino dedicandomi con successo a diversi sport agonistici.
...ancora adolescente, rinnegando otto anni di scuola dai “preti”, mi avvicinai al "libero pensiero", illuminandomi alle idee dei grandi scenziati e filosofi, i "moralisti" moderni, precursori e fautori della vera rivoluzione intellettuale di fine millenio e soprattutto mi affrancai dal senso di colpa che dall’infanzia mi trascinavo nella coscienza per aver trasgredito al sesto comandamento.
…ancora mi rammarico per il “gap” generazionale che mi permise di cogliere solo
tardivamente i vantaggi della liberalizzazione sessuale, dell’emancipazione femminile, dell’uso indiscriminato dei controaccettivi.
…che poi non mi sono mai risparmiato per recuperare le occasione perdute, facendolo sempre ed ovunque: in auto, in piedi, in mare, in piscina, sul nudo pavimento, sulle rocce a strapiombo sul mare, nella macchia sabbiosa della pineta di Ravenna, sui prati e nei boschi, su di uno sgabello stile “el greco”, nelle cabine degli stabilimenti balneari, sulla battigia accarrezzati dalle onde, in barca, nei rigufi alpini ad oltre tremila metri, in nave, sul treno…Mai purtroppo in aereo, come per la prima volta lo vidi rappresentato nel famoso film osè “Emanuelle” del ’75.
Silvya Kristell, Emanuelle originale 1974 |
…ebbi le prime esperienze di “petting” ai festini, con le compagne di liceo: luci soffuse o perfino spente…al suono dei vecchi 78 giri, poi dei 45 (i 33 in vinile erano ancora lontani da venire) che ci ispiravano con la musica di Modugno, Dorelli, Peppino di Capri, Pat Boone, Perry Como, i Platters, Elvis Priesley, Sinatra, il Twist, i Beattles, il Saxalto di Papetti ecc… Qualche volta ballavamo anche alle scampagnate, grazie a radioline e mangianastri, occasionalmente infrattandoci arapati dietro argini o ripe, realizzando al massimo qualche bacio con lingua, eccezionalmente una pomiciata a seno nudo, ma calargli le mutandine, quasi mai, sempre bloccate con la cintura di castità ! Le fanciulle di allora, oggi nonne navigatissime, erano succube del complesso di “E dopo?”, come scriveva il grande satiro umorista Achille Campanile.
Radiolina a transistor di 50 anni fà. |
…ebbi a soffrire le pene d’amore, cui ero inevitabilmente, masochisticamente predestinato, anche a causa di tare affettive che mi trascinavo dalla prima infanzia, ma che poi faticosamente risolsi anche attraverso l’esaltante esperienza della psicoanalisi, cui dovetti sacrificare parte della mia creatività genialoide (tale fù da altri definita), ma che mi restituì lucidità, equilibrio e senso pratico in dosi più adeguate per affrontare meglio la vita.
…ebbi la fortuna di incontrare e velocemente impalmare un’apprezzabilissima fanciulla, cui ancora mi accompagno, dopo quasi 45 anni, nonostante pesanti screzi e problemi verificati negli ultimi 10.
L'attimo fuggente... |
…vissi le molte esperienze, positive e negative, di una vita abbastanza ricca di avvenimenti ed articolata, vasta di esperienze e conoscenze, situazioni, ambiti, amicizie, cambiamenti, quasi sempre giocata affrontando con coraggio, determinazione ed equilibrio, prevalentemente tesa a “succhiare il midollo” dell’attimo fuggente, spendendo tantissimo impegno ed assaporandone il giusto premio, qualche volta purtroppo anche l’immeritato castigo del destino, bilancio tutto sommato positivo, in cui di ben poche cose sento di dovermi pentire ed il senno di poi mi sovviene i non troppi errori per cui dovrei riempire le fosse…
"Carpe diem" |
…che credo sia infine un apprezzabile condizione quella di poter dire: vorrei poter rivivere tutta la mia vita, gioie e dolori tutti compresi, nonostante le pene non mi siano mancate ed alcune furono particolarmente dolorose.
più morbide pantofole nuove, una protesi all’anca e/o al ginocchio, la risoluzione di cataratte agli occhi, l’apparecchio acustico digitale mininvasivo, per poter meglio ascoltare le sempre più grosse cazzate e volgarità che la TV pretende di propinarti.
…ricordo con vivida partecipazione una vita molto dinamica ed attiva, intensamente vissuta e tesa al “fare”, nel lavoro, negli sports, nei piaceri del fisico e della mente, nell’avere sempre nuove curiosità da soddisfare ed apprendere continuamente nuove possibilità di interesse, svago, conoscenza, frequentazione.
…ricordo il triste inizio del declino, le prime avvisaglie a cui non volevo credere e per cui mi ribellavo, considerandole null’altro che accidenti passeggeri cui cercavo di reagire, sino a constatarne invece l’irreversibile cronicità…
…che ricordo l’amica medico che infine mi disse “sei diventato vecchio”!
Così, brutalmente, senza mezzi termini, acciochè mi dessi finalmente una calmata.
… sarei forse ora disponibile alla verifica per un patto col diavolo:
la mia anima per l’eternità contro altri mille anni di giovinezza !
la mia anima per l’eternità contro altri mille anni di giovinezza !
…vedo invece girare la ruota verso la fine del suo unico giro e so che un altro ancora non mi sarà dato di fare…
…tento allora faticosamente di rassegnarmi, che altro non mi è concesso, cercando improbabili comportamenti e soluzioni per rallentare il declino, diradare gli acciacchi, contrastare gli insulti del tempo, il dolore, l’inesorabile decadenza.
Ma quel che conta per me è la qualità della vita.
E l’ho avuta in maniera tutto sommato abbondante. Quel poco che resta di buono cercherò di non farmelo scappare, sperando che non sia invece il dolore, il fastidio, l’inadeguatezza di vivere a farmi rimpiangere di essere ancora vivo. Ma se dovessero prevalere cercherò di non esserlo più.
Ernest Hemingway... |
E l’ho avuta in maniera tutto sommato abbondante. Quel poco che resta di buono cercherò di non farmelo scappare, sperando che non sia invece il dolore, il fastidio, l’inadeguatezza di vivere a farmi rimpiangere di essere ancora vivo. Ma se dovessero prevalere cercherò di non esserlo più.
Come afferma con spietata lucidità il professor Franzon, vecchio e malato nel bellissimo Romanzo di Sciascia e non meno bello film di Gianni Amelio: “Una storia semplice”, quest’ultimo nell’interpretazione del grandissimo Volontè alla sua ultima apparizione (anche lui vecchio e malato):
“...è' la malattia che annuncia la vecchiaia...A un certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma sembra essere il morire... l'utlima speranza..."
“...è' la malattia che annuncia la vecchiaia...A un certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma sembra essere il morire... l'utlima speranza..."
Amen e così sia.
Ma voglio nonstante tutto chiudere invece con un sogno irreale di speranza,
alla maniera di Stanley Kubrik in alcuni suoi mitici film.
In particolare “Il dottor Stranamore”, il cui epilogo corrisponde alla fine del mondo,
distrutto da un’inevitabile, folle guerra atomica…, ma su quel finale e sui titoli di coda parte e viaggia il dolce inno, così detto dei bombardieri, ma che in realtà era la tenera canzone di speranza nel futuro, nonostante tutto...“we’ll meet again”(Ci incontreremo ancora…),
per la voce di Vera Lynn.
Canzone Video che qui sotto riproduco.*
per la voce di Vera Lynn.
Canzone Video che qui sotto riproduco.*
The lonely dolphin
* La riproduzione non è ancora disponibile. Verrà inserita nei prossimi giorni.
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